Capitolo 6

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Quel venerdì, Sehun aveva dato la serata libera a tutta la servitù, per evitare che facessero domande o disturbassero la loro cena.

Il pollo Kung Pao era il piatto preferito di Luhan: chi l'avrebbe mai detto?
Sehun aveva imparato a cucinarlo durante il periodo all'università. Nel dormitorio c'erano dei ragazzi a cui piaceva mangiare solo quello perciò, guardandoli ed aiutandoli spesso, aveva finito per imparare a farlo. Ma il suo era mille volte meglio di quello che facevano loro e, per fortuna di Sehun, non l'avevano mai scoperto, altrimenti l'avrebbero reso il loro cuoco personale.
A casa non aveva molte occasioni di cucinare, perché pensava a tutto la signora Kim, ma ogni tanto gli piaceva mettersi ai fornelli.
Jinho arrivò in cucina proprio mentre Sehun stava iniziando a mettere le pentole sul fuoco.
- A che ora arriva il professor Luhan?
Sehun diede una veloce occhiata all'orologio: - Tra una mezz'ora. Ti sei fatto la doccia?
Il bambino scosse la testa: - Stavo studiando. Adesso vado.
Detto ciò, fece dietro front, ma restò fermo lì, sulla porta della cucina.
- Perché hai invitato il professore a cena? - chiese con voce flebile.
Sehun alzò lo sguardo, ma incontrò solo la schiena del fratellastro, che gli dava le spalle.
- Non ti fa piacere?
Finalmente il bambino si voltò e annuì, facendo sorridere Sehun.
- Sapevi che il suo piatto preferito è il pollo Kung Pao? È praticamente l'unico piatto che so cucinare davvero bene.
Jinho ridacchiò: - Che coincidenza.
Già, una bella coincidenza.
- Dai, vai a cambiarti. Non vorrai lasciarmi troppo tempo da solo con Luhan? Sai come andrebbe a finire.
Il bambino non se lo fece ripetere due volte e corse di sopra, urlando che non vedeva l'ora di parlare con l'insegnante delle cose che aveva studiato quel pomeriggio.
Sehun alzò gli occhi al cielo: sarebbe stata una serata infinita.
Mentre stava tagliando le verdure, sentì suonare il campanello: Luhan era in anticipo.
- Jinho! - chiamò il fratellastro, ma dal piano superiore non veniva nessuna risposta.
Sehun provò a chiamarlo di nuovo, ma come risposta ottenne solo lo scrosciare dell'acqua nella doccia.
Non c'era alternativa: doveva aprire lui la porta.
Si pulì le mani con uno straccio e, passando davanti allo specchio in soggiorno, diede una rapida occhiata al suo aspetto.
Aveva optato per un abbigliamento semplice, che non lo facesse apparire troppo formale, né troppo sciatto. Jeans e camicia erano sempre la soluzione.
Si sistemò il colletto e le maniche, che erano arrotolate fino ai gomiti, per evitare che si sporcassero mentre cucinava.
I riccioli scuri erano, come sempre, un disastro, ma non aveva il tempo per sistemarli, visto che il campanello aveva suonato di nuovo.
Sehun si affrettò ad aprire, trovandosi davanti il sorriso di Luhan.
- Buonasera. - disse l'insegnante con voce squillante ed entrò in casa, senza dare il tempo a Sehun di invitarlo.
- Ma che bella casa. - continuò poi, guardandosi intorno, ammirato.
- Non è niente di che. - rispose, mettendo le mani nelle tasche e osservò Luhan, che aveva l'espressione di un bambino al parco giochi.
La casa degli Oh era un'enorme villa. Appena entrati ci si trovava di fronte una grande scalinata, che portava al piano superiore, dov'erano le camere di Sehun, Jinho e del loro padre.
Alla destra dell'ingresso c'era una lunga porta scorrevole che nascondeva una stanza adibita a biblioteca e una più piccola: un secondo studio del signor Oh.
Invece a sinistra, si apriva il grande salotto, che portava alla sala da pranzo e, infine, alla cucina.
- Ma avete anche la piscina? - chiese Luhan, camminando per il salotto e fermandosi davanti al caminetto acceso.
- Sì, ce n'è una interna e una esterna.
- Certo, come no. - Luhan ridacchiò ma, quando capì che non stava scherzando, si zittì.
- Quando arriva Jinho, può farti fare un giro della casa.
- Perché non me lo fai fare tu?
Restarono in silenzio a guardarsi, come due nemici che si studiano sul campo di battaglia.
- Devo cucinare. - borbottò Sehun e scappò in cucina, lasciando Luhan indietro.
L'insegnante però lo raggiunse subito.
- Magari puoi farmi vedere la casa un'altra volta, ora preferisco restare qui. - Luhan si appoggiò con i gomiti all'isola della cucina, dove Sehun stava continuando a cucinare.
- Che profumino! - commentò, ma da Sehun non arrivava nessuna risposta, perciò Luhan sbuffò - Hai intenzione di non parlarmi per tutta la sera?
Per sua grande sorpresa, Sehun fece un enorme sorriso.
- Scusa, è che sono concentrato. Sono anni che non preparo questo piatto e non voglio fare brutta figura.
- Capisco... - Luhan sorrise senza farsi notare e rubò un pezzo di peperone che Sehun aveva appena tagliato, mangiandolo.
- Da quanti anni sei qui in Corea? - chiese Sehun, sentendosi osservato.
Luhan ci pensò un attimo, prima di rispondere: - Sono venuto qui dalla Cina dopo l'università. 
- Ti manca la Cina? - Sehun sollevò lo sguardo, incuriosito.
- Sì, mi manca. Ci torno ogni tanto, in estate e lì rivedo parenti e amici. Ma ormai la mia vita è qui. Ho tanti amici, un lavoro che amo...
- Una fidanzata? - chiese Sehun, senza alzare lo sguardo dalle pentole.
Luhan pensò bene alla risposta da dare, prima di aprire bocca: non aveva una fidanzata e non l'avrebbe mai avuta. Un fidanzato, però... Sospettava che Sehun avesse capito le sue, come dire, preferenze, ma forse era troppo imbarazzato per dirlo apertamente. O forse non gli importava niente della sua vita amorosa, il che era più probabile.
E se quella domanda fosse arrivata di proposito, per farlo uscire allo scoperto?
Luhan non conosceva ancora abbastanza bene il ragazzo che aveva davanti e non si fidava così tanto da rivelargli certi particolari della sua vita.
Luhan si diede dello stupido per essersi trovato più di una volta a flirtare spudoratamente ed aver creduto che, anche se in un modo molto strano, lo avesse fatto anche Sehun.
Il ragazzo cinese scosse la testa, cercando di darsi un'aria da duro.
- No, niente fidanzata, per ora.
Sehun alzò finalmente lo sguardo e lo puntò sugli occhi di lui: all'insegnante sembrò che stesse leggendo la sua mente e che avesse capito che aveva appena detto una bugia.
- Vuoi assaggiare?
Luhan sbattè le palpebre e si accorse che Sehun gli porgeva le bacchette, per fargli assaggiare un pezzetto di pollo.
Senza pensare, rinunciò a prenderle e invece si sporse sopra il bancone, mangiando direttamente dalle bacchette che Sehun teneva ancora sollevate per lui.
Sehun non osò muoversi, sentendo un brivido, a quel gesto di Luhan.
Non stavano facendo nulla, ma quella situazione sembrava così... intima?
Appena Luhan si spostò, alzando un pollice per dirgli che il pollo era buono, si accorsero entrambi di Jinho.
Da quanto tempo era sulla porta a guardarli?
- Jinho! - Luhan sorrise per togliere tutti dall'imbarazzo e Sehun gli diede le spalle, fingendo di cercare qualcosa sul bancone dietro di lui.
- Professor Luhan. - Jinho fece un piccolo inchino, ma Luhan si alzò e lo raggiunse, abbracciandolo.
Poi si inginocchiò davanti a lui - Stasera sono solo Luhan. Non siamo a scuola, perciò non chiamarmi professore, d'accordo?
Jinho annuì e Sehun richiamò l'attenzione di entrambi.
- È quasi pronto, prepara il tavolo.
Non voleva essere un ordine, ma il tono che aveva usato Sehun lo faceva sembrare tale, infatti Jinho scattò all'istante alla ricerca di piatti e bacchette.
Luhan lo aiutò, nonostante le proteste di entrambi, che ritenevano un ospite dovesse stare seduto e lasciarsi servire.
Quando Sehun si ritenne soddisfatto della cottura del pollo, lo portò in tavola e i tre si sedettero a mangiare.

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