1. Capitolo 1: Primo incontro

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Capitolo 1 Primo incontro (Pro alec)

Sfoglio la pagina continuando a leggere "Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? Essa è l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. Non servirla, se essa ti invidia; la sua veste virginale e d'un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi. Gettala via! Ma è la mia dama, oh, è il mio amore! Se solo sapesse di esserlo! Parla eppure non dice nulla. Come accade? È il suo sguardo a parlare per lei, e a lui io risponderò. No, sono troppo audace, non è a me che parla. Due elle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte." Sospiro poggiando un attimo il libro sul mio petto mentre ripenso a queste parole. Un amore così leale e dolce che ti prende il cuore e il cervello, mi piacerebbe provarlo per una volta nella vita per sapere che effetto fa essere la stella di qualcuno, essere il suo mondo. Vorrei poter provare emozioni così forti da rimane stordito per ore e bearmi nel dolce oblio che oscura la mente. Pensavo di esserci riuscito, di averlo trovato il mio amore, ma era solo uno stupido ripiego. Come potrei essere innamorato di mio fratello, anche se non di sangue?! Nulla da dire sul suo aspetto perché mille ragazze cadono ai suoi piedi, ma per me non era così. Conoscerlo a fondo mi ha fatto pensare di essere attratto dai suoi modi sicuri, dai suoi movimenti ipnotici, dalla sua gentilezza spiazzante e dalla sua arroganza. Ma la verità è che sono un codardo che non accetta se stesso e allora cosa c'è di meglio di un amore impossibile che mai sarà corrisposto per alleviare quel senso di disagio per ciò che si è?! Ecco, io la pensavo così diverso tempo fa, ma poi mi sono accorto che era una sciocchezza soffrire per qualcosa che era ovviamente impossibile, dovevo solo imparare ad accettarmi. Ecco... su questo ci sto lavorando. Riprendo il libro sbuffando, ma un mega uragano mi atterra sulla pancia "Alec!" Max urla ridendo dopo aver vinto l'ennesima sfida alla play. "Dai pulce è ora di andare a letto, spegni tutto" lui sbuffa mettendo il broncio, ma mi ascolta "Tra quanto arrivano mamma e papà?" mi chiede sbadigliando "Tra un po', sono ad una cena di beneficenza" rispondo alzandomi dal divano "E Jace ed Isabelle?" chiede ancora "Spero presto o si metteranno nei pasticci con mamma e papà, ma tu giura di non dire nulla" gli dico prendendolo in braccio "Giurin giurello" sorrido "Bravo scricciolo" entro in camera sua e scosto le coperte di lato adagiandolo "Alec perché tu non esci mai?" mi chiede serio "Perché altrimenti chi gioca con te?" gli sorrido rimboccando le coperte "Giusto, però poi sei triste" dice mentre uno sbadiglio lo coglie "Non sono triste pulce, solo stanco. Sai che non amo la confusione come i tuoi fratelli" lui ride "Si lo so" allunga le braccia volendomi abbracciare. Così mi abbasso accontentandolo "Ti voglio bene fratellone" sorrido intenerito "Anch'io pulce, ma ora dormi" gli lascio un bacio sulla fronte mentre gli auguro la buona notte ed esco dalle sua stanza socchiudendo la porta. Torno di sotto buttandomi sul divano. Spero tornino presto quei due, altrimenti mi incazzo. Sbuffo riprendendo il libro e tornando a leggere per un bel po' "Queste gioie violente hanno fini violente. Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco, che si consumano al primo bacio." Dovrei smetterla di leggere sta roba, che ne so io del prima bacio e di gioie violente? Questo si chiama autolesionismo! A distogliermi dai miei pensieri ci pensa il mio cellulare che vibra ininterrottamente, appena leggo il nome sul display grugnisco infastidito "Izzy?" la forte musica mi colpisce subito i timpani "Alec!!" urla dall'altro capo "Jace è ubriaco fradicio! Non so cosa fa, non mi ascolta!" dalla sua voce capisco che anche lei ha bevuto, ma è comunque lucida "Cazzo Izzy! Siete due idioti! Non posso lasciare Max a casa da solo ora, non posso venire!" dico incazzato nero. Sanno che non possono uscire eppure invece che tonare a casa puntuali per non farsi scoprire, cosa fanno?! Bevono! Mi sembra sensato!  "Alec ti prego! Inventati qualcosa" urla ancora per farsi sentire "Siede dei cretini senza cervello! Adesso vedo che posso fare!" e chiudo la chiamata. Sbuffando guardo l'ora e noto che tra meno di dieci minuti i miei genitori saranno di ritorno a casa. Fantastico! Riprendo il libro facendo finta di leggere mentre metto a punto il mio piano. Quando sento gli pneumatici sul vialetto di casa sospiro sperando di essere credibile e mi fingo interessato a "Romeo e Giulietta". "Tesoro" mamma sembra sorpresa di vedermi "Ciao mamma" fingo di sbadigliare "Che ci fai ancora in piedi?" mi chiede con un tono basso "Stavo finendo di leggere, domani forse interroga la prof" rispondo solo alzando le spalle "Oh tesoro, non preoccuparti. Lo sai a memoria quel libro" ridacchia lei avvicinandosi per scompigliarmi i capelli "Dai vai a dormire che domani c'è scuola" mi dice dolcemente. Mi alzo e la seguo su per le scale "Dormono tutti?" mi chiede "Si, Jace ha detto di non disturbarlo perché l'altra volta lo avete svegliato ed è rimasto scazzato per tutto il giorno ricordi?" lei alza gli occhi al cielo "Si" io sorrido "Izzy invece si è chiusa in camera perché aveva un po' di mal di testa, è andata a dormire molto presto. Meglio non disturbarla" le dico mentre sento degli altri passi dietro di me "Ehi Alec, ancora in piedi?" sorrido a mo' di scuse "Stava finendo di studiare" spiega mamma. "Beh allora, buonanotte" li saluto entrando in camera cerco di fare meno rumore possibile per sentire gli spostamenti dall'altro lato. Sento che parlottano tra di loro, le molle del letto cigolare sotto il peso di un corpo, dei cassetti sbattere, chiudere una porta, spegnere la luce e poi altre molle. Aspetto un po' fino a quando sembrano tutti addormentati e in punta di piedi recupero le chiavi di casa, apro piano la finestra. Con un piccolo sospiro mi sporgo fuori arrampicandomi in un grosso ramo dell'albero difronte alla mia stanza, mi muovo il più piano possibile per non far spostare le foglie e scendo. Quando arrivo abbastanza in basso mi lascio cadere con uno slancio e i miei piedi toccano terra. Visto che non posso neanche prendere la macchina perché farebbe troppo rumore s1buffo ancora incamminandomi a piedi verso la fine della strada. Arrivo sulla principale e chiamo un taxi che si ferma subito, entro nell'abitacolo "Dove la porto signore?" mi chiede "Al Pandenomium club per favore" dico e lui si riemette nel traffico scorrevole delle due di notte di Brooklyn. Mi lascio andare contro l'imbottitura rovinata del seggiolino e guardo la città scorrere davanti ai miei occhi cercando di sbollire la rabbia per la loro stupidità. Mi sono stufato di parargli il culo tutte le volte. "Eccoci arrivati signore" mi dice, io apro lo sportello "Aspetti qui, faccia scorrere il tassametro non me ne frega" dico precipitandomi fuori. Il luogo già non mi piace per nulla, ci sono mille coppie fuori che si baciano e gruppetti di ragazzi ubriachi che urlano, la musica è fortissima anche da fuori e alzo gli occhi al cielo maledicendoli ancora. Idioti! Quando entro la gente mi spinge per passare, la musica è indecentemente alta e l'odore è nauseante. Un mix tra fumo, sudore e alcol. Mi guardo in torno non sapendo come fare a trovarli in mezzo a tutta quella ressa, cerco di muovermi un po', ma vengo spinto da tutte le parti e mi ci vuole un grandissimo autocontrollo per non prendere a pugni nessuno. Allungo il collo per vedere sopra tutti quei corpi, per fortuna la mia altezza aiuta parecchio. "Ehii!" un urlo giunge alle mie spalle, mi volto sperando sia Jace, ma rimango stupito di vedere un ragazzo sorridermi. Il suo abbigliamento è molto strano e alzo un sopracciglio. Chi mai metterebbe una maglia con la scritta "The king is here" tutta in paillettes bianca sopra dei pantaloni che sembrano in pelle decisamente moolto aderenti. "Ciao, cerchi qualcuno?" mi chiede urlando e dalla sua pronuncia capisco subito che non è americano, deve aver origini indonesiane "Sono il proprietario" continua poi urlando più forte. I miei occhi si illuminano, magari lui sa dove sono quei due così esco in fretta da qui "Cerco i miei fratelli" urlo di rimando "Descrivimeli" inizio a parlare, ma lui fa segno di non sentire poi mi prende per mano stupendomi e mi trascina in mezzo alla folla. Lo seguo imbambolato, ma che mi prende?! Arriviamo davanti ad una porta che lui apre estraendo delle chiavi e mi fa cenno di entrare. Appena la richiude le mie orecchie hanno un po' di pace, sospiro massaggiandomele "Finalmente" mormoro "La mia musica non ti piace?" ride il ragazzo e io arrossisco guardandolo alla luce artificiale di una lampadina. È davvero bello, i lineamenti del volto sono marcati, ma comunque dolci, gli occhi leggermente a mandorla e la pelle abbronzata. "A dir la verità odio le discoteche in generale" rispondo "E allora che ci fai qui?" mi chiede cortese mentre si avvicina ad una scrivania e prende un bicchiere pieno di un liquido ambrato "Cerco i miei fratelli, sono ubriachi" gli dico. "Giusto, descrivimeli così ti posso aiutare". Mi sposto a disagio sotto il suo sguardo attento mentre descrivo Jace "è alto, ha i capelli biondi leggermente lunghi indossava una camicia nera su dei jeans" dico svelto "Izzy invece è alta capelli scuri lunghi, molte curve e un vestito striminzito bianco" dico e percepisco io stesso il tono asciutto che accompagna le ultime parole. "Geloso eh?" ridacchia "Beh è mia sorella, ovvio che sono geloso" sbuffo infastidito. "Comunque gli ho visti, poco prima ti trovare te" mi dice posando il bicchiere "Fantastico! Dove?" chiedo contento che posso tornare presto a casa. "Ti accompagno" dice avvicinandosi a me, noto che è leggermente più alto di me, strano non mi capita spesso di trovare qualcuno di così alto

 "Ti accompagno" dice avvicinandosi a me, noto che è leggermente più alto di me, strano non mi capita spesso di trovare qualcuno di così alto

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"Comunque piacere Magnus Bane" si presenta. Resto interdetto perdendomi nei suo occhi verdi ipnotici "Ehm Alec...cioè Alexander Lightwood" mormoro cercando di fare un sorriso "Hai degli occhi bellissimi" mi dice e io arrossisco in un lampo maledicendomi per questo lato del mio carattere "G-Grazie" sussurro. Lui ride "Vieni con me" e mi riprende per mano trascinandomi fuori da quello che credo sia il suo ufficio e attraversiamo ancora corpi che si strusciano sudati. Finalmente vedo da lontano una capigliatura conosciuta e scuoto la testa quando mi accorgo di cosa sta facendo. Ci avviciniamo in fretta, Magnus si piazza in mezzo ai due ragazzi allontanandoli ed io prendo Jace per il colletto della camicia "Ma che cazzo!" dice con la voce decisamente strascicata a causa dell'alcol "Alec! Che bella sorpresa, hai deciso di uscire di casa e smetterla di fare il musone?" ride lui lo guardo malissimo soprattutto perché ha sentito tutto anche Magnus. "Smettila Jace! Andiamo a casa" dico da lontano vedo Izzy che ci raggiunge "Alec!" dice tranquillizzandosi "Andiamo a casa oh! ...sono incazzato col mondo oh!" dice l'idiota cercando di imitare la mia voce, ma fallendo miseramente. Lo guardo malissimo trattenendomi a stento dal tirargli un pugno in pieno viso "Scusa, scusa! Non mi tirare un pugno" dice subito capendo la mia furia. Noto Magnus ridere e io mi sento ancora più in imbarazzo. Cazzo che figura di merda! "Muovetevi tutti e due, mi avete rotto" dico intimando loro di uscire. Seguono subito il mio ordine, ma prima di seguirli mi volto verso il proprietario "Grazie" lui mi sorride "Figurati, è sempre stimolante aiutare i bei ragazzi come te" arrossisco ancora prima di voltarmi e seguire i miei fratelli. Appena fuori respiro il più possibile per incamerare aria buona, noto il taxi ancora fermo e salgo seguito dagli altri due. Do l'indirizzo di casa e sbuffo incrociando le braccia al petto, finalmente posso andare a dormire. Nessuno parla e mi perdo ad ascoltare la canzone trasmessa alla radio fino a destinazione "Jace paga" dico prima di scendere. Lo sento protestare e quando scende mi guarda malissimo "Perché io?!" lo fulmino "Perché è tutta colpa tua, non dovevi bere!" dico avviandomi verso casa. Mi seguono più lentamente a causa dell'alcol in corpo, davanti alla porta sussurro ad Izzy di togliersi le scarpe col tacco e facendo il più piano possibile entro in casa. Saliamo cercando di evitare le assi che scricchiolano e mi fermo davanti alla porta della mia stanza. Aspetto che entrino nelle loro e poi lo faccio anch'io, mi chiudo la porta alle spalle e mi svesto velocemente rimanendo in boxer, chiudo la finestra che era rimasta aperta e mi butto sotto le coperte sospirando. Finalmente! Chiudo gli occhi cercando di non pensare alle orecchie che fischiano per la musica alta che mi hanno costretto a sentire. Odio le discoteche, odio ballare e odio quell'odoraccio stagnante. Fortunatamente ho incontrato Magnus altrimenti sarei ancora lì a dovermi sorbire queste cose. Magnus... bel nome. E se devo essere sincero bello anche lui...molto affascinante con quei modi raffinati. È così diverso da Jace, forse è lui il mio tipo, non lo so. Ma una cosa è certa, è decisamente bello!

Noi e nessun altro || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora