capitolo quindici

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Avevo retto il suo ammaliante blandire durante quel crepuscolo così rumoroso, in un momento in cui non ero nemmeno stata capace di prendere sonno.

Le sue mani avevano preso una forma provocante, perciò mentre allettava il mio animo come se fossi stata l'amor proprio, avevo accolto in me un gravoso sentimento di affetto.

Per cui, malgrado in modo accidentale, le mie gambe si erano incrociate alle sue, come le mie braccia avevano circondato il suo busto, e il suo calore era stato coinvolgente al punto di compromettere persino il mio cuore.

Il mattino seguente, al mio risveglio, ricordai che la notte i nostri corpi erano stati così vicini che l'uno avrebbe percepito il battito dell'altro.

Del resto, pensai anche che non ci fosse nulla di più imbarazzante che svegliarsi sopra un uomo così arrogante e malizioso.

Infatti era rimasto fisso in quella postura, tenendo stretti i miei polsi nel tentativo di impedire la mia fuga da quella situazione che implicava difficoltà.

"Già scappi?" chiese.

"In teoria, lei sarebbe dovuto essere fuori dalla mia stanza già da un po'" risposi, ascoltando il suo tono mattutino, che incitava dei brividi lungo la mia schiena.

"Mi stai mandando via dalla stanza che pago con una frequenza mensile?" chiese, portando in su gli spigoli delle sue labbra, motivando un sogghigno.

"Quello che sta facendo è denunciabile" borbottai, mentre le mie mani non potevano interrompere quel movimento delle sue mani lungo il mio fondoschiena.

"Fino a prova contraria, tu hai accettato il patto" disse.

"Quindi essendo consenziente, per quanto ne so non sono denunciabile" spiegò.

"Le ricordo che tra noi c'è una rilevante differenza di età" affermai.

"Il sesso viene considerato reato solo al di sotto dei quattordici anni" rispose, stringendo forte con la sua mano una parte del mio sedere.

"Sa che è davvero fastidioso quello che sta facendo?" chiesi.

"Sai che non m'importa?" rispose, copiando il mio stesso tono.

"Fino a quando ha intenzione di rimanere qui?" chiesi.

"Non saprei, sto così bene" rispose.

"Mi fa piacere" affermai "Vorrei solo che fosse lo stesso per me" aggiunsi.

L'atmosfera era ancora buia e sfocata, credevo infatti che di questo passo non saremmo mai arrivati ad un buon rapporto pacifico e di un vantaggio reciproco.

L'uomo rimase in silenzio, dalla mia ultima affermazione i muscoli del suo viso erano come infreddoliti, tuttavia pensavo che la mia risposta non riguardasse affatto il suo umore.

"Dovremmo chiarire alcuni punti del nostro rapporto" borbottò.

"Ad esempio?".

Incrociò le braccia dietro il capo con il suo solito fare impudente, "Ci sono delle regole che devi seguire, ma nel caso scegliessi di non rispettarle, opterò per una punizione adeguata alle tue azioni e la tua libertà verrebbe meno" informò.

"Quindi, in questa relazione mi serve che tu esegua ogni mio singolo comando, non so poi se serva ricordarti che accettando il patto, hai affermato a grandi linee che sarai consenziente per qualsiasi rapporto che includa il tuo corpo" disse "O il mio" aggiunse.

"Mi sembra ovvio che non ti sia permesso di baciare o avere rapporti con altri ragazzi o ragazze, e a proposito, ti consiglio di non mentirmi perché in tal caso verrei a saperlo e a quel punto arriverei a rinchiuderti in una stanza per giorni" affermò.

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