2 CAPITOLO

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A CENA COI DIAVOLI

*la mattina dopo*

Mi sveglio e mi vado a lavare, sento l'odore del dolore, l'odore delle mie lacrime.

Mi guardo allo specchio e faccio pena,

Ho gli occhi gonfi e le guance arrossate, provo il mio finto sorriso da "va tutto bene".

Mi infilo in doccia e dopo una decina di minuti esco e mi vesto, vado da mio padre che non si è ancora preparato

Io: dimmi che ti farai la doccia prima di uscire
Mario: prima di uscire?
Io: si, non era oggi che dovevamo andare a mangiare da quella signora?
Mario: cazzo, è vero!

Corre a prepararsi, ma tanto abbiamo tempo, quando torna giù andiamo in macchina e partiamo, una volta arrivati li vediamo una casa grandissima

Io: ah, ha i soldi che le escono dal culo la signora
Mario: Niky!!

Mi riprede e io scoppio a ridere, noi non siamo abituati a stare con persone ricche, anzi tendiamo a starne alla larga, almeno io parlo per me, poi non so mio padre, andiamo alla porta e bussiamo, ma nessuno ci caga

Giardiniere: dovete premere il citofono, se no non vi sentono
Io: ah, hanno la casa troppo grande, non sentono quando si bussa, ma non dovrebbe sentirsi l'eco in questi casi

Scoppiamo a ridere e a noi si aggiunge anche il giardiniere

Giardiniere: voi non siete ricchi, vero?
Io: eccome no, che non si vede?

Dico ironicamente

Giardiniere: a me sembravate ricchi, ma poi vi ho sentiti e non avete la puzza sotto il naso come la maggior parte degli ospiti della signora
Io: sei simpatico
Giardiniere: grazie, anche voi

Tutto d'un tratto si apre la porta e per poco non urlo, ci ritroviamo faccia a faccia con la signora

Mario: salve Agata

Dice prendendole la mano e baciandola, io non so come sto riuscendo a non ridere davanti a tutto ciò

Agata: Buongiorno e lei dev'essere tua figlia, come hai detto che si chiamava?
Mario: Nicole
Io: piacere

Le dico ma lei non risponde, che ingrata di solito si dice "piacere mio".

Aveva ragione il signore di prima quando diceva che hanno la puzza sotto il naso, mi giro cercando il signore ma è scomparso, l'unico che era riuscito a strapparmi una risata vera, peccato

Agata: accomodatevi pure, ragazze scendete! Loro sono Rebecca e Stefania

Vedo ste due ragazze, tutte e due con un vestitino dello stesso modello solo che una ce l'ha rosa e l'altra ce l'ha viola, non le invidio per niente, io ho addosso dei jeans neri e una felpa, come sempre, le due ragazze mi guardano dall'alto al basso, poi si guardano e ridono

Coscienza: cazzo ridete dementi
Io: oddio ti amo coscienza
Coscienza: si, lo so

Una delle due mi prende per il braccio e mi portano nel salotto e ci sediamo sul divano, dove ci sono thè, latte e biscotti

Rebecca: vuoi un po' di thè?
Io: no, grazie
Stefania: un po' di latte?
Io: no, grazie
Rebecca: va bene, tu sorella vuoi un po' di thè?
Stefania: si, te vuoi un po' di latte dentro il tuo thè?
Rebecca: si, grazie

Coscienza: ma dove siamo finite? Dalle regine Elisabetta? Qualcuno ci salvi da qui
Io: no, QUALCUNO SALVI LA REGINA!

Agata: ragazze è pronto
Io: scusi Agata, mi potrebbe dire dov'è il bagno?
Agata: certo sempre dritto, l'ultima stanza a sinistra

Questa casa è così grande che ho paura di perdermi, per fortuna ho trovato il bagno, mi faccio una coda alta e mi lavo le mani, poi torno di là e hanno già iniziato a mangiare

Coscienza: ma da quando si fa così? Mica bisogna sempre aspettare che ci siano tutti?
Io: a quanto pare i ricchi possono permettersi di essere maleducati, io sono stata educata bene

Io: buon appetito

Non ricevo risposte, cazzo mi sento un alieno, voglio tornare a casa!

Agata: quindi parlami un po' di te Mario
Mario: beh, io faccio il manager, ho una figlia
Io: questo si sapeva già

Noi due scoppiamo a ridere mentre Agata e le sue figlie rimangono impassibili

Coscienza: una risata non gli farebbe male
Io: hai ragione, ma a quanto pare sono fatte di ghiaccio, va beh

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