Mi sveglio tra i margini di un letto in cui non ti trovo.
Stendo una mano, che di solito viene afferrata e usata come fosse una fionda, che mi spinge fra le tue braccia.
Ma stamani è diverso.
Tu sei in giro, probabilmente hai consumato un caffè di tutta fretta, senza toccare altro, hai lavato di corsa i denti, ti sei specchiato per posare una mano tra i capelli, tentando di riordinarli e non riuscendoci ti sei arreso.
Hai messo su le prime cose che hai trovato e sei corso via a incontrare chissà chi, per chissà quale motivo.
Non riesco a memorizzare tutti i tuoi incontri, perdonami.
Anche se nell'ultimo periodo si sono ridotti e riusciamo a goderci di più la nostra quotidianità.A tratti noiosa e monotona, ma soltanto nostra.
E non la vorrei sostituire con niente al mondo.
Così come non voglio sostituire te.Sei il primo pensiero al mattino, è una condizione fissa, da mesi a questa parte.
Non c'è scampo.A piedi nudi, mi avvio ad abbandonare le coperte, oltrepassando il corridoio del nostro nido, che mi porta fino in cucina, osservo la scia di foto che riempiono le pareti.
Sembra che siano passati chissà quanti anni dalla prima foto scattata insieme. Quella in cui avevamo già intuito che tra di noi, c'era qualcosa di speciale.
Non mi riferisco al primo selfie amichevole che custodisco gelosamente nel mio iphone.
Questa foto che ho davanti racconta molto di più.
Ci siamo noi seduti tra gli scogli, del tuo e un po anche mio, mare barese, avvolti dai nostri cappotti, il mio classico nero, il tuo di un sofisticato beige chiaro.
Non è estate, è marzo inoltrato ma non si respira aria primaverile.
Sei tu il modaiolo della coppia in questo scatto.
I tuoi rayban appena acquistati, che ti incorniciano il viso come nessun'altra montatura, un espressione distesa e un sorriso accennato.
Non riesco a scorgere i tuoi occhi, ma riesco a leggere comunque tutto il tuo desiderio di avermi lì vicino a te.
La mia analisi continua e sposto l'attenzione su di me.
Anche il mio viso è coperto da degli occhiali da sole è la mia espressione è timida e quasi impacciata.
Era una delle prime volte in cui mi avevi stretta a te e se ci penso, mi si spezza il respiro in petto.
Avevamo appena festeggiato il tuo sold out al Forum con una redbull bevuta alle otto di mattina.
Diciamo che si poteva dire tutto di noi, tranne che siamo una coppia convenzionale.
Abbiamo sfatato questo mito tante volte e le foto che si susseguono, ne sono tutte la testimonianza.È stata una bella idea stamparle in formato Polaroid, e comprare una di quelle catenine di led in cui si possono appendere attraverso delle mollettine.
Ogni volta che attraverso questa parete, sembra di rivivere ogni istante della nostra storia.
E mi emoziona.
Chissà se emoziona anche te.Non ne abbiamo ancora parlato.
A dire il vero, siamo talmente concentrati sul nostro lavoro ultimamente, che dimentichiamo di concederci dei momenti in cui ricordare tutto quello che abbiamo attraversato, per arrivare al punto di condividere persino le mura di una casa, insieme.È stato prematuro, folle, totalmente in contrapposizione con la nostra decantata razionalità, la decisione di farlo, eppure è stato un passaggio affrontato con estrema naturalezza.
Nessuno dei due sopportava l'idea di dividersi, seppur per qualche ora, sapendo che magari ci sarebbero stati giorni in cui saremmo stati obbligati a farlo.
Perché stare separati nella stessa città?La risposta è stata immediata.
Scegliere un bilocale non troppo grande, ben collocato a Milano che favorisse lo spostamento di entrambi.
Poi, mille vicissitudini, ci portano a goderci queste mura molto poco.La mia ipotesi di restare a Miami, la tua voglia di tornare a Bari.
Questa casa sembra un purgatorio in cui stiamo sopravvivendo, nell'attesa di capire cosa fare del nostro futuro.Vorrei cercarti, dirti dove sei, ma conoscendoti so che se ci fosse qualche problema mi avresti avvisata.
Sei affidabile e per questo vuoi che io mi fida e che non abbia il bisogno di sapere ogni istante cosa tu stia facendo.
Anche se il senso di apprensione che tanto detesti ogni tanto si fa largo in me e io combatto una battaglia giornaliera in cui tento di sconfiggerlo.
Vinco io per tua fortuna.
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L'ossigeno non è respirare {Ermal & Frida}
Fanfiction[CONCLUSA] Avevano smesso di contare i giorni, ma non le stelle. Inalato ossigeno, senza respirare davvero. Rendendo il cielo un contorno indefinito a cui appigliarsi. In cui ritrovare loro stessi, ingoiati dalle loro stesse mancanze. Divorati da d...