Capitolo tredici

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N.A.  la storia non è mia, io mi limito solo e unicamente a pubblicarla

 

Ice on fire

capitolo 13

La mattina dopo mi svegliai presto. Avevo preparato una borsa con le cose essenziali, preparato dei soldi sulla scrivania e per tutta la notte avevo cercato una scusa da dire ai miei. L'unica plausibile che riuscii a tirar fuori fu quella “sono dovuta rimanere a scuola per un corso”. Ero una secchiona, potevano bersela. Avevo chiesto l'aiuto di mio fratello, al quale non avevo detto nulla, e con Liam questa balla non avrebbe tenuto. Si sarebbe insospettito non essendo a conoscenza di un corso, e magari sarebbe andato a curiosare a scuola stessa. Per Liam quindi avevo chiesto l'aiuto di una campionessa nel dire le bugie. A una persona che ne ripeteva così tante e ne aveva inventate di così strane che ormai mentire era diventato un gioco da ragazzi.

«Non posso!» mi aveva detto la mia amica, una volta venuta a conoscenza del mio piano.

«Ti prego Aria, - la supplicai – questa è l'ultima volta!»

«Liam non si merita tutte queste bugie Hanna! - mi ammonì – E' un bravo ragazzo, perchè non gli dici semplicemente la verità?»

«Se potessi lo farei, ma questa cosa è più grande di me stessa.»

Dopo una manciata di minuti di suppliche e di spiegazioni, Aria accettò a malincuore. Non volevo mentire a Liam, giuro, ma non potevo dire a nessuno del padre di Harry. 

Così, dopo aver sistemato per bene tutti quanti, mi vestii in fretta e prendendo la borsa, sgattaiolai al piano di sotto e mi avvicinai alla porta.

«Torna presto.»

Mi venne quasi un colpo. Mi voltai e trovai Louis vicino al divano.

«Dio! - portai una mano al petto – Mi hai fatto venire un infarto!»

«Un infarto te lo farà venire papà se entro stasera non sei a casa.»

«Torno presto, promesso.» Gli scoccai un bacio in guancia.

«Stà attenta.» mi urlò.

Chiusi la porta alle mie spalle e mi incamminai verso casa di Harry. Il sole non era ancora sorto del tutto e il cielo era uno spettacolo di colori. Andavano dal viola all'arancio. Provai un senso di serenità e di pace immenso, e respirai l'aria fresca del mattino. Mi avvicinai al cancelletto di legno e lo aprii, entrando nel giardino esterno. Vidi Harry di spalle osservare con cura la sua moto nera metallizzata. Chissà se avrebbe mai guardato una ragazza allo stesso modo. Nonostante fossimo in pieno dicembre, lo trovai in canottiera. Aveva le spalle larghe, perfette. Poi qualcosa attirò la mia attenzione. Un tatuaggio che prima non avevo notato, sulla spalla destra. Era confuso, forse erano lettere, o simboli. Era impossibile decifrarlo senza guardarlo attentamente. E prima che potessi farlo, Chester scodinzolò versò di me, saltellando.

«Buongiorno piccolino!» dissi.

Harry si voltò, sorpreso, e mi osservò accarezzare il cucciolo.

«Ti piace svegliarti presto?» chiese, con sarcasmo.

«Quando ho qualcosa in programma si.»

«Non c'è niente che io possa fare per farti restare dove sei?»

Feci finta di pensarci su e poco dopo agitai la testa in segno di no con forza.

«Fantastico! - mentii – Muoviamoci allora.»

Ice on Fire :: hes  {in correzione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora