Capitolo quattro

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Ice on fire

capitolo 4

Era ormai da circa mezz'ora che eravamo per strada e non sentivo neanche più le dita delle mani,tanto erano gelide. Per il vento avevo le lacrime che mi rigavano il viso e il naso congelato. Per tutto il tragitto nessuno osò dire parola.. forse per troppo imbarazzo,forse per il troppo freddo.
«Stai tremando.» Disse Harry a un tratto.
«Sssto bbbene.» Balbettai.
Lo sentii rallentare e con una mano prese le mie e iniziò ad accarezzarle,cercando di riscaldarle. Rimasi appoggiata con la guancia sulla sua schiena e per quanto avessi voglia di ritirare la mia mano,il freddo non me lo permetteva. Ero del tutto paralizzata. Deviò a destra improvvisamente e,di fronte a un piccolo pub,spense il motore.
«Ccche ffai?» Chiesi,sollevata che il vento gelido fosse finito.
«Ti stai congelando, - disse aprendomi le braccia affinchè allentassi la presa – e poi ho fame.»
«Non era prevista una sosta Harry!» Gli feci notare,mettendo le braccia conserte.
Si avvicinò al mio viso per togliermi il casco e notò il mio naso completamente rosso.
«Sembri Rudolf!» Me lo pizzicò con due dita e mi sfilò il casco dalla testa.
«Harry sono seria, - lo supplicai,rimanendo sulla moto ormai spenta – non possiamo fermarci.»
«E' solo un panino.» Mi rispose lui,già in cammino verso il pub.
Sbuffai,seduta ancora sulla moto. Mi guardi attorno e mi resi conto di non sapere proprio dove mi trovavo. C'era solo un pub e una stazione di servizio. Sembrava di essere in mezzo al nulla. Decisi di scendere dal veicolo e mi incamminai verso un muretto. Mi sedetti un paio di secondi e poi vidi Harry di ritorno.
«Ecco a te reginetta.» Mi fece notare un secondo panino,stracolmo di patatine e maionese.
«Stai scherzando..»
«Puoi farcela Hannah,torna tra i comuni mortali.» Scherzò.
«Prenderò almeno due chili solo con questo panino.»
«Una volta non ti facevi tutti questi problemi.» Si fece spazio accanto a me,porgendomi sempre il secondo panino.
«Una volta infatti tutti mi evitavano..» Ricordai con rammarico. Quei periodi preferivo non ricordarli. Risalivano a quando ero una piccola bimba un po' grassottella che tutti volevano evitare.
«Ehi, - mi richiamò lui – erano degli idioti.» In un attimo fu come se tornassimo ad avere cinque anni. Era come se fosse tornato a
proteggermi...
«Quindi mangia,in onore di tutti gli idioti.» Mi passò il panino e io lo presi,ridendo insieme a lui.
«Magari dopo..» rimisi il panino con cura dentro il sacchetto e lo infilai nello zaino. Non avevo mangiato più nessun tipo di schifezza dopo aver perso peso. Mia madre mi è stata addosso per molto tempo per convincermi a dimagrire,a smetterla di ingozzarmi di patatine e cioccolata. Aveva fatto tanto fino a riuscirci.
«Un'altra regola infranta comunque, - disse Harry sputacchiando molliche ovunque – sei uscita con me.»
«Cosa? - domandai incredula – Questo non è uscire,mi stai solo dando un passaggio.»
«Bè, - finì il panino e si scrollò le briciole di dosso – abbiamo preso qualcosa in un pub e adesso siamo qui da soli che parliamo.»
«Questo non è un appuntamento Harry!» Mi lamentai.
«Tranquilla reginetta,non lo saprà nessuno.» Prese il pacco di sigarette dalla tasca interna della giacca e ne uscì una.
«Perchè continui a chiamarmi reginetta?» Gli domandai.
«Non sei diventata una di quelle ragazze fissate con il ballo studentesco,con il capitano della squadra di football e aspirante reginetta?» Mi chiese,iniziando ad inspirare un po' di fumo.
«Ok, - iniziai – prima di tutto non sono fissata con il capitano della squadra di football!»
«Liam Payne,giusto?» Mi interruppe.
«Aria è convinta che siamo perfetti l'uno per l'altra.»
«Sbaglia?» Mi chiese.
«Si! - risposi confusa della sua domanda – Insomma Liam è un bravo ragazzo ma lo conosco sin da quando sono piccola,non potrei mai.»
«Sicura? - lo guardai mentre buttava un po' di cenere a terra – Per i tuoi genitori sarebbe perfetto. Ragazzo modello in tutto e per tutto.»
«I miei e i suoi sono amici, - dissi – penso che stiano già programmando il matrimonio.»
«Avvisami e ti farò da testimone.» Sorrise nervosamente.
Rimanemmo un attimo in silenzio e osservai con la coda dell'occhio i suoi movimenti,le curve del viso e le mani. Aveva i polpastrelli rovinati,le nocche spaccate come se avesse fatto a pugni con qualcuno.. o forse era dovuto al freddo.
«..e perchè tu lo sappia, - ruppi il silenzio – non ho mai avuto intenzione o desiderio di diventare reginetta.» Lo vidi sorridere.
«Volevo chiederti.. - cercai di dire,dondolando le gambe – Non ho più visto Max da quando te ne sei andato..»
L'atmosfera si fece quasi pesante,malinconica. Il silenzio stava diventando assordante e mi voltai,per vedere se fosse ancora lì accanto a me. Aveva lo sguardo perso nel vuoto,come se avessi detto qualcosa di sbagliato,se avessi fatto la domanda sbagliata. Improvvisamente si alzò,si sistemò la giacca e si voltò verso di me.
«Voglio portarti in un posto.» disse.
«Dove?» Chiesi.
Non rispose,si avvicinò alla moto e prese i caschi.
«Harry..»
«Ti prego.» Bisbigliò,porgendomi il casco e tenendo lo sguardo basso. Non so perchè ma era come se dentro di me ci fosse una lotta tra più sentimenti. Ero spaventata all'idea di seguirlo,di salire nuovamente su quella moto.. ma contemporaneamente ero eccitata. Volevo seguirlo,ovunque andasse. Non mi importava sapere dove. Così afferrai il casco e tornai sulla moto. Mi tenni a lui e partimmo,per chissà dove. Prese una strada completamente diversa da quella che avremmo dovuto percorrere se avessimo dovuto proseguire verso casa di Liam. Non sono sicura ma credo che entrammo in una pineta,gigantesca. Vidi enormi pini che circondavano quello che sembrava uno dei laghi più grandi che abbia mai visto.
«Dove siamo?» Chiesi,una volta che Harry si fermò. Non rispose,come al solito. Scese dalla moto e andò verso la riva. Poggiai il casco a terra e lo raggiunsi,affiancandolo.
«Mia madre mi portava sempre qui da piccolo.. - disse a un tratto – lanciavo a Max un pezzo di legno in acqua e lui correva a prenderlo..» sorrise con un velo di tristezza nel volto.
«Ricordo quanto gli piaceva l'acqua..» Aggiunsi.
«Mi piaceva tanto questo posto,mia madre mi ci portava dopo che.. - si bloccò all'improvviso,come se stesse per dire qualcosa che non doveva – Insomma,questo posto mi ricorda Max. E' morto qualche anno fa.. e io non c'ero..» Mi si spezzò il cuore. Immaginavo che Max fosse morto,ma il modo in cui lo stava raccontando faceva più male di qualsiasi altra cosa.
«Harry.. - mi avvicinai – Max sapeva quanto gli volevi bene.» Gli appoggiai una mano su una spalla e rabbrividii al tocco.
«Già.. - sussurrò,con gli occhi lucidi – In ogni caso è sempre un posto che amo.» Si tolse via velocemente le lacrime che stavano scivolargli giù e si sfilò via la maglietta.
«Che fai?» Chiesi confusa.
«Il bagno naturalmente.» Si sfilò via anche i pantaloni e rimase in boxer,davanti ai miei occhi.
«L'acqua sarà gelida,ti verrà una polmonite!»
«Vuoi dire: ci verrà una polmonite!» Senza rendermene conto mi ritrovai tra le sue braccia,in riva al lago.
«Harry ti prego no un'altra volta!» Nel momento in cui lo dissi mi ritrovai già dentro l'acqua,aggrappata al suo collo. Mi lanciò al largo e sentii l'acqua gelida penetrarmi quasi nelle ossa. Quando riemersi notai i pini che circondavano l'entrata del lago con una forma ad arco,sentii i grilli che teneramente offrivano alla pineta una graziosa melodia,sincronizzata.. Osservai la luna,grande e luminosa su di noi. Non mi sentivo così serena da tanto tempo...
«E' bellissima..» sussurrai.
«Si lo è..» Sussurrò lui. Mi voltai a guardarlo e vidi che stava fissando me,non la luna come pensavo. Aveva i capelli all'indietro,le spalle larghe e il petto nudo coperto di lividi e graffi. Non so perchè continuavo a guardarlo nonostante mi imbarazzasse.. Ma davvero,non avevo mai visto niente di più bello.. Io avevo i capelli zuppi appiccicati alle spalle,il maglioncino che lasciava intravedere quelle poche curve che mi ritrovavo.. il trucco doveva essermi colato su tutto il viso quindi no,non potevo competere con la sua bellezza!
«E' meglio andare..» Disse improvvisamente,nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono. Annuii e con un po' di fatica uscii dall'acqua,iniziando a tremare. L'acqua era gelida e con l'aria fredda della notte mi venne quasi subito la pelle d'oca e iniziai a rabbrividire e a sbattere i denti. Harry si avvicinò,senza avvertire un minimo di freddo,e mi porse la sua giacca di pelle.
«Togliti il maglioncino e mettiti la mia giacca.»
«Ma sei in maniche corte, - gli feci notare – congelerai.»
«Non ti preoccupare per me.» Sorrise.
«Va bene, - presi la giacca – però voltati.»
«Hannah ti avrò vista cambiarti un sacco di volte da piccola!»
«Appunto da piccola, - precisai – adesso è diverso!»
«Come vuoi. - disse scocciato,voltandosi – Cerca di fare una cosa veloce.»
«E non sbirciare!» Indietreggiai,mentre lui si infilava i jeans e la maglietta. Ne approfittai per osservare il suo fondo schiena,così bello e così perfetto.. poi agitai la testa tornando sulla terra e quando fui una decina di metri da lui decisi di sfilarmi via il maglioncino. Una volta tolto,presi la giacca di Harry e infilandomela sentii un profumo così bello che dovetti avvicinare il naso alle maniche per sentirne ancora un po'.
«Hai finito?» Mi domandò lui,ancora di spalle.
«Finito.» Mi avvicinai e gli sorrisi.
«Ti sta bene. - disse,facendomi arrossire – Allora,ti porto da Liam..»
«No.. - dissi istintivamente,prendendolo dal braccio e fermandolo - ..torno a casa,con te.»
Rimanemmo immobili per un momento,con la mia mano che sfiorava il suo braccio.. mi vennero i brividi e incrociai il suo sguardo. Non sapevo cosa stesse succedendo,non sapevo cosa stessi facendo e perchè.. sapevo solo che in quel momento non volevo lasciarlo. Lui mi sorrise e dopo una manciata di minuti tornammo alla moto. Ci infilammo i caschi e tornai ad abbracciarlo,con il vento gelido che mi pungeva il viso. Era successo qualcosa di strano quella sera.. era come se avessi cancellato cinque anni di vita,come se fossi tornata quella bambina grassottella,innamorata del migliore amico di suo fratello. Forse tutto quello che avevo pensato su di lui era sbagliato.. forse se ne era andato via per un motivo più importante da ciò che immaginavo io.. forse mio fratello aveva sempre sbagliato a parlarne male,forse ci eravamo sbagliati tutti.. forse il piccolo Harry che avevo conosciuto era ancora lì da qualche parte.. Avevo pensato così tanto che non mi ero neanche accorta di essere arrivata. Quando tornai alla realtà mi resi conto di essere a pochi metri da casa. Harry fermò la moto nel mio vialetto e attese che scendessi.
«Grazie, - dissi – per la serata.»
«Figurati.» Prese il casco senza neanche degnarmi di uno sguardo.
«Ci vediamo in giro allora?» Chiesi,insicura.
«Può darsi..» rispose con indifferenza. Lo guardai stranita.. era come se fosse cambiato qualcosa da quando avevamo lasciato il lago.
«Ok..» indietreggiai,lui mise in moto e lo vidi andare verso il garage di casa sua. Mi ero persa qualcosa? Cosa era successo? Mi girai verso la porta di ingresso,cacciando quei pensieri.. Mi resi conto di avere ancora in dosso la sua giacca solo quando misi piede in casa. Chiusi la porta,mi appoggiai al muro e portai nuovamente le maniche al naso per sentire nuovamente il suo profumo. Sorrisi. Sorrisi come una vera ebete.
«Hannah Tomlinson! - la luce si accese improvvisamente,brutto segno decisamente – Dove sei stata?!» Vidi la figura di mio padre seduta sulla poltrona. Gamba a cavallo,le mani distese lungo i bracci e un dito che temporeggiava nervosamente,aspettando una mia risposta.
«Io..» cercai di dire.
«Sono le quattro del mattino signorina!» Mia madre apparve in cima alle scale,in vestaglia. Le quattro del mattino? Come si erano fatte le quattro del mattino?
«Dove sei stata Hannah?» Mi chiese ancora mio padre,fin troppo calmo. Brutto segno.
«Io.. sono uscita un attimo con Aria e ho perso la con..»
«Non proseguire! - mi interruppe mia madre – Aria ha chiamato non so quante volte perchè non riusciva a rintracciarti! - mia madre continuava a parlare e io cercavo disperatamente qualcosa da dire – Perchè hai addosso una giacca di pelle? Sei salita su una moto per caso? E questi capelli bagnati?» Mi tempestò di domande e non riuscii neanche a formulare una risposta sensata.
«Mamma ho solo fatto una passeggiata!» Sbottai,a un tratto. Silenzio. Mio padre si alzò dalla poltrona,si mise di fronte a me e con un gesto veloce mi stampò un cinque sulla guancia destra. Ci mise così tanta forza che mi costrinse a voltare la testa. Posai una mano sulla guancia,con le lacrime agli occhi. Era come se mi stesse andando in fiamme. E senza dire una parola,guardai entrambi nera di rabbia e salii al piano di sopra,chiudendomi nella stanza.

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