8. La curiosità uccise il gatto

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Emma guardò il video e ancora e ancora. 

Pendeva dalle labbra di quel ragazzo sullo schermo, per qualche motivo le dava un senso di sicurezza, per il modo in cui parlava, in cui la guardava attraverso la telecamera. Emma riascoltò per l'ennesima volta le sue parole, saltando avanti e indietro, memorizzando le parti che più le interessavano. Alla fine, prese carta e penna e le riportò su un foglio, con la massima fedeltà.

Esistono due tipi di paralisi del sonno: quella riconducibile a un riflesso naturale del corpo e quella paranormale. La paralisi può essere accompagnata dalla visione di un Estraneo Oscuro, che a sua volta può essere di natura allucinatoria o paranormale.

Se la paralisi dura per più di tre minuti, non è un riflesso naturale del corpo

Se l'Estraneo Oscuro realizza un vero contatto, lasciando segni o dettagli chiari come odori, non è un'allucinazione visiva

Se la paralisi del sonno presenta chiare caratteristiche innaturali, come quelle di sopra, non date occasione all'Esterno Oscuro di rafforzarsi. Meno conosce l'ambiente dove dormite, meno ha l'occasione di osservarvi, terrorizzarvi e conoscervi meglio è. Dovete affrontarlo!

L'Estraneo Oscuro di per sé è privo di forza, è qualcosa di voi a dargliela: dovete capire cosa, questo vuol dire affrontarlo. Più il vostro atteggiamento sarà remissivo più lo rafforzerete.

Finché la forza dell'Esterno Oscuro sarà ridotta, potrà limitarsi a minacciarvi e spaventarvi. Una volta acquisita forza, potrebbe provare ad attentare alla vostra incolumità. Affrontatelo prima che sia troppo tardi, scavate dentro di voi: è lì che il più delle volte si nascondono le risposte.

Emma le rilesse, come se fossero le regole di un gioco, muovendo appena le labbra. E poi, prima ancora di potersi dire di non essere ridicola, Emma si ritrovò a scrivere un messaggio a quel ragazzo, poco più grande di lei, che su Youtube si firmava Maikus e le cui parole per qualche motivo le infondevano coraggio. Gli raccontò quello che le era successo la notte prima e poi rimase in attesa di una risposta, fissando lo schermo del suo cellulare e aggiornando di continuo la pagina della posta, certa che in quello sconosciuto avrebbe trovato qualcuno in grado di capirla. 

Ma non arrivò nulla, a parte il sonno, a parte l'ora di tornare nella sua stanza. Si diede della stupida, per aver confidato in quell'estraneo, per aver attribuito tanta importanza a quello stupido video pubblicato solo per racimolare qualche click facile da parte di stupide ragazzine come lei. E salendo al piano superiore della casa, percorrendo lo stretto corridoio che portava alla sua stanza, si diede della stupida anche solo per averne parlato con Rita e con sua madre, per aver creduto che ci fosse qualcosa in più in tutta quella faccenda che un po' di stress. Doveva essere razionale, doveva ragionare: ma quando mise piede nella sua stanza, ogni tentativo andò a farsi benedire. 

Un brivido la percorse lungo la schiena, immobilizzandola per la paura, rendendola incapace di fare anche un solo passo, che fosse avanti nel buio della sua camera, o indietro verso il corridoio angusto. Il suo sguardo svolazzò per la stanza buia e poi si fermò sul solito muro di fianco al letto, illuminato dalla tenue luce lunare che filtrava dalla finestra. I suoi occhi s'inumidirono, come se di un colpo le fosse salita la febbre, ed ebbe come la sensazione che il muro vibrasse, leggermente, come un lenzuolo steso ad asciugare in giardino e appena agitato dal vento. Emma chiuse gli occhi, lo fece senza pensarci, per puro istinto. E nel buio delle sue palpebre calate, sentì l'oscurità muoversi intorno a lei, sempre più vicina, come se l'oscurità fosse pronta ad abbracciarla e a inghiottirla.
L'angoscia e la disperazione presero possesso della sua anima, qualcosa dentro di lei andò in pezzi, come una lampadina che scoppia, l'ultima luce ancora accesa in un mare di tenebra, e le gambe le tremarono. Ed era incapace di fare altro, se non tremare.

Poi, ad un tratto, le tornarono in mente le parole di Maikus: Affrontatelo prima che sia troppo tardi, scavate dentro di voi: è lì che il più delle volte si nascondono le risposte. E fu ciò che Emma fece: scavò.

E senza che dicesse loro di farlo, le labbra di Emma si mossero:

«Naomi...»

Un sussurro appena. Ma per quanto impercettibile, quel sussurro bastò. 

Emma sentì tornare il calore dentro di sé e intorno a sé: qualsiasi cosa si nascondesse nelle tenebre si stava ritirando. Emma riaprì gli occhi, tornando a fissare ciò che guardava prima di chiuderli: il muro illuminato dalla luce della luna, ora del tutto immobile, niente più che un semplice muro. Tutto era tornato alla normalità. Sospirò. I muscoli fino a quel momento rigidi tornarono a sciogliersi. Non aveva nulla da temere.

Una voce gutturale riempì la stanza. Emma trasalì, pur senza comprendere nessuna delle parole dette. Eterni secondi di puro silenzio, in cui Emma non si schiodò dall'ingresso della sua stanza, di nuovo immobile; poi la voce tornò a parlare, come se avesse avuto bisogno di tempo per schiarirsi dopo un lungo silenzio, vibrante e metallica.

«Ciao, Emma. Mi sei mancata!»

*

Rieccoci, alla fine di un nuovo capitolo!

Come sempre, grazie per aver letto fin qui! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che in generale la storia continui a incuriosirvi e (ovviamente) mettervi un po' di sana paura e inquietudine! 

Se Knock vi sta piacendo, fatemelo sapere come al solito con un commento, una stella o un messaggio!

Ci avviciniamo al capitolo 10, un capitolo che sarà molto molto importante... ma non vi dico altro: vi basterà continuare a leggere per scoprire ;)

  La domanda di questo capitolo è:

VI SIATE MAI FIDATI/E DI QUALCUNO/A CHE CONOSCEVATE APPENA PER QUALCOSA DI VERAMENTE IMPORTANTE? COM'È ANDATA A FINIRE?

Vi ricordo che Knock verrà aggiornato ogni martedì e venerdì.
Il prossimo martedì, un po' più tardi del solito: le mie spie mi dicono che amate leggere Knock di notte, soprattutto Angereads_00 e Yana_Tkachuk_31 XD

Grazie ancora e a presto!

Nel prossimo episodio:

"Emma allungò il bracciò nella stanza, senza entrarvi, e tastò la parete alla ricerca dell'interruttore della luce. Lo trovò. Lo calò in basso, e poi lo tirò su e poi di nuovo giù, ma non successe nulla, la luce rifiutava di accendersi."

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