Capitolo 8

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- Quindi ora non resta che organizzare un incontro per gli ultimi dettagli e la firma del contratto. Ma sembravano molto soddisfatti, perciò non penso creeranno problemi dell'ultimo minuto.

Sehun guardò suo padre, in attesa.
Stavano cenando, tutti e tre, e il signor Oh aveva chiesto a Sehun di parlargli della videoconferenza che aveva avuto con i cinesi. Il ragazzo aveva raccontato tutto, tralasciando però il fatto che fosse andato a fare da interprete uno degli insegnanti di Jinho.
- Dobbiamo tenere pronto l'interprete, quando ci sarà l'incontro. Il mio cinese è pessimo. - disse serio il signor Oh.
- Anche il mio. - confermò Sehun.
- Il professor Luhan è cinese.
Sehun e suo padre sembrarono accorgersi solo in quel momento che al tavolo con loro c'era anche Jinho.
- Chi è il professor Luhan?
- Il mio insegnante di matematica. - disse entusiasta il bambino. Il signor Oh annuì, poi tornò a guardare Sehun.
- Hai fatto un buon lavoro con quei clienti, bravo.
- Grazie. - disse Sehun, lanciando un'occhiata al fratellastro che, come sempre, cenava in silenzio.
- Allora, Jinho, so che hai fatto compito in classe oggi.
Quella frase improvvisa aveva fatto sussultare il bambino, che non se l'aspettava.
- S-sì.
- E com'è andata? - chiese Sehun, mentre il signor Oh guardava il cellulare.
- Non era molto difficile, anche se il professor Luhan credeva di sì.
Sehun continuava a guardare suo padre, sentendosi infastidito dalla totale mancanza di attenzione che dimostrava verso Jinho. Era stato anche lui così?
Si sentiva tremendamente in colpa.
- Sono sicuro che prenderai un bel voto allora.
- Speriamo. Il professor Luhan trova sempre degli errori.
Sehun alzò gli occhi al cielo: - È proprio un perfezionista.
Jinho ridacchiò, ma la sua risposta venne interrotta dal padre.
- Sehun, ho ricevuto un'e-mail dal mio assistente...
Mentre il padre riprendeva a parlare di lavoro, Sehun guardò dispiaciuto Jinho che, finita la sua cena, si alzò da tavola e diede la buonanotte, senza ricevere risposta.
Quando fu uscito dalla stanza, Sehun sospirò rassegnato ed ascoltò suo padre.
Stavano ancora parlando quando, pochi minuti dopo, il bambino tornò in sala da pranzo.
- Papà?
L'uomo si interruppe: - Sì?
Jinho era già in pigiama e teneva in mano un bigliettino.
- P-posso chiederti una cosa?
L'uomo annuì, perciò Jinho si avvicinò, allungandogli il bigliettino. Sehun provò a sbirciare e, appena lo riconobbe, sgranò gli occhi.
Era il biglietto da visita di quel pittore che avevano conosciuto alla mostra: Byun Baekhyun.
- Cos'è? - chiese il signor Oh.
Jinho si sistemò gli occhiali sul naso, prima di rispondere con voce flebile.
- È per un corso di disegno... ecco, io volevo chiederti se ci posso andare. Inizia domani.
L'uomo lesse il biglietto: - Byun Baekhyun? E chi è?
- Un artista. Lui... lui è il maestro del corso e...
- No.
Sia Jinho che Sehun restarono ammutoliti di fronte a quella risposta immediata.
- Ma...
- Niente ma. Un corso di disegno? È una stupida perdita di tempo!
Sehun si schiarì la voce, prima di intervenire: - A me non sembra una cattiva idea.
- Beh a me sembra una stupidaggine - replicò il padre, mentre gli occhi di Jinho si riempivano di lacrime.
- Papà, a me piace disegnare e Baekhyun è tanto gentile.
- Ho detto no! - sbottò l'uomo, battendo la mano sul tavolo e poi accartocciò il bigliettino, buttandolo al centro.
- Non ho tempo per certe stupidaggini che non ti serviranno a nulla. È una perdita di tempo e tu devi solo concentrarti sulla scuola.
- Ma... - Jinho provò un'ultima protesta, ma venne nuovamente interrotto.
- Va a dormire Jinho. Io e Sehun abbiamo delle cose importanti di cui parlare.
Il bambino abbassò la testa e si avviò verso l'uscita della sala da pranzo. I suoi singhiozzi erano così bassi che Sehun si accorse che stava piangendo solo quando gli passò accanto. Il ragazzo non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo, tanto si sentiva in colpa.
Però, durante un momento di distrazione del padre, allungò velocemente la mano verso il bigliettino e lo afferrò, nascondendolo subito in tasca.


*


Il giorno dopo, Sehun si trovò puntuale davanti alla scuola ma, contrariamente agli altri giorni, scese dalla macchina e si avviò all'entrata. Davanti alla scuola si riunivano tutti i genitori degli studenti e, appena arrivò, tutti gli occhi si portarono su di lui, facendolo sentire in imbarazzo.
Quando suonò la campanella, una marea di ragazzini iniziò ad uscire e Sehun aguzzò la vista, per individuare il suo fratellastro.
Lo vide uscire poco dopo, a testa china.
- Ciao Jinho, com'è andata? - chiese ma, come risposta, ricevette solo un'alzata di spalle.
Se lo aspettava: Jinho stava ancora male per quello che era successo la sera prima. Ma d'altronde, ci stava ancora male persino lui.
- Sehun?
Il ragazzo si voltò sentendo quella voce: Luhan si avvicinava sorridendo.
- Ciao. - lo salutò e poi, entrambi, guardarono Jinho che si avviava verso l'auto.
- È successo qualcosa, vero? - chiese Luhan - È stato distratto tutto il giorno.
Sehun sospirò: - Sì, ma voglio provare a rimediare.
Detto ciò, si avviò dietro al fratellino.
- Ti chiamo dopo! - urlò, prima di salire anche lui in macchina.
- Mi... mi chiami dopo? - Luhan ridacchiò tra sé e sé - Va bene, ti aspetto.

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