Come aveva anticipato Katherine, la preside era una buona persona.
Era una donna alta e nonostante il suo corpo mostrasse la sua reale età, conservava una giovane bellezza.
Il suo viso esprimeva una genuina cordialità nell'aiutare il prossimo ed era ravvivato dai capelli lisci, biondi, che teneva raccolti in una crocchia ordinata, come del resto era la sua postura rigida.
Il suo sguardo sincero era raffigurato dai grandi occhi di un chiaro azzurro e il suono della sua voce era come una melodia colma di quiete, cosicché pensai che sarebbe potuta divenire la mia consolazione.
"Sai Marisol" mi richiamò "Una ragazza si è proposta per presentarti la scuola" mi informò.
"Mi ha detto che vi siete conosciute ieri e mi ha fatto molto piacere saperlo" disse.
"Katherine?" chiesi.
"Sì, la Signorina Thompson" rispose.
"Al termine della pausa pranzo vi incontrerete per iniziare il giro" mi informò.
"Dove?" chiesi.
"Non saprei, sicuramente verrà a cercarti lei stessa, dato che ho saputo che ieri avete pranzato insieme" rispose.
"Va bene" annuii poi.
"Allora puoi anche congedarti, la mensa sta per aprire e non vorrei che gli studenti ti travolgessero in corridoio" disse sorridendo, al che accennai un minimo divertimento.
Mi alzai, prendendo lo zaino in spalla "Arrivederla preside" dissi, mentre lei iniziava ad avvicinarsi alla mia figura.
"Se avrai bisogno d'aiuto, sarò sempre libera di ospitarti nella mia cattedra" disse, facendomi abbassare lo sguardo in una sensazione di disagio.
"L-La ringrazio" balbettai, uscendo dalla porta che essa stessa mi aveva aperto.
Era stato un lungo colloquio e pensavo di non aver mai sentito parlare così tanto una persona, senza alcun cenno di sfinimento.
Mi aveva spiegato un po' come funzionavano i corsi, extracurricolari e non, inoltre approvando quelli che avevo già scelto per interesse.
Si era poi divulgata nella presentazione dei professori, sempre però usufruendo di una certa professionalità in merito e dell'organizzazione di future visite e gite scolastiche.
Il suo intento, mi aveva detto, era quello di disegnare uno svolgimento scolastico alternativo, che potesse influenzare l'interesse degli studenti, per evitare di ingrandire l'odio nei confronti della scuola.
Era sicuramente una preside originale da quel punto di vista e avevo notato quanto questo progetto fosse fondamentale per lei, in particolare dal suo modo di presentarlo, quindi totalmente ansioso ma in maniera positiva.
La sua immagine rimase impressa nei miei pensieri finché il suono della campana non li oscurò e mi portò ad affrontare i numerosi ragazzi attirati dalla mensa.
Perciò mi incamminai nel giardino e decisi di occupare lo stesso luogo di ieri.
Avevo un certo nervoso nello stomaco e nonostante provassi un ripensamento ad ammetterlo, pensavo che fosse dovuto alla speranza di poter incontrare la compagnia delle due persone che ieri si erano presentate.