Capitolo 5

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Lisa lavorava per la famiglia Oh da una settimana ormai e le cose sembravano andare a meraviglia. Era simpatica, buffa e con Jinho si era trovata subito ad andare d'accordo.

Lo aiutava con i compiti, giocava con lui e non si stancava mai di sentirlo parlare delle costellazioni o dei libri che aveva letto. Nonostante fosse disponibile anche ad accompagnare il bambino a scuola, quel compito era rimasto a Sehun.
Il ragazzo odiava ammetterlo, ma ogni giorno aspettava con ansia il momento in cui sarebbe salito in auto e avrebbe staccato la spina per una ventina di minuti, chiacchierando con il fratellastro.
Certo, a volte facevano la strada nel più assoluto silenzio, ma di solito Sehun si faceva raccontare com'era andata la giornata a scuola.
Ripensando ai giorni appena trascorsi, si ritenne soddisfatto: poteva affrontare un'altra settimana di lavoro senza preoccupazioni.
Il lieve bussare alla porta lo distrasse dai suoi pensieri.
- Sì?
Wendy entrò titubante nell'ufficio: - Signor Oh, c'è qui fuori una persona per lei.
Sehun la guardò confuso: - Chi è? Un cliente?
- No - la ragazza scosse la testa e bisbigliò, come se stesse raccontando un segreto - È il professor Luhan.
Sehun si irrigidì sulla sedia: che voleva ora quel rompiscatole?! Aveva fatto tutto ciò che Luhan gli aveva chiesto e si era comportato bene. Perciò, cosa poteva volere ancora? E soprattutto, perché a Sehun importava così tanto?
Il ragazzo si passò una mano tra i riccioli: - Ti sembrava arrabbiato?
Meglio sondare il terreno.
- Direi di no - rispose Wendy - L'altra volta che è venuto faceva paura, ora mi sembra tranquillo. Aveva notato che è davvero un bel ragazzo?
Sehun fece il possibile per mantenere un'espressione indifferente.
Eccome se l'aveva notato.
Ma ciò non glielo faceva apparire meno irritante.
- Fallo entrare. E smettila con queste chiacchiere inutili.
Il suo tono era più duro di quello che avrebbe voluto, ma Wendy era così abituata al modo di fare del suo capo, che non ne sembrò turbata ed uscì dall'ufficio per andare a recuperare Luhan.
Sehun intanto si preparava psicologicamente: era stata una giornata così bella fino a quel momento. Non aveva voglia di parlare con quell'insegnante.
Fece un respiro profondo e si alzò dalla sedia, proprio mentre Luhan entrava nella stanza.
Sehun gli disse di accomodarsi, poi guardò Wendy.
- Se non abbiamo finito tra mezz'ora, entra a vedere se uno dei due ha già ucciso l'altro.
Wendy sparì trattenendo una risata e chiudendosi la porta alle spalle. Luhan, invece, sorrideva tranquillamente.
- Lo sappiamo entrambi che vincerei io.
Sehun sbuffò ed alzò gli occhi al cielo, poi si rilassò sulla sedia: - Allora, che ho combinato stavolta? Jinho l'ho portato a casa già ore fa ed è con la sua stranissima babysitter nuova di zecca.
- In realtà non sono qui per Jinho, sono qui per te - disse Luhan - O meglio, per chiederti un favore.
Sehun ridacchiò: - Cosa ti fa credere che ti farò un favore di qualunque tipo? Mi hai dato il tormento per settimane.
- Però avevo ragione io - Luhan sorrise e i suoi grandi occhi si illuminarono.
Sehun non poté fare a meno si ricordare il quadro che aveva visto alla mostra: Luhan aveva davvero degli occhioni da cerbiatto che, se non avessero avuto come contorno un ragazzo impossibile ed irritante, sarebbero stati in grado di fargli fare qualunque cosa.
Scosse subito la testa per scacciare quei pensieri e smise di guardare Luhan negli occhi.
- Va bene, ammetto che avevi ragione e che non è un peso né accompagnare Jinho a scuola e a casa, né aver passato con lui del tempo a quella mostra. Però sei un impiccione. Se avessi detto quelle cose, al colloquio, a mio padre invece che a me, una denuncia non te la saresti risparmiata.
- Fortuna che ho trovato te allora, sei così buono e gentile.
Il suo tono era così ironico, che Sehun si sentì un po' offeso, ma cercò di non darlo a vedere.
- Che vuoi, Luhan?
Il ragazzo sembrava non aspettare altro: si spostò sulla sedia e sul suo viso apparve un enorme sorriso.
- Questa settimana è la Settimana del Lavoro a scuola. Ciò consiste in una serie di incontri in cui un persona, familiare di un alunno, viene in classe a parlare del suo lavoro.
Il ragazzo davanti a lui stava zitto, perciò Luhan continuò, prima di essere interrotto in qualche modo.
- Quello che ti chiedo, è di venire una mattina a parlare del tuo lavoro ai bambini. Puoi anche portare degli esempi di quello che fai e i bambini ti faranno delle domande.
Sehun ancora non parlava, perciò Luhan iniziò a torturarsi le mani, nervoso.
- Puoi farlo? C-cioè... ti ruberà solo un paio d'ore e credo che i bambini saranno entusiasti perché il tuo lavoro dev'essere molto bello, visto che gli sei tanto devoto.
Voleva essere una battuta, ma era stata più acida di quanto Luhan avrebbe voluto.
- Allora...
- Va bene.
Il professore non poté fare a meno di guardare Sehun, a bocca aperta.
- Va bene? Davvero?
Sehun annuì: - Sarà solo per una mattina, giusto?
- Certo, perché...
- Allora va bene - ribadì Sehun e si appoggiò con i gomiti alla scrivania.
- Quando devo venire?
Luhan deglutì e si prese un attimo prima di rispondere: la sua mente si era completamente svuotata nell'esatto momento in cui Sehun aveva puntato quegli occhi così profondi nei suoi.
Di cosa stavano parlando?
Ah già.
- P-pensavo a martedì. Che sarebbe domani, perciò mi sa che è troppo presto. Facciamo giovedì?
- Martedì va bene - disse Sehun ed iniziò a giocherellare con una penna - Basta solo che dica in cosa consiste il mio lavoro, giusto?
- Sì, ovviamente dev'essere interessante e non una specie di riunione amministrativa.
- Certo, altrimenti tu la interromperesti con i tuoi messaggi.
Luhan ridacchiò: - Mi dispiace, non lo farò più.
- Lo farai ancora, invece.
- Mi stai chiedendo di scriverti, Sehun?
Il ragazzo si irrigidì: non stavano flirtando, vero? Guardò Luhan e capì che stava pensando la stessa cosa. Lui faceva il possibile per tenere la conversazione sul tema principale, ma finivano sempre per bisticciare.
Sospirò e fece per rispondere, ma Luhan lo tolse dall'imbarazzo.
- Posso segnare il tuo nome allora, sulla lista dei familiari che partecipano?
- Certo - disse Sehun in un sussurro, poi si guardò intorno, mentre Luhan scriveva in una piccola agenda.
- Grazie Sehun, quasi non speravo avresti accettato.
- Dovresti avere più fiducia in me, Luhan.
Sehun volle sbattere la testa sulla scrivania, subito dopo aver detto quella frase. Luhan accennò un sorriso e si alzò dalla sedia, mentre Wendy apriva la porta tenendo d'occhio l'orologio.
- È passata mezz'ora - disse la ragazza e poi fece un teatrale sospiro di sollievo - Siete entrambi interi.
Luhan rise e si inchinò davanti a Sehun: - Ancora grazie Sehun.
- Non c'è problema - rispose lui, ma poi gli venne in mente una cosa - Aspetta.
Luhan si fermò accanto a Wendy, che si era spostata per farlo uscire dall'ufficio.
- Sai che sei molto maleducato?
- Perché? - chiese Luhan alzando un sopracciglio.
- Perché da quando ci conosciamo non mi hai mai portato il rispetto che mi devi. Gradirei essere chiamato hyung, se non ti dispiace - disse Sehun in tono serio, ma la sua espressione divenne di pura sorpresa, quando Luhan scoppiò in una risata.
- Ehi! - disse scocciato - Come ti...
- Stammi a sentire - Luhan smise di ridere e fulminò Sehun con lo sguardo - Jinho mi ha detto che hai 24 anni, è vero?
- Sì - sbottò Sehun.
- Io ne ho 27 - disse in tono tranquillo Luhan e sul volto di Sehun e Wendy si dipinse un'espressione incredula - Perciò forse dovresti essere tu a portare rispetto al tuo hyung, ragazzino. Buona giornata.
Detto ciò, Luhan uscì dalla stanza, mentre in essa era calato un silenzio assoluto.
- Non mi ha chiamato ragazzino, vero? - chiese uno shockato Sehun.
- Oh, eccome se lo ha fatto! - Wendy stava per ridere, ma la risata le morì in gola quando vide gli occhi severi del suo capo.
- Torna al lavoro, Wendy.
- Vado.

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