Capitolo 26

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Luhan posò la testa sul finestrino, mentre i suoi occhi vagavano sul paesaggio di campagna. Sehun era accanto a lui e guidava come se quelle strade gli fossero conosciute, come se non fosse la prima volta che vedeva quella zona. Erano in Cina da tre giorni e avevano finalmente concluso il loro lavoro con la Wang Corporation.

Erano stati più nel grattacielo che ospitava l'azienda che in giro per Pechino, ma alla fine erano stati premiati: i dirigenti avevano trovato ottima la proposta di Sehun ed avevano accettato di lavorare con loro. Era una grandissima vittoria per la Oh Tecnologies, ma soprattutto per Sehun. Il ragazzo aveva fatto un lavoro straordinario e Luhan era molto orgoglioso di lui.
Finito il loro compito, avevano qualche giorno per stare con la famiglia dell'insegnante, ed era proprio lì che stavano andando.
Le strade non erano molto cambiate, nei due anni in cui Luhan non era tornato a casa e, vedere i luoghi della sua infanzia, lo rendeva nervoso ed emozionato.
- Tutto bene?
La voce di Sehun interruppe il silenzio che c'era nell'auto.
- Sì, ma sono nervoso. - rispose Luhan, e Sehun subito allungò una mano, per prendere la sua.
- Lo capisco. Deve essere bello rivedere i tuoi genitori.
- Mi mancano tantissimo - Luhan sospirò - Odio non poter venire spesso a trovarli.
Sehun annuì, ma non rispose. Lui non poteva capire com'era non viaggiare semplicemente perché non si avevano i soldi per farlo.
- Dimmi, Lu - disse, dopo qualche altro minuto di silenzio - I tuoi sanno che...
Luhan ridacchiò, vedendo come Sehun gesticolava imbarazzato.
- Che vengo qui con te? In realtà non gli ho detto nulla. È una sorpresa.
- No, intendevo... se sanno che...
Luhan rise ancora più forte, tanto che Sehun gli diede un piccolo spintone.
- Se sanno che sto con un te? No.
- Ah.
- Però sanno che mi piacciono i ragazzi - l'insegnante sorrise - Non ho segreti per i miei genitori e loro non mi giudicano. Non l'hanno mai fatto.
- Ma non gli hai detto comunque di me. - disse Sehun, serio in volto.
- Sai perché non l'ho fatto? Perché ero in imbarazzo.
Sehun voltò appena lo sguardo, che però tornò subito a puntarsi sulla strada.
- In che senso?
- Bene, è il momento di confessarti una cosa. - Luhan si spostò sul sedile, così da avere il busto rivolto verso Sehun.
- Gli ho parlato di te. Ma... beh, è stato quando ti dimenticavi di Jinho ed eri un ragazzino menefreghista e viziato.
Sehun aggrottò le sopracciglia, confuso, ma Luhan non aveva ancora finito.
- Quando mi sono innamorato di te non ho avuto il coraggio di dirlo, perché loro ti consideravano ancora come il fratellastro stronzo. Perciò...
Sehun guardò il suo ragazzo, sconvolto: - Perciò loro mi considerano una persona orribile e io sto per presentarmi a casa loro. Con te?!
Luhan sorrise innocentemente: - Sì?!
- Luhan!
- Lo so lo so - l'insegnante ridacchiò - Ma vedrai che ti adoreranno! Gli spiegherò tutto e si dimenticheranno ciò che gli ho raccontato di te.
Sehun sbuffò e strinse più forte il volante: ora sì che era nervoso anche lui.

- Beh, c'è una cosa positiva - disse poi - Almeno eviterò figuracce con i tuoi genitori. Perché tu tradurrai solo le cose giuste, no?

Luhan lo fissò per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere.

- Cosa c'è?! - esclamò Sehun - Non ho detto nulla di divertente!

- Sì invece - Luhan si asciugò una lacrima invisibile - Mi dispiace per te Nànhài, ma i miei genitori parlano perfettamente il coreano.

Sehun sbuffò: - Certo, come no...

- È vero, simpaticone. Sono due stimati insegnanti di coreano alla scuola media del paese vicino. Potrebbero anche insegnare all'università, ma hanno sempre amato la vita tranquilla, perciò...

Luhan guardò il suo ragazzo, che era palesemente sconvolto, e gli diede dei colpetti sulla spalla.

- Su su, devi solo essere te stesso.

Sehun alzò un sopracciglio.

- Okay, devi essere molto, ma molto più amichevole del solito e vedrai che andrà tutto bene.

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