Quando abbandoni gli studi in cui hai tenuto il tuo ultimo showcase previsto per questi mesi, sei un turbinio di emozioni contrapposte.
Ho imparato a conoscerti, non è una novità, eppure nel tuo sguardo c'è un abisso più profondo, qualcosa che non riesco a cogliere.
Probabilmente perché ho anteposto per l'ennesima volta le mie sensazioni, ai tuoi bisogni.
E fin quando continuerò a farlo, non sarò degna di avere la definizione di "colei che ti ama".Togli la giacca di pelle che sembra comprimere il tuo corpo e il tuo cuore, a coprirti la camicia bianca che dici di aver indossato per distrarre il pubblico dalla tua voce inesistente.
Parli a stento, da quando siamo tornati nella stanza di turno che ci ospita.
Continui a bere, a fare degli strani versi che dici abbiano sempre funzionato, mentre chiedi che ti venga portato un po di miele.Io continuo a vagare, senza essermi messa comoda come mio solito.
Sono ancora tutta in tiro, come fossi pronta per andare via da un momento all'altro.
Ho ancora fissi nella mia mente, tutti i discorsi che hai affrontato stasera e mi sono appena resa conto, di non essere quella che fa al caso tuo.
Una che ti incasina la vita, non è l'ideale per uno che ha solo bisogno di ordine, di conforto, come te.
Non ho intenzione di chiuderla con un "Insegui i tuoi sogni, non aspettarmi." Non siamo mai stati una di quelle ordinarie coppie che si dicono delle frasi di circostanza.
Voglio farti del bene, senza ipocrisie, ma con i piedi ben saldi a terra, e posso farlo solo allontanandomi.«Ermal...»
«Cosa c'è?»
Sembri già intuire che qualcosa non va, dal tono scontroso di quella domanda.«Non sono preparata, non so da dove iniziare.»
«Intanto siediti e guardami in faccia. Mi danno su i nervi quelli che non stanno fermi mentre parlano!»
«Il discorso che hai fatto stasera, è giusto... » Dico, accomodandomi di fronte a te.
«Quale dei tanti? Se ti riferisci al discorso dello sciamano anche io lo trovo ridicolo... »
«Mi riferisco a quando hai parlato di coltivare l'essere...
Io devo coltivare il mio.»
Ti correggo.
«Sono scappata troppo tempo dal guardarmi dentro, per paura di non trovare nulla. Perché forse in realtà questo io sono, il nulla.»«Hai anche problemi di bassa autostima adesso?»
Prima ero la Frida Morgan acida degli articoli per Rockol, poi la realista di Rolling Stone, poi la sentimentale che recensisce le canzoni del suo fidanzato.
La simpatica speaker, poi la fashion blogger improvvisata.
Adesso, mi sento solo una zia in pensione.«Non so più chi sono Ermal e non posso capirlo stando con te.»
«Questa è una decisione che non posso influenzare, né impedirti di prendere.»
«Mi sono aggrappata alla tua vita, annullando la mia. E ora che il tour è finito, tu ti senti svuotato e confuso, ma pronto a buttarti a capofitto in un altro progetto.
E io? Cosa farò?»«Possiamo scoprirlo insieme!»
«Essere l'assistente di Ermal Meta non è la mia massima aspirazione!»
«Non ti chiederei mai di farlo!»
«Ma negli ultimi tempi lo sono stata! E se quando ci siamo conosciuti, tu ti fossi trovato davanti una senza arte né parte, non ti saresti mai innamorato di me!»
«Non ho la sfera di cristallo, non posso dirti cosa sarebbe successo sé...»
«Capisco dalla tua risposta quanto te ne importa!»
«Frida, sono mesi che ti rincorro, che ti permetto di aggrapparti a me, ma tu continui a sfuggire dalla mia presa e io, non voglio, non posso metterti in gabbia. Non posso farti vivere una vita che non vuoi, non posso prometterti che le cose cambieranno. Tutto quello che posso darti è un sentimento senza riserve, non un alternativa, né una scappatoia dalle tue inquietudini.»
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L'ossigeno non è respirare {Ermal & Frida}
Fanfic[CONCLUSA] Avevano smesso di contare i giorni, ma non le stelle. Inalato ossigeno, senza respirare davvero. Rendendo il cielo un contorno indefinito a cui appigliarsi. In cui ritrovare loro stessi, ingoiati dalle loro stesse mancanze. Divorati da d...