Avevo sempre diffidato di quelli che dicevano di aver voltato pagina, senza aver scritto nemmeno un rigo.
Di quelli che non avevano sentito il bisogno di sfogliarsi con cura, rileggersi, prima di lasciarsi alle spalle qualcosa di più pesante di loro.
Io, stavo tentando di farlo da diverse settimane, e complice la bellezza della mia terra nativa, sembrava che ci stessi riuscendo.
Quello che mi destabilizzava, era l'aver dovuto eliminarti dalla mia vita, perché ciò accadesse.
E non perché tu sia un problema da sommare a quelli già esistenti, bensì la tua vicinanza mi distraeva così tanto, da non permettermi di guardare a fondo dentro di me e di scavare nel mio dolore, affrontandolo una volta per tutte.Avevo sempre convissuto con una mancanza, ma adesso che un altro uomo mi aveva abbandonato per una crudele fatalità, sembrava insopportabile resistere.
In Italia, mi ero fiondata sul lavoro, accettando qualsiasi cosa portasse la mia mente lontano da quel pensiero.
Nei mesi successivi, ero diventata protagonista di una carriera non mia, lasciando senza respiro te, un fidanzato che desiderava solo una relazione stimolante, come solo nei primi mesi può essere.Nel nostro caso, è come se il destino ci avesse spinto a bruciare le tappe, contro la nostra volontà.
Una convivenza prematura e impegnativa, distacchi prolungati mai inevitabili, occhi sempre puntati addosso, che non permettono il margine d'errore.Avevamo provato a non sbagliare, anche se la poca conoscenza l'uno dell'altro ci remava contro.
E ci siamo sempre sostenuti, nonostante i passi falsi e le parole dettate dalla rabbia.Mi fa strano, alzarmi dal letto al mattino e non vederti intento a preparare qualcosa da mangiare a colazione, non vuoi mai saltare quella nostra consuetudine, perché sai che probabilmente non ci rivedremo prima di cena.
E pensare che sono trascorse diverse settimane, ma io riesco ancora ad immaginarti ad ogni angolo degli orizzonti che i miei occhi ammirano.
Mi impressiona e a col tempo mi spaventa.
Da una parte, sono certa che non saranno i chilometri di distanza a farmi dimenticare di noi, dall'altra, spero che il pensarti costantemente non significhi dipendere in qualche modo da te.
Ed è l'ultima cosa che voglio.
È il motivo per cui sono fuggita, dopotutto.Quel tipo di attaccamento morboso ad un uomo, mi ha fatto bruciare tante storie, e quella con te, non doveva essere l'ennesima.
Continuo a convincermi, come se recitassi un mantra, mentre mi fiondo tra i vialetti semi deserti in cui a passo felpato, consumo la mia corsa mattutina.
Una scarica di sudore e adrenalina, che mi regala un leggero sollievo.La mia prestanza fisica è sempre al top, ho una naturale predisposizione alla cura di me stessa, è sempre stato così. Le uniche volte in cui è avvenuto il contrario, si trattava di episodi in cui credevo di valere talmente poco, da non perdere tempo a curare un corpo che tanto non avrebbe amato nessuno.
Avevo imparato a prendermi cura della mia mente, a convivere con i miei difetti e a fare tesoro delle mie lacrime, prima che questa trasformazione interiore fosse raffigurata da un fisico esile e slanciato.
Un viaggio interiore non si può cancellare.
C'è stato un periodo della mia vita in cui, ero l'ombra di me stessa.
E mia madre mi aveva sempre evitato di cadere, pur non stringendomi a sé più forte che poteva, perché aveva il terrore che il mio equilibrio potesse sgretolarsi, insieme alle mie ansie.
Mi ha lasciato libera di schiantarmi al suolo, porgendomi qualcosa di morbido su cui adagiarmi, poco prima che fosse troppo tardi.
Mi ha riportato a galla, senza impedirmi di nuotare a largo, fin dove le mie insicurezze avevano affondato basi solide.Affronterò cambiamenti e numerosi percorsi ad ostacoli, ma una cosa l'ho appresa dal mio passato turbolento: a volermi bene.
E a non cercare per forza nel genere maschile, la figura di un padre che non ho mai avuto.
E che il fatto che lui mi abbia rifiutato, non significa che io non valga più della sua mancanza di coraggio.
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L'ossigeno non è respirare {Ermal & Frida}
Fanfiction[CONCLUSA] Avevano smesso di contare i giorni, ma non le stelle. Inalato ossigeno, senza respirare davvero. Rendendo il cielo un contorno indefinito a cui appigliarsi. In cui ritrovare loro stessi, ingoiati dalle loro stesse mancanze. Divorati da d...