capitolo dieci

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La serata aveva preso uno svolgimento totalmente differente dalle mie aspettative.

Non avrei mai pensato che il Signor Styles sarebbe stato capace di lasciarmi sola, con gli ubriachi.

Anche se, in realtà, era stato costretto da un collega suo, per rilevanti affari.

"Posso avere un altro drink?" chiesi.

Tanto meno mi sarei immaginata di provare l'alcol per la mia prima volta e sentirmi così ubriaca.

Non era una sensazione assai sgradevole, ma avrei preferito provare l'esperienza in un altro ambiente, che non mi rendesse in tal modo preoccupata.

Ero principalmente circondata da adulti, uomini dal viso barbato e gli occhi lucidi dall'alcol.

Poi le donne, mascherate da una finta bellezza e con l'arricchimento di bigiotteria costosa.

La sala poteva paragonarsi ad un'appariscente villa dei più ricchi in città, con dei mobili in vetro e dei dettagli in oro sul soffitto.

I ricchi erano le persone più esecrabili tra l'umanità, o almeno, quei potenti con un atteggiamento che suscitavano sgomento e ripugnanza.

Coloro che si impadronivano di uno sguardo superiore solamente per il loro patrimonio, mentre la loro persona portava al rigetto.

Coloro che deridevano gli inferiori e ridevano di un capello fuori posto o di una borsa della stagione precedente.

Coloro che erano stupidi, che denotavano e rivelavano la percentuale inesistente di intelligenza con le loro superficiali azioni.

Si sapeva, però, che nessuno fosse capace di pensare che la potenza costituisse la bellezza, o nel caso, si trattava in esclusiva di inganno.

Quindi, ero così ubriaca che avrei potuto sputare addosso a qualunque di quegli individui nominati, senza nemmeno pensare alle conseguenze.

Perché in fin dei conti, in questo consisteva l'essere ubriaca, offuscare e rendere meno equilibrato il pensiero, il ritiro alla spensieratezza.

Era una sensazione piacevole da un punto di vista, la mia testa si era alleggerita e mi preoccupavo solo di osservare gli angoli tenebrosi tra le pareti.

Ma non sapevo come la serata si sarebbe conclusa, giacché i miei occhi stentassero ad aprirsi e ad ogni sbattito di palpebre, dovessi influire con forza.

D'un tratto decisi di avvicinarmi fuori, in giardino, e accendermi una sigaretta.

Scoprii in questo modo che aspirando il fumo con l'alcol in circolazione, si prevedesse una sensazione di un piacere amichevole.

"Eccoti" sentii una voce familiare alle mie spalle e decisi che non sarebbe stato giusto voltarmi, ancora per il momento.

Rimasi immobile di fronte all'angolo dell'ingresso e pensai che sarebbe stata quella la scelta più giusta,  per cercare di rendermi meno nervosa.

"L'odore dell' alcol si sente anche da lontano" il mio sangue si congelò, provai seriamente timore.

"Non sono ubria-ca" balbettai, osservandolo dritto negli occhi, infuocando uno sguardo serio.

"Ma davvero? Non avresti un'esalazione forte a tal punto, se non avessi bevuto molto" affermò.

"Sto bene" borbottai.

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