14. Capitolo 14: Sconforto lasciami vivere

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Capitolo 14
Sconforto lasciami vivere (Pro alec)

È lunedì pomeriggio, sono appena tornato a casa da scuola. Ieri notte ho dormito davvero male a causa dei miei genitori, per fortuna Mag mi ha fatto compagnia mentre era al locale mandandomi messaggi fino alle quattro di notte quando sono crollato, ma è durato poco. Alle cinque già mi rigiravo nel letto. I miei pensieri si arrovellano attorno alla situazione attuale, ho paura di iniziare a odiare mio padre, questa opzione mi terrorizza. Ha iniziato a urlare più del solito per la mia scappatella di sabato e se l'è presa anche con mamma arrivando a minacciare il divorzio, lei non è spata da meno. Mi sento tremendamente in colpa per tutto questo, a causa mia la mia famiglia potrebbe rovinarsi in modo irreparabile costringendo Max a crescere con i genitori separati e a far scegliere uno dei due ai miei fratelli. Non è affatto giusto, soprattutto perché i miei sono sempre stati super innamorati, un modella da seguire, mentre ora litigano di continuo a causa mia. Odio tutto questo. Non so che fare o come comportarmi. Alzo gli occhiali sui capelli e mi strofino gli occhi con entrambe le mani, sto provando a sistemare la tesina di storia per l'esame, ma sono stanchissimo e gli occhi mi provocano davvero molto dolore. Odio portare gli occhiali, ma oggi sono costretto. Il cellulare vibra sopra la scrivania attirando la mia attenzione, sospirando lo prendo in mano aprendo poi la chat di Magnus
M: -Sto andando alle prove, ti allungo i libri?
A: -Grazie Mag <3
Chiudo gli occhi sbattendo la testa alla scrivania, che vita di merda! Fortuna che ho lui che ripara ai miei danni, ieri mattina mentre lui dormiva ancora mi sono messo a fare i compiti e ho dimenticato da lui gli ultimi appunti che ho preso di storia e altri libri, ma che ora mi servono se voglio continuare la tesina. Sabato sera ero la felicità in persona, oggi sento il mondo cadermi a dosso. È quasi comico come le cose possano cambiare nel giro di pochissime ore! Chiudo con forza il computer per prendere un po' d'aria, mi avvicino alla finestra aprendola, sospiro socchiudendo gli occhi. Odio sentirmi così, del tutto impotente e colpevole del clima teso che alleggia attorno alla nostra famiglia. Rimango fermo a respirare aria fresca per lunghi attimi, ma poi un rumore di una macchina mi risveglia. Velocemente esco dalla stanza e mi precipito giù dalle scale, apro il cancello ed esco percorrendo il vialetto fino alla sua macchina "Ehi da quando porti gli occhiali?" mi chiede con un sorriso divertito abbassando il finestrino, velocemente li alzo sopra i capelli "Me n'ero dimenticato" rispondo semplicemente appoggiandomi al suo sportello "Stai bene però, sei più sexy" mormora malizioso non perdendo il sorriso, ricambio appena in modo un po' tirato "Tieni, come va?" mi chiede passandomi i libri diventando in un attimo apprensivo e serio. Scrollo le spalle sconsolato "Va" mormoro semplicemente, lui sospira allungando una mano verso di me e accarezzandomi una guancia "Dovresti smetterla di portarti tutto il peso del mondo addosso" sussurra dolcemente con espressione preoccupata "I miei forse divorziano a causa mia, come dovrei sentirmi?" chiedo retorico abbassando gli occhi tristemente. Lui rimane in silenzio per lunghi attimi poi sospira "Parlaci ad entrambi, trovate una soluzione. Discuterne fa bene" mi consiglia riprendendo ad accarezzarmi piano la guancia con le dita calde "Ci proverò" mormoro in risposta anche se non sono convinto servirà qualcosa "Grazie per i libri" concludo alzandoli in modo timido "Dovere, ci tengo che il mio bellissimo ragazzo si diplomi col massimo dei voti" scherza regalandomi un occhiolino, sorrido più spontaneamente lasciandomi trasportare appena dalla sua ilarità. Mi sorride incoraggiante prima di lanciare uno sguardo all'ora sul cruscotto e sbuffare annoiato "Devo andare, ricordami come mai ancora non ho mollato?" chiede retorico con un piccolo broncio a incorniciargli il viso "Perché te l'ho chiesto io" rispondo ovvio scrollando le spalle "Giusto, mi farai uscire di testa pasticcino" borbotta alzando gli occhi al cielo "Perché non parli anche tu con i tuoi amici, magari trovate un accordo" gli ripropongo il suo consiglio "Ci proverò" risponde al mio stesso modo sorridendo furbo "Ora vado" dice con un sospiro, mi alzo pronto per allontanarmi per permettergli di partire "Ehi" mi prende la maglietta sporgendo un braccio dal finestrino "Non me ne vado senza un bacio" mormora ovvio prima di sporgersi e appoggiare la labbra sulle mie in un dolce bacio "Ci sentiamo quando esco, tu riposa che hai delle occhiaie da paura" mi rassicura appena ci allontaniamo scuotendo un dito nella mia direzione, scoppio a ridere per la prima volta da sabato sera "Finalmente! Mi stavo iniziando a preoccupare" scherza lui accompagnando il tutto con un occhiolino mentre riaccende la macchina. Scuoto la testa divertito "Ci sentiamo" mormoro rimettendo gli occhiali sul naso "Ok professore sexy" ride lui facendomi arrossire n imbarazzo, mi saluta con un cenno della mano al quale rispondo con un sorriso e lui riparte. Rientro in casa stancamente, quando cerco di salire di sopra per tornare in camera, una furia con i tacchi corre giù dalle scale "Era lui?" esclama Izzy concitata "Si" rispondo in un mormorio "Cazzo! Se solo me ne fossi accorta un minuto prima!" si lamenta lei imbronciandosi. Io la supero, oggi non riesco a reggere le sue lamentele, prendendo a salire le scale. Noto una sua occhiata preoccupata verso di me, ma la ignoro richiudendomi poi nella mia stanza per studiare un altro po'. Alle sei i miei occhi si chiudono in automatico, tanto che riesco solo ad alzarmi dalla sedia della scrivania per buttarmi sul letto che mi addormento sfinito.

Noi e nessun altro || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora