44•capitolo -Ritorno al passato pt.7-

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Si consiglia di leggere il capitolo con la canzone di sottofondo. 👆

Chris:

Il vero problema sorge quando ci pensi fin troppo, quando aspetti il famoso "momento giusto", quando non ti lasci andare al sentimento che senti scorrere dentro di te: per paura, ansia, pensieri contrastanti. Ed è lì che la tua vita ti sfugge di mano, perché nel momento in cui aspetti, le cose sono già cambiate senza essertene accorto.
Avrei dovuto essere più istintivo, correre contro il tempo, le paure, fregarmene delle conseguenze, prendermi lei, Stefania, la ragazza dai capelli biondi che sapevo aver fatto breccia nel mio cuore dal primo istante. Ma no, io troppo testardo per ammetterlo anche a me stesso, per sentirmi all'altezza di un sentimento troppo grande per me che io di amore non ne avevo mai ricevuto.
Non mi ero mai sentito apprezzato, ne voluto bene, mi ero sempre sentito un rifiuto umano. E poi c'era lei, quella ragazza dagli occhi azzurri che mi guardava come se fossi qualcosa di speciale ai suoi occhi, come un tesoro nascosto. E mi domandavo: perché ama proprio me?
Probabilmente mi ha sopravvalutato, si accorgerà di non amarmi non appena capirà di essere ricambiata. E in effetti, così fu... o almeno così pensai quel giorno di quattro anni fa, quando la vidi scivolare dalle mie mani e perderla per sempre, così come persi anche un pezzo di me, quell'unico sentimento mai provato, calpestato dall'unica cosa vera della mia vita.

O forse fu proprio quel sentirmi sempre inadeguato a farmela perdere, fu questo a fregarmi, perché se avessi preso il coraggio che mi serviva per affrontare le mie paure e amarla come doveva essere amata, magari non l'avrei persa in quel modo.

4 anni prima:

E mi sentii distruggere dopo averle sentito pronunciare quelle parole. Avevo aspettato tanto, troppo, per concedermi il privilegio di amare. Perché io non lo sapevo se potevo darle tutto ciò che lei desiderava. Sapevo che mi voleva, che mi aveva sempre voluto ma, se non mi ero avvicinato a lei sentimentalmente, non era perché non la volevo, tutt'altro, ma perché pensavo di non essere in grado di darle ciò che voleva.

Perché Stef era pura, troppo pura ai miei occhi. Lei era il mio girasole, l'unica che mi faceva davvero sorridere, ma sorridere davvero.

E io ero un codardo, un fottuto codardo che aveva paura di perderla. Avevo paura che, avvicinandomi a lei, avrei finito per ferirla. Ma, quando a quella festa vidi i suoi occhi straziati dal dolore a causa mia, capii che non me lo potevo più permettere di lasciarla andare. Era troppo il sentimento dentro di me, fin troppo intenso da sentirlo propagarsi in tutto il corpo. E non potevo più starle lontano, lo capii ancora di più quando le mie labbra, finalmente, dopo lunghissimi anni, avevano finalmente toccato le sue. Lì avevo capito benissimo che non ne avrei più potuto fare a meno, perché io ne avevo baciate tante di ragazze per sentire qualcosa, volevo uscire dall'apatia che avvertivo dentro di me, sentirmi vivo. Avevo provato sport estremi per riuscirci, me ne fregavo di rischiare la vita mentre andavo in moto a tutta velocità solo per sentire qualcosa. Ma niente, assolutamente nulla c'era dentro di me. Ma io non lo sapevo assolutamente che tutto quello che ricercavo in queste futili cose, le avrei potuto evitare se solo l'avessi baciata una volta.

E quel bacio scatenò in me una paura mai provata. Il terrore di non essere abbastanza, di non poter fare a meno di lei, di dipendere da una persona quando in fin dei conti ero sempre stato solo.

E se si fosse accorta che non ero quello che volevo e mi avesse lasciato?
Come l'avrei presa?

Mi avrebbero dovuto dire che amare Stef nuoceva gravemente alla salute.
Avrebbero dovuto metterlo per iscritto come facevano con i pacchetti di sigarette che con lei sarebbe stato peggio che morire se ti avesse lasciato. E io mi ci sentii morire quando vidi le sue labbra muoversi per dirmi che non ci voleva stare con me, che avevo fatto bene a non sbilanciarmi mai con lei con questa paura. Ma, io ormai ero troppo assuefatto da lei, così tanto da non riuscire a lasciarla andare, da non arrendermi nemmeno di fronte al suo rifiuto. Non me la raccontava giusta, non ci volevo credere. L'amore era troppo forte e io non ci credevo a ciò che mi aveva detto guardandomi negli occhi. Anche se, le sue parole dure, avevano smosso qualcosa in me da portarmi qualche giorno a rifletterci. A cercare di capire i motivi dietro quelle parole.

Da soli, insieme! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora