5. Interferenze

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Emma trascorse l'intera giornata chiusa in casa, nella più totale apatia

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Emma trascorse l'intera giornata chiusa in casa, nella più totale apatia. Cercava di tenere a freno le emozioni, di non pensare a nulla e soprattutto di evitare ogni contatto con gli altri. L'isolamento era d'obbligo: nella piccola e noiosa Holess Peak, non si parlava d'altro che del cadavere ritrovato di Naomi e tutti sapevano che Naomi ed Emma erano state molto amiche. Quel che molti ignoravano era quanto profondo, repentino e inaspettato fosse stato il loro allontanamento negli ultimi mesi. Non aveva voglia di sentirsi osservata, di veder la gente darsi di gomito al suo passaggio e sussurrarsi qualcosa all'orecchio. Tutto ciò che voleva era starsene da sola. 

Così, ancor prima del tramonto, aveva chiusole tende della sua cameretta e si era rificcata a letto, debole per non aver mangiato nulla e scossa di tanto in tanto da un accesso di lacrime. Ascoltò un po' di musica. Ma ogni canzone, in un modo o nell'altro, finiva per ricordarle Naomi. Lasciò stare la musica e accese quel che da un po' di tempo era solo un soprammobile su cui poggiare i vestiti che non si dava la briga di piegare: la tv. Passò da un canale all'altro, senza che nessuno attirasse la sua attenzione,senza fermarsi mai per più di pochi secondi. Finché non arrivò al tg: parlavano di Naomi. 

Sullo schermo scorrevano le immagini del Redood Creek e della parete rocciosa da cui Naomi si era gettata. Non voleva sentire nemmeno una parola. Emma afferrò il telecomando e premette il pulsante per cambiare canale: ma quello non si smosse di lì. Premette ancora e ancora e ancora, avanti, indietro, ma nulla il canale continuava a starsene lì, a raccontare la morte di Naomi. Premette il pulsante per spegnere l'apparecchio, ma nemmeno quello funzionò. Le immagini continuavano a scorrere, cominciarono a tremare e poi si fermarono. Sullo schermo, sorridente, c'era il volto di Naomi. Era la foto dell'annuario scolastico dell'anno precedente. Naomi si sforzava di sorridere, ma era poco convincente. Stava passando un brutto periodo allora, Emma lo ricordava bene... ricordava anche tutte le volte che Naomi la chiamava, per chiederle di uscire, e quanto fossero noiose quelle lunghe serate insieme, in cui Naomi si rifugiava nel silenzio, non trovava nulla da dire, con lo sguardo perso nel vuoto. E allora Emma aveva cominciato a ignorare le telefonate, a inventare scuse, a mostrarsi sempre incredibilmente impegnata, perché anche lei aveva le sue noie, e, alla fine, Emma aveva preso l'abitudine ad allungare la strada andando e tornando da scuola, pur di non passare davanti alla fermata dell'autobus dove poteva incontrarla.

Emma osservò l'immagine, quel finto sorriso... non riuscì a sostenerlo, gli occhi le si inumidirono, mentre il senso di colpa che covava dentro sfondava il suo guscio e cresceva. Emma saltò giù dal letto, raggiunse la tv all'altro lato della stanza e staccò la spina. Uno scatto metallico e l'apparecchio si spense. Emma tirò un sospiro di sollievo: solo allora si accorse che il solo sguardo di Naomi attraverso lo schermo le aveva tolto il respiro. Rifiatò, scrollandosi di dosso il malessere accumulato nell'ultimo minuto e poi...

KNOCK

Una pausa di alcuni secondi e di nuovo...

KNOCK

Due sordi rumori, con una pausa tra loro. Come nocche contro il muro. Venivano dall'altro della stanza, dalla parete alla destra del suo letto. E allora si rese conto di aver già sentito quei suoni, la sera prima, un'istante prima di addormentarsi. Al mattino, la sua mente li aveva liquidati come frutto dei suoi sogni. Ma ora era sveglia.

KNOCK

KNOCK

Erano più forti. Era come se provenissero dall'altro lato del muro... Emma si rese conto che non era la prima volta che formulava quei pensieri, erano gli stessi della notte precedente.

KNOCK

KNOCK

E ora, non erano più come nocche contro il muro... ora erano dei pugni...

Emma sentì il cuore saltarle in gola e non perse altro tempo, scappò terrorizzata fuori dalla sua camera; la spina del televisore le scivolò da mano, afflosciandosi sul pavimento come un serpente. Emma si chiuse la porta alle spalle e corse giù per le scale, al piano di sotto, da sua madre.

E mentre lei già cominciava a raccontare a sua madre di quei rumori, tra le lacrime e i singhiozzi, nella sua camera, il vecchio televisore risuonò dello stesso scatto metallico di quando si era spento: questa volta si accese.

Sullo schermo c'era ancora il volto di Naomi.


***

E sono cinque!

Grazie come sempre per aver letto fin qui!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia messo un po' di sana tensione.

Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento, una stella o un messaggio, che sia per dirmi se vi è piaciuto, quali emozioni avete provato e perché no per darmi qualche consiglio.

Il "gioco" di questo capitolo è la seguente domanda:

VI È MAI CAPITATO DI ESSERE IN CASA, SENZA NESSUN ALTRO, E QUALCOSA VI HA SPAVENTATO A MORTE? RACCONTATELO CON UN COMMENTO!

Vi ricordo che Knock verrà aggiornato ogni martedì e venerdì

Grazie ancora e a presto!

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