Capitolo 3

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Sehun e suo padre erano nella sala riunioni, circondati da documenti e resoconti. Era sabato sera e c'erano solo loro due in ufficio. Sehun camminava avanti e indietro per la stanza: quando lui e suo padre si riunivano per fare il punto della situazione dell'azienda, non riusciva a stare seduto tranquillo, come suo padre. Lui aveva bisogno di camminare e muoversi.

- Il viaggio in Giappone è stato fondamentale - stava dicendo il signor Oh - Dovrò andarci ancora, almeno finché il lavoro che ci hanno commissionato non sarà ultimato.
- Posso andarci io se vuoi - si propose Sehun, ma suo padre scosse la testa.
- Devi imparare a cavartela da solo qui, in mia assenza. Perciò vado io.
Detto ciò, l'uomo si alzò ed iniziò a riordinare i documenti: la riunione era finita.
Stavano per uscire dalla sala, quando il signor Oh parlò: - Cosa dovevi fare di così importante ieri, per non poter fare la riunione?
- Sono andato all'incontro genitori-insegnanti alla scuola di Jinho - rispose, mentre suo padre lo guardava con un sopracciglio sollevato.
- Perché ci sei andato?
Sehun parlò prima di potersi controllare: - Perché non ci sei andato tu, piuttosto?
Il signor Oh sbuffò e si avviò verso l'ascensore: era sera ormai, la riunione aveva occupato tutto il pomeriggio.
- Non ho tempo da perdere. Vedo i voti di Jinho ogni tanto, perciò so che va bene. Inoltre è un bravo bambino, non ho bisogno di perdere due ore perché qualcun'altro me lo dica.
Entrarono nell'ascensore e Sehun si appoggiò alla parete, indeciso se dire a suo padre quello che era stato detto all'incontro. Ma l'uomo lo anticipò.
- Allora, tu perché ci sei andato?
- Perché uno dei suoi insegnanti mi ha costretto.
Il padre di Sehun scoppiò a ridere: - E tu ti lasci costringere da un inutile insegnante? Lascia perdere e fa il tuo lavoro. Inoltre sbrigati a cercare una babysitter per Jinho, così poi andrà lei a quegli inutili incontri.
Sehun avrebbe voluto ribattere, soprattutto perché l'aveva infastidito quel "inutile insegnante" riferito a Luhan. Ma non si azzardò e seguì suo padre nell'auto scura.


*


La domenica mattina, Sehun si svegliò a causa di un raggio di sole che gli arrivava dritto sugli occhi. Imprecò e provo a nascondersi sotto le coperte, ma ormai era sveglio e sapeva che non sarebbe riuscito a riaddormentarsi.
Si alzò e scese in cucina, ancora in pigiama: nell'aria si sentiva già il profumo del caffè che la signora Kim aveva preparato. La donna era la domestica della famiglia Oh da sempre. Era stata la tata di Sehun, poi era rimasta e ora faceva da governante, donna delle pulizie e cuoca.
La servitù era composta, inoltre, dal signor Lee e il signor Kang.
Il signor Lee era il severo e imperscrutabile maggiordomo. Sehun si era sempre trovato bene con lui, perché entrambi erano di poche parole.
Invece il signor Kang era il giardiniere di casa Oh. Ogni giorno si occupava del giardino della proprietà.
Sehun entrò in cucina, proprio mentre la signora Kim riempiva una tazza con il caffè.
- Mi ha sentito arrivare? - le chiese Sehun, divertito. Quella donna robusta e simpatica faceva sempre la cosa giusta prima che le venisse chiesta.
- Ti sei svegliato presto stamattina - la signora sorrise e gli mise davanti la tazza fumante - Tuo padre è già uscito per andare in ufficio, invece Jinho...
Come se lo avesse evocato, Jinho entrò nella stanza, trascinando i piedi. I capelli folti e ricci erano ancora più scompigliati del solito e aveva perso un calzino mentre dormiva.
- Buongiorno piccolo - la signora Kim si affrettò a prendere il latte per Jinho - Siete tutti mattinieri stamattina.
Il bambino si sedette accanto a Sehun e bisbigliò un - Buongiorno - che Sehun si affrettò a ricambiare.
Mentre beveva il suo caffè, si sorprese a sbirciare il fratellastro: perché aveva la sensazione di aver dimenticato qualcosa?
Ci stava ancora pensando, quando un lieve - Sehun? - lo interruppe.
Jinho teneva lo sguardo basso, sul suo latte.
- Dimmi - disse il ragazzo.
- Ecco, io volevo sapere... - il bambino alzò appena lo sguardo - Ci andiamo alla mostra d'arte oggi?
Ecco cosa sfuggiva a Sehun: quel week end c'era la mostra d'arte di cui aveva parlato Luhan.
Sehun stava per dire che non poteva accompagnarlo: aveva programmato del lavoro per quel giorno.
Invece si bloccò, non appena vide l'occhiataccia che gli stava lanciando la signora Kim. La donna era l'unica che si permetteva di guardarlo così, in fondo era stata la sua tata e l'aveva praticamente cresciuto lei. Era come se fosse sua madre.
- I-io non...
- Ma che bella idea! - esclamò la donna e spostò le tazze vuote - Forza forza! Andate a prepararvi!
Jinho guardò Sehun, con gli occhi che brillavano di incredulità: - Davvero andiamo?
Sehun era appena stato incastrato? Annuì appena e il bambino saltò giù dalla sedia, per poi correre verso le scale, dicendo che sarebbe stato pronto in un attimo.
Il ragazzo era ancora bloccato in cucina, quando la signora Kim gli schioccò le dita davanti al naso.
- Forza caro, ti aspetta una bella giornata di riposo e svago.
- Dovevo lavorare... - provò a dire, ma la donna scosse la testa.
- Ti serve una pausa, hai lavorato fino a sera anche ieri. Vai a divertirti un po'. Inoltre Jinho ci teneva davvero tanto a questa mostra.
Sehun alzò gli occhi al cielo e, mentre saliva le scale, arrivò Jinho vestito e preparato, con il suo zainetto sulle spalle.
- Ma non sei ancora pronto, Sehun?! - esclamò.
- Va bene va bene, faccio presto.
Sehun entrò nella sua camera, mentre un sorriso gli affiorava sulle labbra.

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