54 CAPITOLO

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Reby: cosa guardi?
Io: il film per cui sono in fissa da un po'
Reby: sarebbe?
Io: Tuo, Simon
Reby: di che parla?

Inizio a spiegargli tutto, anche le mie parti preferite, alla fine decidono di vedere il film con me, lo faccio iniziare da capo e quando il protagonista piange per una cosa successa nel film, si mettono a piangere anche loro, io non ho pianto ne la prima volta che l'ho visto ne tutte le volte dopo, ma lo adoro, forse perché mi piace l'argomento di cui parla o forse non lo so, ma lo amo

Stefy: no, povero Simon
Reby: stai scherzando, i poveri sono i suoi amici
Stefy: no, è stato abbandonato dai suoi amici, lui non l'aveva fatto per far del male, era spaventato, cosa doveva fare?
Reby: ha tradito i suoi amici, che non l'abbia fatto apposta o no l'ha fatto

A volte i loro ragionamenti fanno schifo e mi chiedo perché non chiudano la bocca, mi viene in mente un idea, però più che pensare che sia bella mi sa che non è per niente decente

Io: state zitte e guardate il film

Finisce il film

Io: ora voi die signorine gentilmente sloggiate

Dico e loro mi guardano sorridendo ed escono, non so perché ma la mia malattia ci ha unite o almeno per ora sembrerebbe di si, aspetto la sera mentre mi guardo altri film, ma horror

Agata: a cena!!
Io: io non ho fame!!

Mi metto a guardare l'ennesimo film horror, penso di averne già visti due o tre.

Mi sdraio un'attimo a guardare il soffitto e inizio a pensare a un ipotetico futuro dopo la morte, il mio pensiero va dritto a quattro soluzioni: la prima è che ci sia il paradiso/inferno e che lì si viva in base a come hai vissuto nella vita sulla terra, la seconda è che si risusciti in un altro corpo, la terza è che continuiamo a vivere nel mondo e quindi poter vedere tutti i giorni ciò che fa la persona che ami, i tuoi parenti, puoi vedere la loro reazione alla tua morte, in poche parole vagare per il mondo, spiando le persone, la quarta è il vuoto, il niente, il buio assoluto, niente emozioni e niente sensazioni, la fine di una storia e basta

Mario: polpettina tutto bene?
Io: si
Mario: non vieni a cena?
Io: non ho fame
Mario: amore, non puoi non mangiare, soprattutto nella tua situazione
Io: papà, non morirò se non mangio per una volta
Mario: Polpetta, ti prego, non parlare così della morte
Io: va bene
Mario: quindi? Vieni a mangiare?
Io: ma.. Va bene

Scendo con papà

Mario: c'è la pasta al pesto
Io: non ne ho voglia, mi faccio io qualcosa, va bene?
Mario: va bene, dì a Mariella cosa vuoi e lei te la cucina
Io: no grazie , io a differenza di tutti voi ho ancora le mani

Mi da fastidio sta cosa, papà sembra diventato come gli altri, usano le persone che lavorano in questa casa come fossero zerbini, ok, sono qui per fare questo lavoro, ma ciò non significa che devono essere comandati, anche loro hanno sentimenti.

Vado al frigo e prendo un finocchio, io li amo, sono buonissimi soprattutto fatti a insalata, anche se sono buoni anche in padella o anche in padella col formaggio, mi stoppo dal pensare a la bontà dei finocchi e prendo un coltello di ceramica

Mariella: Nicole, guarda che quei coltelli tagliano tanto, potresti farti male
Io: di certo non mi cambia il destino

Inizio a tagliarli e senza farmi nemmeno un graffio

Io: visto

Metto tutto a lavare e pulisco il finocchio che ho tagliato, poi lo metto da parte e mi metto a lavare il coltello, lo asciugo e lo rimetto dov'era

Mariella: ma la smetti di fare tutto quello che dovrei fare io?

Dice ridacchiando

Io: no

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