Ti raggiungo in studio di registrazione.
Sono giorni che lasci casa nostra di prima mattina e non torni, prima che sia tarda sera, talvolta anche piena notte.
Abbiamo abbandonato la Puglia, tu a malincuore e siamo rientrati a Milano quasi obbligatoriamente.
Ti pesa come un macigno questa condizione, ma almeno per ora, sai che è la soluzione migliore per entrambi.Entro, ormai so bene dove dirigermi, conosco tutti e tutti sono sempre felici di vedermi.
Persino tu.Solitamente non vuoi che qualcuno interrompa ciò che stai facendo, infatti scelgo di arrivare quando il lavoro maggiore è stato portato a termine e state tutti salutandovi, per rientrare a casa.
Tu sei sempre l'ultimo ad andare via.
Riordini con cura ciò che gli altri hanno lasciato in giro, minuzioso, precisino.
Ti si legge in viso la stanchezza, hai gli occhi scavati, i capelli sfatti, vestiti raccattati a casaccio dal tuo armadio.
Eppure, sei pieno di orgoglio per ciò che stai creando, stai aiutando un ragazzo in cui credi, che hai anche scelto per aprire i tuoi concerti, a raggiungere il suo sogno.
E la tua espressione soddisfatta, mi lascia intuire che nonostante le notti insonni, nulla vale più di essere colui che nutre la felicità di qualcun'altro.«Ehi... Ti sei persa?» Mi chiedi con il tuo solito sarcasmo.
«Ero in giro...» Faccio la vaga.
«Non è proprio un posto in cui ti ritrovi per caso.»
Mi hai sgamato.
«Ho finito il mio tour di sfilate per oggi.
Anzi l'ho finito per sempre!»«Qualcosa non va?»
«Giro a te la domanda. Credi che io sia diversa?»
«Cosa intendi?»
«Se tu mi avessi conosciuto ora, ti saresti ugualmente innamorato di me?»
Questa è la prima volta che mi presento qui, entro sempre in punta di piedi nei tuoi spazi lavorativi, ho il timore di essere fin troppo invasiva.
Ciò che mi ha spinto a venire è la mia volontà di mostrarti il mio appoggio.
Cosa che ho trascurato, nell'ultimo periodo.
Le mie attenzioni le ho rivolte tutte al mondo della moda, che mi ha in qualche modo adottato, senza che io mostrassi un particolare talento, che non fosse la mia innata attitudine al fashion.
Quello spaccato di società, fatto di lustrini, party esclusivi e superficialità era il tuo esatto opposto.
E prima che smarrissi la strada, anche io lo detestavo.
Era qualcosa da cui mi ero sempre tenuta a debita distanza, ma ora che l'ispirazione nello scrivere era andata a farsi fottere, sembrava l'unica valvola di sfogo.
L'unico modo per continuare a tenere gli occhi chiusi.
Se li avessi aperti, avrei scoperto che ero solo una fallita che pur avendo talento, si era fatta terra bruciata attorno per il suo caratteraccio, per il suo non piegarsi al volere degli altri, ed era rimasta con un pugno di mosche in mano.
Non rinnego le mie scelte, ma la Frida determinata e sicura di sé che avevi conosciuto qualche mese fa, sembrava essersi smarrita in qualche spiaggia di Miami.«Credo di no.»
Rispondi, schietto, e mi dai conferma di ciò che penso.
Non avresti mai provato interesse per una che cammina braccetto con Donatella Versace o prende un caffè con Giorgio Armani.
Hai bisogno di restare con i piedi per terra, di convivere con la tua umiltà.
Fra dieci anni ti immagini spingere tuo figlio su un altalena che hai messo su tu, in un giardino di un casolare immerso nelle campagne pugliesi.
Vedevi ancora la mia immagine, se pensavi alla tua donna ideale?«Perché ti presenti qui per chiedermi questo?»
«Perché non so più chi sono!
È come se la Frida di cui ti sei innamorato mesi fa, fosse morta insieme a suo fratello.»
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L'ossigeno non è respirare {Ermal & Frida}
Fanfiction[CONCLUSA] Avevano smesso di contare i giorni, ma non le stelle. Inalato ossigeno, senza respirare davvero. Rendendo il cielo un contorno indefinito a cui appigliarsi. In cui ritrovare loro stessi, ingoiati dalle loro stesse mancanze. Divorati da d...