02. Acquisto

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Tutte le ragazze della fila tenevano la testa bassa o gli occhi rivolti verso il pavimento. Per Kwon Jayeon questa era la seconda volta. Era denigrante e la faceva sentire come se non fosse una persona. Probabilmente c'era un uomo dall'altra parte del vetro insieme a un Superiore - che stava guardando, decidendo. Forse si stava leccando le labbra, e ciò le fece venire i brividi. Il pensiero di poter essere venduta a qualcuno la disgustava.

In tutta onestà, non sapeva cos'era più pericoloso: stare lì, con i Superiori, o essere venduta a un completo sconosciuto. Questo estraneo poteva essere un serial killer o avrebbe potuto forzarla a fargli quelle cose che piacevano agli uomini.

"Porta Kwon Jayeon nella stanza. Tutte le altre, tornate nelle vostre celle," disse una voce sopra le loro teste.

Il suo petto cominciò a bruciare e le mani a tremarle. Ma non fece resistenza, perché là fuori poteva avere l'occasione di vivere di nuovo. Lì dentro la vita era solo dolorosa. Più della sua vecchia vita, il che è tutto dire.

Il Superiore la portò in una stanza privata, nella parte anteriore dell'edificio, mentre le faceva la predica. Le ricordò di tenere puliti i vestiti del suo nuovo padrone, di tenergli la casa perfettamente in ordine e preparargli il pranzo ogni notte. In questo modo i clienti sarebbero tornati alla prigione degli schiavi. Una schiava obbediente meritava una seconda visita.

Quindi mi ha comprata un uomo, pensò. Questo risponde a una domanda.

"Non ti hanno mai spiegato come si soddisfa un uomo." Il basso ma tonico Superiore le sogghignò. "Dovrei insegnartelo io prima che te ne vada?"

"Toccala e ti faccio saltare le rotule," disse una voce dietro di lui.

Il Superiore si voltò a guardare e il suo viso sbiancò. Jayeon se ne accorse, domandandosi se anche lei avrebbe dovuto avere paura. Se era in grado di spaventare persino questi mostri, allora quel ragazzo doveva essere parecchio potente. O estremamente crudele.

Suga inclinò la testa. "Ti conosco. Hai portato mia moglie in questa stessa stanza. Dimmi, hai provato a insegnare qualcosa a Kang Hyemi prima che fosse comprata per diventare Min Hyemi?"

"N-Non dopo che l'hai comprata, no."

Jayeon sollevò un sopracciglio. Ricordo quel nome. Dicevano che era una piantagrane.

"Bene. Perché queste scarpe sono nuove e non voglio spiegare a mia moglie come ho fatto a sporcarle di sangue. Ultimamente il sangue non le va a genio." Suga sogghignò dopo che il Superiore ebbe annuito. "Ma, vedi, la ragazza che hai appena minacciato di stuprare, è la nuova fidanzata del mio maknae."

Namjoon mugolò. "Non mi piace quando i miei membri non vengono rispettati. Suga odia la mancanza di rispetto più di me. Sono piuttosto sicuro che ha appena offeso i Bangtan."

"Allora posso spararti," dichiarò fermamente Suga.

Jayeon non era stupida. Lo stavano fottutamente minacciando. Si guardò intorno per cercare una fondina ma non ne vide nessuna. I suoi occhi ispezionarono l'altro uomo e vide che non aveva nessuna arma nella cintura quando si voltò per dire qualcosa all'uomo più pallido. Forse, se il Superiore non fosse stato un emerito idiota, avrebbe detto qualcosa per farsi portare subito fuori di lì. Ma visto il modo in cui aveva trattato le altre ragazze - alcune più giovani di lei - facendole tremare di paura in un angolo, non le importava se quegli uomini gli avrebbero fatto tremare le ginocchia.

Poi Suga guardò nella sua direzione. Lei si raddrizzò sotto il suo sguardo. "Beh? Vuoi che gli spari?"

Le sue labbra si aprirono ma poi le richiuse. Guardò il Superiore che la stava supplicando con gli occhi. Quell'uomo era un mostro. Si merita qualcosa di peggio del graffio di un proiettile, pensò. Eppure non poteva dire a quell'uomo pallido o a quello biondo di sparargli. Non ne aveva il coraggio. Guardò di nuovo il ragazzo pallido.

ᴘᴇʀ ᴀᴍᴀʀᴛɪ ᴇ ᴏɴᴏʀᴀʀᴛɪ || ᴊ.ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora