Scrivere una canzone, superare quel blocco che era stato la causa del nostro allontanamento, non si era rivelato un traguardo.
Bensì un passo in avanti, verso la nostra totale libertà nel vivere una storia a trecentosessanta gradi, come una coppia normale.
Quella mattina di tre giorni fa, mi avevi quasi implorato di rimanere in Puglia con te, ma la mia partecipazione in radio me lo aveva impedito.
In realtà, credevi che mi avrebbe impedito anche di raggiungerti a Roma, per il tuo importante concerto, ma avevo fatto in modo di poterci essere.
Anche se tu questo non lo sapevi.
Volevo solo sorprenderti e rendere la nostra riunione, ancora più desiderata.Mi avevi urlato contro che ti stavo punendo, mi avevi chiesto per quanto tempo ancora dovevi scontare quella tua mossa dettata dalla leggerezza.
Ti rassicurai del contrario, ma il mio modo di essere, mi dava torto.
Sapevi meglio di me che se tenevo davvero a qualcuno, niente poteva fermarmi dal raggiungerlo anche in capo al mondo e ti domandavi perché da parte mia, non c'era più quella volontà di smuovere mari e monti, pur di vederti.
In realtà, quello che poteva partire insieme a me per Milano e tentare di ricostruire la mia fiducia, eri tu, ma anche in quel caso, preferisti il mare ad un appartamento con vista sul Duomo in lontananza.Un letto troppo grande in cui ti perdevi, insieme alla voglia di calore, che ti mandava fuori di testa.
Le giornate prive di cose importanti da fare scorrevano tutte allo stesso modo, e la tua poca abitudine a quei momenti, ti rendeva nervoso.
Tentavi di alleviare il mal contento con lunghe gite in barca circondato dagli amici di sempre, ma con un occhio vigile alla mia quotidianità, compreso quello che comportava il tuo volerne essere costantemente aggiornato.I conti non tornavano e tu non potevi fare niente perché le somme risultassero diverse.
Tante volte, mi ritrovai spiazzata da una tua reazione di sconforto e per quello, pronta a dirti la verità.
Ma ero certa che avresti apprezzato molto di più non sapere, ed essere sorpreso.La diretta in radio, che mi impegnava da diversi pomeriggi ormai, la portai a termine al meglio, non facendo presagire nulla ai miei ascoltatori, nonostante durante il passaggio di una tua canzone, avvisai del tuo concerto che si sarebbe tenuto fra qualche ora.
Chiesi ad un mio collega di portarmi dritta in aeroporto, erano quasi le sei del pomeriggio e senza imprevisti, sarei arrivata giusto in tempo per l'inizio del live.
E l'idea che al mio arrivo i tuoi fans, fossero tutti già belli posizionati, poteva essere positivo.
Nessuno, avrebbe notato la mia presenza, o almeno non prima di aver notato la tua.
Era quello che mi premeva accadesse, le attenzioni dovevano essere rivolte solo a te e se per farlo, dovevo compiere un passo indietro, lo avrei fatto volentieri.Il recupero valigie per mia fortuna, fu più veloce del previsto, portai vestiti per una settimana come mio solito, ma solo per trovarmi preparata nel caso mi chiedessi di restare con te.
Stavolta non avrei rifiutato.
Con premura cercai un taxi, carica di bagagli e aspettative, e quella stessa fretta, la rivolsi all'autista di quel mezzo che tra mille slalom, voleva portarmi a destinazione.Riaffioravano alla mente, bei ricordi legati alla città che stavo attraversando per raggiungerti.
La mia prima conduzione importante, giorni spensierati al tuo fianco prima del distacco forzato e dettato dalla razionalità.
Ma quel mio cambio di programma con il seguire le regola, non aveva niente a che fare.
Qui, di ragionato c' era ben poco.Le urla stile tifo da stadio, predominavano sull'audio di tutta la zona adiacente. E furono loro a guidarmi verso la direzione giusta.
Nel vero senso del termine.L'adrenalina, l'affetto, mi erano stati sbattuti in faccia sin dai primi secondi del mio arrivo nel parterre.
Si, avevo scelto di ammirarti da lì come una tua sostenitrice qualunque, già in accordo con gli organizzatori dell'evento, che mi fecero entrare senza indugio.
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L'ossigeno non è respirare {Ermal & Frida}
Fanfiction[CONCLUSA] Avevano smesso di contare i giorni, ma non le stelle. Inalato ossigeno, senza respirare davvero. Rendendo il cielo un contorno indefinito a cui appigliarsi. In cui ritrovare loro stessi, ingoiati dalle loro stesse mancanze. Divorati da d...