Capitolo 15

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La campanella era suonata e tutti i bambini si erano affrettati ad uscire. I loro schiamazzi e le risate riempivano il cortile della scuola: c'era chi si rincorreva, chi parlottava, chi giocava con la palla. Poi c'era Jinho, che preferiva passare l'intervallo a leggere il suo libro.

Si era seduto sull'erba, con la schiena appoggiata al tronco di un albero ed aveva aperto "Il Veliero nel Vento". Lui e Sehun avevano deciso di leggere un capitolo da soli e uno insieme, la sera, così da finire il libro nello stesso momento.
A Jinho erano sempre piaciute moltissimo le avventure dei pirati, ma quel libro era ancora più bello dei precedenti. Forse gli piaceva così tanto perché lo stava leggendo insieme a Sehun.
Si immerse nella lettura, dimenticando ben presto tutto ciò che lo circondava. Non sentiva le risate dei suoi compagni, non sentiva il suono del pallone che rimbalzava sull'asfalto del campetto, non sentiva più nulla.
Jinho in quel momento non era nel cortile della scuola, era sulla nave del capitano Lee, a combattere i mostri del mare e ad affrontare tempeste terribili.
Era così immerso che non si accorse subito del pallone, che gli era rimbalzato accanto, per poi fermarsi. Jinho non fece in tempo a passarlo ai compagni, perché Haejun l'aveva già raggiunto ed aveva preso il pallone.
- Cosa stai facendo, secchione?
A Jinho non piaceva per nulla quella parola, ma decise di ignorarla e fece spallucce.
- Sto leggendo.
Forse, se avesse finto che Haejun non fosse lì, sarebbe andato via.
- Perché leggi? È l'intervallo.
Altri due bambini si affiancarono a Haejun e guardarono Jinho. Il bambino alzò lo sguardo su di loro e si sistemò gli occhiali sul naso.
- Perché non vieni a giocare con noi? - chiese Haejun, sorridendo.
A Jinho non era mai stato chiesto di andare a giocare e il bambino guardò i suoi compagni, sorpreso.
- Davvero?
- Ma certo! - esclamò Haejun e passò la palla a uno dei suoi amici, poi tese la mano a Jinho - Puoi leggere a casa, ora dobbiamo divertirci.
Jinho chiuse il libro e sorrise, afferrando la mano e lasciando che Haejun lo aiutasse ad alzarsi.
Era intimidito da quella manifestazione di amicizia ed era felice.
Così felice che non si accorse dell'occhiata che si lanciarono i due amici di Haejun, né del ghigno che si era formato nel viso di quest'ultimo.
- Sai, secchione, penso che sarebbe ancora più divertente se, al posto della palla, usassimo questo.
Detto ciò, strappò il libro dalle mani di Jinho, che non se l'aspettava.
Poi iniziò a sfogliarlo: - Sei davvero una noia, secchione. Come fai a preferire la lettura a giocare?
Jinho si diede mentalmente dello stupido per esserci cascato e provò a riprendersi il libro, ma Haejun glielo impedì, lanciandolo al suo amico.
- Ridatemelo. - disse timidamente Jinho, ma gli altri tre cominciarono a lanciarsi il libro, afferrandolo e passandoselo malamente.
- È un regalo di mio fratello.
- Tuo fratello? Quello che non ti vuole bene e non sta mai con te?
Ora il libro era nelle mani di Haejun, che guardava Jinho, con un ghigno cattivo.
- Mio fratello mi vuole bene! - esclamò Jinho, alzando la voce per la prima volta.
- Come no... te l'avrà comprato solo per non averti tra i piedi.
Detto ciò, iniziò a strappare le pagine del libro, due o tre alla volta, lasciandole cadere ai suoi piedi.
- No! - urlò Jinho, provando a prendergli il libro dalle mani.
Era tutto inutile, perché gli altri bambini avevano ricominciato a lanciarsi il libro, strappando poi le pagine.
L'erba sotto di loro era ricoperta dalle pagine che Jinho aveva tanto amato e che aveva letto con Sehun.
Il bambino ormai non riusciva a trattenere le lacrime, ma non voleva che Haejun le vedesse, perciò si affrettò ad asciugarle.
- Vediamo se il tuo fratellone te ne compra un altro o preferisce liberarsi finalmente di te. Magari se ne va anche lui, come è andata via la tua mamma.
Intorno a loro si era radunata una piccola folla di bambini. Tutti guardavano, ma nessuno provò ad aiutare Jinho: Haejun vinceva, sempre.
Quest'ultimo poi si avvicinò a Jinho e gli diede un forte spintone, mandandolo a sbattere contro il tronco che, solo pochi minuti prima, Jinho aveva usato come appoggio.
L'impatto gli fece cadere gli occhiali a terra e Jinho si toccò la fronte, sentendo che da un taglio stava iniziando a sanguinare.
- Non ti vuole bene nessuno, secchione. Nè gli amici che non hai, nè la tua famiglia che ti ignora. - Haejun ridacchiò e pestò con forza gli occhiali, rompendoli.
- HAEJUN!
Nonostante la strafottenza, quel richiamo fece sussultare visibilmente Haejun, che poi si voltò, vedendo il professor Luhan che li raggiungeva.
- Che sta succedendo qui?!
Luhan era seguito dal professor Minseok ed entrambi guardarono la scena che avevano davanti, senza parole.
L'erba piena di fogli, tre bambini contro uno, che piangeva in silenzio, e gli occhiali distrutti, sotto la scarpa di Haejun.
- Andate tutti in classe. - la voce di Luhan era un sussurro, ma era così ferma e seria, che i bambini si affrettarono ad eseguire.
Tutti, tranne i quattro che Luhan stava guardando.
- Siete stati voi a fare questo? - chiese, in tono gelido, indicando i fogli a terra.
I tre bulli scossero la testa, ma uno di loro teneva ancora in mano ciò che restava del libro.
- Minseok, portali dal preside e fa chiamare i loro genitori.
Minseok annuì: - E Jinho?
- A Jinho ci penso io. Questi tre non li voglio nemmeno vedere.
La reazione di Luhan era calma, ma allo stesso tempo spaventosa, perciò Minseok non discusse e guidò i tre bulli verso la scuola, mentre loro camminavano a testa bassa.
Luhan si avvicinò lentamente a Jinho e si inginocchiò davanti a lui.
- Jinho, vieni con me. Mettiamo un cerotto su quel taglio.
Il bambino annuì, tenendo la testa bassa e soffocando i singhiozzi: non aveva ancora avuto il coraggio di guardare Luhan negli occhi.
L'insegnante lo aiutò ad alzarsi e prese ciò che restava degli occhiali, poi gli tenne la mano, mentre entravano nella scuola.

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