Capitolo 31

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La grande casa era immersa nell'oscurità e, quando Sehun aprì la porta principale, non si aspettava di trovare quel silenzio assoluto. Procedette a sua volta più silenziosamente possibile e si affrettò su per le scale: doveva prendere i disegni di Jinho per la mostra del giorno dopo.

Non erano più entrati in casa dal litigio con il padre ed erano passati tre giorni. In quella strana situazione, tutte le persone che avevano intorno si erano dimostrate fantastiche: Baekhyun aveva coinvolto Jinho nell'organizzazione della mostra, così da distrarlo dalla brutta esperienza con il padre e Chanyeol l'aveva ospitato per la notte, trasformando tutto in un grande pigiama party. Casa di Luhan era troppo piccola e il suo divano non era affatto comodo come voleva far credere, perciò il fatto che Chanyeol avesse accolto Jinho a casa sua, aveva salvato Sehun dal mal di schiena.
Il ragazzo aveva tenuto i contatti con Yixing, che lo teneva aggiornato su ciò che succedeva in casa, ma pareva che il signor Oh si comportasse come se nulla fosse successo. Come se non avesse due figli.
Nemmeno a lavoro si erano mai incrociati. Sehun non aveva nemmeno preso in considerazione l'idea di non andarci, perché aveva delle responsabilità e il contratto con la Wang Corporation.
E poi il lavoro avrebbe tenuto la sua mente occupata e quello poteva essere solo un bene.
Entrò in camera di Jinho e guardò il cassetto che gli aveva indicato il fratellino: i suoi disegni erano tutti lì.
Li raggruppò e li mise in una cartellina vuota, perché non si rovinassero.
Voleva stare in quella casa meno tempo possibile perciò, compiuta la missione, scese le scale. Stava per aprire la porta, quando sentì un rumore e si voltò d'istinto.
Solo in quel momento si accorse della debole luce che filtrava da sotto la porta dello studio del padre. Una parte di lui gli stava gridando di andarsene perché, nella sua vera casa, Luhan lo stava aspettando per la cena. Ma l'altra parte, quella che non riusciva a portare rancore, gli stava dicendo di bussare, salutare e provare a parlare.
Luhan sarebbe stato fiero di lui nel vederlo avviarsi verso lo studio ed alzare il pugno, per bussare.
L'invito ad entrare era stato così lieve, che Sehun non sapeva dire se l'avesse solo immaginato.
Aprì la porta e si affacciò, trovando suo padre immerso in una pila di documenti.
I due si fissarono negli occhi, senza dire una parola, finché Sehun non raggiunse la scrivania e vi posò sopra un volantino: era l'invito alla mostra.
- Sarà domani pomeriggio. - disse e, nel silenzio che regnava nella stanza, la sua voce sembrò rimbombare tra le pareti.
- So che la consideri una sciocchezza e una perdita di tempo, ma ciò che pensi tu non ha importanza. È una passione di Jinho e solo questo conta. Io sarò lì, insieme a tutte le persone che gli vogliono bene e, credimi, sono più di quante immagini. Sarebbe bello per lui se, tra quelli che hanno trovato del tempo da dedicargli, ci fosse anche suo padre.
L'uomo non disse nulla e si spostò sulla sedia, appoggiando la schiena al sedile.
- Cosa ti fa pensare che, dopo ciò che avete fatto, io verrò a questa... cosa?
Sehun non fece trasparire la voglia che aveva di afferrarlo per il colletto e gridargliene quattro. Anzi, si stampò in faccia il suo miglior sguardo apatico.
- Me lo fa pensare la speranza che tu voglia bene ai tuoi figli.
- Come puoi pensare che non vi voglia bene? - chiese l'uomo, alzando la voce - Vi ho dato tutto ciò che ogni figlio potesse desiderare.
- Tipo?
Sehun si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania: non sarebbe scappato da quella conversazione.
- Tipo una casa enorme! - sbottò suo padre - Una piscina, della servitù che vi permettesse di non alzare un dito, le migliori scuole, i migliori...
- Quando è stato l'ultimo Natale che hai passato con noi? - Sehun lo interruppe improvvisamente - E l'ultimo compleanno che abbiamo festeggiato? L'ultima vacanza o gita che abbiamo fatto noi tre insieme? Quando è stata l'ultima volta che hai chiesto a Jinho com'era andata a scuola? Sai, papà, io ero esattamente come te, ma poi ho capito che una casa grande non potrà mai sostituire un Natale in famiglia; la piscina non potrà sostituire una cena ricca di chiacchiere sulla nostra giornata; la servitù non potrà sostituire un abbraccio.
Il ragazzo accennò un sorriso: - Quando è stata l'ultima volta che qualcuno ti ha abbracciato?
L'uomo sbuffò e distolse lo sguardo dal figlio: - Sono sciocchezze.
Sehun si alzò lentamente dalla sedia: - Può essere, ma io non sono d'accordo. Domani ci sarà la mostra e sarebbe davvero bellissimo se tu venissi. Renderesti Jinho felice, perché in questi giorni sta malissimo per ciò che è successo.
Si voltò e camminò verso la porta, ma la voce del padre lo fece bloccare.
- Dove siete ora? Cioè... qualcuno vi sta ospitando o siete in albergo?
- Jinho è a casa di due amici della scuola. Io sono a casa di Luhan. - rispose Sehun, voltandosi di nuovo verso il padre.
- Il tuo amico.
- Il mio ragazzo.
L'uomo sospirò: - Sì, scusa.
Non disse altro, perciò Sehun sgattaiolò velocemente fuori dalla stanza.
Non vedeva l'ora di tornare da Luhan e riprendere a respirare.

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