capitolo venti

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Si era addormentato sul mio letto alla fine, forse si era arreso poco dopo che avevo ceduto a quella stanchezza che mi ero procurata il giorno prima con Katherine e con William, che imperterrita aveva appesantito le mie palpebre fino all'ultimo momento.

Mi teneva stretta tra le sue braccia la mattina seguente, facendo toccare la mia schiena sul suo petto duro in modo che riuscì a riscaldare l'intero mio corpo e concedendomi quel scaricante solletico sul collo provocato dai suoi sbuffi durante il sonno.

La mia mente sembrava essere ancora alleviata dal profumo della sua colonia, mentre cercavo di ricordare il contatto con la sua pelle compatta che avevo percepito nel bel mezzo di quel crepuscolo animato - probabilmente lo avevo trovato meraviglioso -.

Del resto, per entrambi sarebbe stato preferibile se il Signor Styles non fosse mai venuto nella mia stanza a dormire quella notte, in quei giorni.

Già di primo mattino iniziai a darmi della stupida per non aver ricordato che in quel periodo del mese fosse abituale l'arrivo del ciclo e che me lo sarei dovuta imprimere nella mente, in modo da rimembrarlo anche quando avevo molto da pensare.

La mia figura era del tutto ostacolata dal suo peso, il quale era direttamente sproporzionato al mio, per cui dovetti mettere in scena un'idea che mi permettesse di scollare il suo corpo senza sporcare ulteriormente il letto, immaginavo, e che potesse salvarmi il culo da quelle condizioni.

Provai diverse volte a dividere le sue braccia, ma esse erano diventate più rigide e ad ogni mio tentativo di fuga avevano aumentato la pressione che sfruttavano per tenermi stretta, fin quando poi mi rifugiai sotto le coperte, per passare da sotto.

Sembrò funzionare, anche se era soffocante intrattenere una minima distanza con le gambe dell'uomo, comunque si trattò esclusivamente di apparenza, dato che le sue mani mi acciuffarono per i fianchi proprio quando avevo quasi terminato la mia impresa.

Una volta che mi girai nella sua direzione, mi accorsi dell'espressione sveglia ma derisoria che padroneggiava sul suo viso, quindi concepii da subito che per tutto quel tempo probabilmente si fosse solo divertito ad ostacolarmi la semplicità della vita.

In questo modo, quindi, avevano preso inizio le vacanze di Natale per me, dando vita probabilmente al ricordo più imbarazzante che potessi avere legato ad Harry. 

"Perché sei così fastidiosa già di primo mattino?" chiese.

"Credo mi sia arrivato il ciclo" borbottai e cercai di strattonare la sua presa sui miei fianchi, dato che aveva cominciato a stringermi come se fossi stata un cuscino rimpiazzabile.

"Questo quindi è un buon motivo per strusciarti sul mio cazzo o procurarmi un'erezione più dura del solito?" chiese, facendomi rendere rossa in viso.

"Non mi stavo strusciando sul tuo cazzo" affermai "Stavo solo cercando di levarmi dalla tua stretta dato che avevo e ho bisogno di andare in bagno" proseguii.

"Potrai andare non appena ti spoglierai" disse, prima che potessi anche solo mettermi seduta sul letto - in realtà cercavo un metodo per coprirmi i pantaloni, per paura di averli sporcati -.

"Per favore, non rendere la situazione più imbarazzante di quanto lo sia già" sbottai, tenendo gli occhi spalancati per quella vergogna che mi emozionava.

"Correrò questo rischio" disse, alzando le spalle e facendomi, invece, alzare lo sguardo, proprio per andare a marcare il mio animo infastidito.

"Ringrazio la tua comprensione" borbottai e senza dilungarmi tanto, tolsi la maglietta e sfilai i pantaloni, sapendo che non avrebbe cambiato idea e decidendo poi di correre nel bagno.

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