5) Sei il mio punto debole

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Delusione.
Amarezza mista ad imbarazzo.
Poteva una foto insignificante, smuovere tutto questo in me?
Ne era stata capace.
Era arrivata inaspettata come un tornado e aveva mietuto vittime senza guardarsi indietro.
E quel tuo sfrontato disinteresse nel non fermarti in tempo, ignorando le conseguenze, mi aveva innervosito e fatto venire il volta stomaco.
Ti stavi conformando alle masse, a quei tipi di cantanti a cui serve sfoderare questi mezzucci per accaparrarsi l'articoletto sul blog di gossip, piuttosto che il pu parler generale che fa sempre comodo.

Crederti diverso era la causa della mia inquietudine degli ultimi giorni, fortunatamente carichi di lavoro e ospitate, che mi avevano lasciato davvero poco tempo per riflettere. O forse, semplicemente, mi risultava più comodo spostare il fulcro del mio interesse verso qualcosa che procedeva a gonfie vele, piuttosto che ammettere che noi stavamo calando a picco, insieme alle nostre consapevolezze.

Due date dietro l'altra del tuo tour, qualche riferimento velato a me, poi silenzio, scandito da qualche chiamata da parte tua, mai accettata e una conversazione tramite messaggi che iniziava in maniera pacifica e finiva con la voglia di gettare il cellulare da qualche burrone.

Ma quello che più mi rattristava, era essere vista come la carnefice da gran parte dei tuoi sostenitori.
La fidanzata ingrata, la ex in cerca di spunti per far parlare di sé.
Non si era ancora capito da che parte tirava il vento e tu mettevi in ballo nuovi spunti, per permettere alla gente di gettarmi fango ingiustificato addosso.

Avevo trascorso i giorni a detestarti.
A chiedermi se ne valeva la pena sopportare quella condizione, se poi non eravamo in grado di risolvere i nostri problemi.

Mi avevi chiesto di raggiungerti e anticipare la partenza ad Ostuni, visto che avevi a disposizione un giorno di libertà.
Rifiutai la proposta, dando la colpa a dei progetti lavorativi.

Starti lontano mi pesava, ma serviva ad alleviare quella negatività che altrimenti ti avrei sputato contro con tutta la durezza che mi contraddistingueva.
E duoleva ammettere che forse, chi non mi conosceva era riuscito a scorgere solo quella caratteristica in me.

La dolcezza che celavo dentro, la meritavano in pochi perché preziosa.
E tutto quello che puoi avere in piccole dosi, diventa una qualità rara e introvabile a cui chiunque vuole aggrapparsi per non farsela scappare.
Ma tu, l'avevi lasciata volare via come un qualcosa che non volevi portare con te.
E che ora, senza averne diritto, pretendevi ti tornasse indietro.

La città in cui vagavo in lungo e in largo da un ufficio all'altro senza sosta, sembrava inghiottirmi, adesso che gli amici più fidati erano sparsi tutti in punti opposti ai miei.
Trascorsi il sabato sera più triste della mia vita, tra una serie tv su Netflix e una cena da asporto, fattami recapitare direttamente a casa.
Quella solitudine me l'ero voluta io, nessuno mi aveva obbligato a non prendere un volo per Brindisi o per ovunque ti trovassi, ma non mi sembrò la scelta opportuna.

Ci dormì su e quel senso di irrisolto me lo portai anche il mattino dopo, quando quell'aereo mi stava davvero aspettando, insieme a gran parte degli addetti ai lavori del "Battiti live", già posizionati nella piazza in cui si sarebbe tenuto lo show.
Noi presentatori, arrivavamo sempre prima degli artisti, e quel largo anticipo, mi diede l'opportunità di non farmi cogliere impreparata al tuo arrivo.

Ero sommersa dall'ansia.
Ansia da prestazione e ansia di rincontrarti dopo svariati giorni.

Quando riconobbi tutti i membri del tuo staff e accompagnatori, capì che da lì a poco, saresti arrivato anche tu.
Riuscivo a scorgere i tuoi ricci che ondeggiavano a ritmo con la tua camminata, un siparietto che mi strappò un sorriso, prima di tornare nuovamente seria, vedendoti ormai vicino.

L'ossigeno non è respirare {Ermal & Frida}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora