Capitolo 10 Tante parole (Pro Alec)
"Alexander Gideon Lightwood vuoi sposarmi? Nonostante i problemi, gli ostacoli e la tua famiglia?" Magnus è inginocchiato davanti a me "Si Magnus!" rispondo subito e lui si alza in piedi stringendomi forte e io ricambio emozionato con le lacrime agli occhi. Quando ci stacchiamo mi lascia un piccolo bacio "Devo dirlo a mamma e a Izzy e..." lui mi blocca dolcemente "Pasticcino non puoi" mi dice lui "Non ricordi? Avete litigato, tuo padre ha convinto tutti e ti ha sbattuto fuori di casa, si sono trasferiti a Londra" mi dice serio "Cosa? Non è vero Izzy era felice per noi e..." mi ferma ancora "Non è vero perché tu sei un frocio di merda" urla mentre la sua faccia cambia diventando quella di papà che mi guarda dall'alto con espressione disgustata e delusa. Una sua mano enorme mi avvolge il corpo e stinge, stringe fino a soffocarmi, urlo forte e poi il buio.
Mi sveglio di scatto mettendomi a sedere. Che brutto sogno! Mi guardo intorno un attimo disorientato, mi fermo sulla sveglia e noto che sono le cinque e mezza di mattina. Sento il rumore dello scrosciare dell'acqua della doccia, Magnus di solito non arriva alle sei? Mi alzo furtivo, ancora frastornato dal sonno, mentre il rumore cessa e sento le porte a vetri aprirsi e chiudersi. Di certo i ladri non entrano in casa di altri per fare una doccia no? Lentamente mi incammino verso il bagno, ma quando sono difronte alla porta questa si apre "Woo!" esclama Mag scattando all'indietro "Mi hai spaventato!" mi dice portandosi una mano al petto nudo ancora umido. "Scusa è che sono le cinque e mezza e di solito tu torni alle sei" mormoro con voce bassa e assonnata strofinandomi un occhio col pugno della mano "Ho chiuso un po' prima" mi risponde dolcemente lui spingendomi verso la camera. Mi butto sul letto coprendomi a fatica con le coperte sentendo tutti i muscoli protestare come se fossi indolenzito da qualche attività fisica. Lui traffica con i cassetti, aprendoli e chiudendoli rapidamente, mi accorgo solo ora che è coperto solo da un asciugamano in spugna legato attorno ai fianchi, sono un pessimo ragazzo che non gli presta abbastanza attenzione. Sono così stanco però! Lui si infila solamente dei pantaloni e si avvicina al letto stendendosi dall'altro lato "A che ora ti alzi di solito?" mi chiede in un sussurro "Alle sette" mormoro per poi sbadigliare e lo sento trafficare prima di spegnere la luce. In un attimo le sue mani mi circondano i fianchi e mi abbraccia forte appoggiando il petto alla mia schiena "Vuoi parlarne?" sussurra teneramente strofinando il naso contro il retro del mio collo provocandomi piccoli brividi di solletico, scuoto semplicemente la tesa "Domani" sussurro "Solo...stringimi per favore" sussurro sentendo la voce tremare appena. Lui mi incoraggia a voltarmi attirandomi forte contro il suo corpo caldo facendomi appoggiare il viso contro il suo collo profumato "Sono qui pasticcino, sono qui" sussurra accarezzandomi i capelli lentamente. Per ringraziarlo gli lascio un piccolo bacio sulla clavicola sporgente abbracciandolo stretto nello stesso modo. Mi sento piano piano sprofondare ancora nel sonno, ma finalmente mi sento sicuro e a casa, la cosa non mi fa più paura.
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Un dolce soffio sulle labbra mi infastidisce. Le arriccio indispettito mentre mi volto dall'altra parte, un piccolo bacio sul collo, uno sulla guancia "Pasticcino?" un sussurro dolce all'orecchio "Cinque minuti" mormoro a fatica con la bocca impastata dal sonno "Farai tardi a scuola" un altro sussurro nel mio orecchio seguito da un bacio sul petto. Lentamente mi costringo ad aprire gli occhi, la prima cosa che capto è una chioma scura che occupa la mia visuale, poi lui alza il viso e i suoi splendidi occhi sono il risveglio più bello di sempre. Pagherei oro per poterli vedere per tutta la mia vita. "Giorno" mormora con un sorriso dolcissimo con tanto di rughette d'espressione attorno agli occhi felici, ricambio subito "Buongiorno" mormoro nonostante la voce indebolita dal lungo riposo, lui si abbassa per poggiare le sue labbra sulle mie in un casto bacio, ma intriso di amore che mi fa scoppiare il cuore di gioia. "Ti preparo la colazione" mi avvisa poi alzandosi con un balzo dal letto "Non c'è n'è bisogno, puoi rimetterti a dormire" mormoro io rendendomi conto che è mattina presto e lui ha dormito solo un paio di ore, tutto questo a causa mia "No, assolutamente escluso. Ti accompagno a scuola, niente taxi e ora alza questo fantastico sedere e vestiti" esclama a tono alto per farsi sentire dalla cucina "Il mio armadio è pieno di roba" continua invitandomi ad approfittarne. Mi metto a sedere tra le coperte stropicciandomi il viso sentendomi molto poco riposato "Posso fare una doccia?" chiedo io impacciato non sapendo bene come comportarmi "Certo pasticcino!" urla lui mentre sento un gran rumore di pentole e pentolini che cozzano tra loro, mi alzo definitivamente dal letto e, sospirando, mi avvio al bagno. Mi chiudo la porta alle spalle e mi avvicino alla doccia per aprire l'acqua, mi soglio velocemente. Entro nel box e mi lavo usando il suo bagnodoccia al sandalo che mi piace da morire su di lui, magari sentendo il suo profumo a dosso affronterò meglio la giornata che mi aspetta. Esco in fretta per evitare di arrivare tardi a scuola e mi avvolgo un asciugamano alla vita. Torno quindi in camera sua e apro l'armadio, per prima cosa prendo dei boxer bianchi, i più sobri, poi rovisto in cerca di un pantalone carino, trovo dei jeans grigi un po' troppo stretti per i miei gusti, ma è la cosa meno appariscente tra i suoi mille modelli in pelle e poi una t-shirt blu scura semplicissima. Infilo le miei scarpe e lo raggiungo in cucina. Lo trovo che sta preparando il caffè mentre sulla penisola ha già messo dei biscotti e del succo, lui mi sente arrivare e si volta con un sorriso "Vuoi il caffè?" mi chiede dolcemente "Si grazie" mormoro sedendomi alla penisola, lo prepara in fretta e poi mi porge la tazza. "Come ti senti?" mi chiede leggermente preoccupato mentre si siede difronte a me, scrollo semplicemente le spalle. Appoggia la sua mano libera sulla mia assumendo un'espressione ancora più preoccupata "Cos'è successo?" mi chiede dolcemente, sospiro non volendo ricordare tutto quello che è accaduto ieri, ma so che ho bisogno di parlarne con lui "Ieri sera dopo cena i miei hanno iniziato a litigare su di me, ovviamente, dopo i primi urli sono salito in camera, non riuscivo ad ascoltarli, ma tempo dieci minuti e mio padre mi ha raggiunto, mi ha preso per la maglia e mi ha sbattuto al muro urlandomi di dire che era una cazzata. Mi sono staccato dalla sua presa sperando che finisse in fretta lo sfogo, lui non è mai stato violento, ma ha continuato come se il fatto che fossi gay era solo una ripicca, un interruttore. Lui ha cercato di farmi ammettere ciò che voleva che fossi, ma ne ho ricavato solo un pugno che mi ha preso di striscio" racconto deglutendo con forza indicando la guancia "Mi ha detto che sono un frocio del cazzo e, ti giuro che non ci ho visto più, ha fatto così male! Io...ecco io gli ho tiro un pugno quindi mi ha cacciato di casa" mormoro velocemente sentendomi in colpa per come ho reagito ieri sera, ogni speranza di poter parlare si è frantumata. Lo vedo alzarsi e aggirare il piano avvicinandosi a me, mi stringe forte tra le sue braccia "Oh amore, mi dispiace tanto" mormora tra i miei capelli. Stringo forte le mani attorno alla sua schiena lasciandomi cullare da lui e dal suo profumo dolce "So che ho sbagliato, mi dispiace così tanto! Ma...ecco mamma era tra noi due, lui continuava a dimenarsi dalla presa di Jace e...ho avuto paura che la colpisse" ammetto in un sussurro mentre una piccola lacrima scorre sulla guancia. Lui si allontana poco da me permettendomi di alzare il viso e accarezzandomi piano le guance coi pollici "Vedrai che sistemerete tutto pasticcino. Probabilmente hai ragione, il pugno era un po' esagerato, ma lui non c'è andato esattamente leggero" cerca di tranquillizzarmi "Anzi è stato un vero stronzo" continua serio "Ma forse è solo spaventato, d'altronde è successo tutto così in fretta" io annuisco alle sue parole "Si, immagino che sia stato un shock, ma non credo si sistemerà tutto così facilmente" mormoro sconsolato. Lui mi accarezza i capelli sporgendomi per lasciare un bacio tenero sulle mie labbra "Vedrai che andrà bene" sussurra con un sorriso dolce. Sospiro afflitto "Spero tu abbia ragione" mormoro strofinandomi una mano sugli occhi con fare nervoso. Mi lascia un altro bacio sulla guancia "Io sono qui amore" sussurra e non posso far altro che sorridere dolcemente "Lo so, grazie" rispondo con lo stesso tono attirandolo a me per lasciargli un altro bacio. "Aspettami qui" dice poi staccandosi da me, io confuso riprendo a fare colazione inzuppando un biscotto nel caffè, torna al mio fianco pochi attimi dopo con un flaconcino e il cotone in una mano. Bagna quest'ultimo col disinfettante e lo appoggia piano sul mio taglio, sorrido intenerito "Grazie" mormoro arrossendo, mi lascia un piccolo bacio tamponando piano, poi ci mette sopra un piccolo cerotto. Prende anche la mano e disinfetta anche le nocche per poi lasciare un bacio anche lì "Meglio?" mi chiede e io annuisco leggermente imbarazzato da tutte quelle amorevoli cure. "Mi vado a vestire così andiamo" mi sorride poi "Posso prendere davvero un taxi" lo rassicuro, ma lui mi ignora e io scuoto la testa. Sistemo ciò che ha preso e sciacquo le tazze "Non c'è bisogno" mi urla lui dall'altra stanza facendomi ridere. Lo raggiungo in camera raccogliendo le mie cose "Puoi lasciare qui la maglia e i pantaloni, così hai qualcosa di comodo da metterti" mi propone infilandosi i jeans, sorrido appoggiandoli sul letto. L'idea mi piace molto più del dovuto! Prendo il cellulare e il giacchetto mentre aspetto che si prepari, saluto il Presidente che sonnecchia ancora sul letto perfettamente fatto. Lui indossa una maglia azzurra con la scritta "I'm the best" e dei jeans bianchi, delle Nike nere ed è pronto "Andiamo altrimenti farai tardi" mi dice prendendomi per mano e trascinandomi fuori di casa. Scendiamo veloci le scale e usciamo dal portone, lo seguo confuso quando attraversa la strada. Infila una chiave in una piccola serratura e una saracinesca si alza lentamente rivelando un bolide da paura. Noto subito il logo della Porsche e contemporaneamente la mia bocca si spalanca, scoppia a ridere "Ti piace?" mi chiede totalmente divertito "Oh mio dio! È...wow!" esclamo ultra esaltato, mio dio che bellezza! "Me la fai guidare?" gli esclamo subito rendendomi conto di avere gli occhi sgranati e un tono da bambino, ma questa macchina è un sogno! Lui storce la bocca "Per favore!" lo supplico disposto a mettermi anche in ginocchio "Sali intanto!" ride del tutto divertito dalla mia reazione mentre entra in macchina al posto del guidatore. Io salgo in un attimo e gli interni sono così comodi! "Allora?" insisto mentre lui si immette nel traffico dopo una perfetta retromarcia "Forse, cosa mi dai in cambio?" mi chiede malizioso cambiando marcia "Di tutto!" esclamo troppo presto senza rendermi davvero conto della sua cosa continue perversione e notando la sua occhiata eloquente arrossisco e lui scoppia a ridere fragorosamente "Allora ci posso pensare" il suo occhiolino non promette assolutamente niente di buono e soprattutto casto. "Hai intenzione di tornare a casa dopo?" mi chiede dopo attimi di silenzio cambiando discorso "Non lo so, non ne ho molta voglia, ma non posso evitare mia madre per sempre mentre per mio padre meglio lasciar perdere" sospiro non sapendo bene come comportarmi "Posso darti un consiglio? Sai di rapporti padre-figlio ormai sono un esperto" mi dice catturando una mia mano e portandola sul cambio insieme alla sua "Certo dimmi" lui sorride dolcemente "Siete sempre andati d'accordo giusto?" io annuisco attento al suo discorso "Cerca non arrenderti così facilmente, il vostro rapporto non ha mai avuto problemi prima di questo quindi è un'ottima base da dove partire, lascialo assimilare con calma la notizia e poi provi a parlargli con calma magari. Noi possiamo sempre evitare di farci vedere insieme se può aiutare" mi spiega. Certo è vero che io ho sempre avuto una gran stima per mio padre e lui si è sempre dimostrato disponibile a sostenermi anche nelle più piccole cose come ad esempio le partitelle di calcio alle elementari. Forse non tutto è perduto! Voglio tanto crederci! Sospiro cercando di infondermi un po' di sicurezza "Potrei farlo...non lo so" mormoro pensieroso "Beh fammi sapere se ti devo venire a prendere alle quattro allora" dice mentre ferma la macchina. Parcheggia a lato della strada un po' prima del cancello "Pensavo mi lasciassi davanti" ammetto facendolo ridere "Basta chiedere, ma poi se iniziano le occhiate, i commenti e tutto il resto da parte dei tuoi compagni trogloditi non prendertela con me" scherza contagiandomi. "No hai ragione, meglio così" dico svelto, spaventato dall'idea di dover affrontare insulti anche a scuola "Grazie...per tutto" mormoro sentendo nuovamente quella sensazione fastidiosa d'imbarazzo "Stiamo insieme Alexander non dovresti ringraziarmi per averti fatto posto nel mio letto e condiviso un pacco di biscotti" ridacchia dolcemente passando una mano tra i miei capelli "Allora ti scrivo" mormoro arrossendo avvicinandomi leggermente a lui "Buona giornata" mi augura lasciandomi un velocissimo bacio a fio di labbra che mi fa ridere "Anche a te" mormoro. Scendo dalla macchina sorridendo come un cretino, ma amo da impazzire quell'uomo che si preoccupa sempre di rispettare i miei spazi e i miei tempi mettendo al primo posto la mia felicità. Io cerco di fare lo stesso con lui, spero di starci riuscendo. Mi incammino svelto verso il cancello, entro nel cortile e noto subito la macchina di mio fratello. Vedo sia lui che Izzy che chiacchierano guardandosi in giro, lei mi vede da lontano mentre mi avvicino a loro e sorride così Jace si gira a sua volta verso di me. Li raggiungo e subito Isabelle mie si butta tra le braccia "Ciao" mi abbraccia forte e io ricambio "Ciao Izzy" la saluto, quando si stacca Jace mi passa lo zaino "Ti fa male la guancia?" mi chiede dolcemente lei accarezzandomi piano i cerotti "No, è solo un taglio" la rassicuro mentre la campanella suona. Mi volto per entrare leggermente a disagio perché non so bene cosa dirgli dopo lo spettacolo disastroso di ieri sera, fortunatamente loro mi seguono e basta senza porre domande, saluto mia sorella quando arriva davanti alla sua classe e continuo per il corridoio fino all'aula, prendo posto al mio solito banco e Jace mi copia sistemandosi al mio fianco. "Mamma vuole che torni a casa, vuole parlarti" mi avvisa cauto lui rompendo quel silenzio imbarazzante che si era creato, sbuffo sentendo tutta la tensione di cui ero riuscito poco alla volta a liberarmi tornare a pressarmi insistentemente "Guarda che è dalla tua parte, vuole solo parlare e papà non c'è il pomeriggio" continua lui con tono pacato cercando di intercettare il mio sguardo col suo triste "Mi sembra di non avere alternativa" rispondo ovvio forse un po' troppo freddamente e lui mi fa un sorriso di scuse appena tirato. Alzo gli occhi al cielo mentre mi alzo a mo' di saluto per l'arrivo del prof di diritto, passo tutta l'ora concentrato a prendere appunti e a seguire. È una delle mie materie preferite! Alla seconda ora ho italiano che decide di interrogare, chiama Adam che non è così preparato, ma se la cava abbastanza. "Senti Alec mi dispiace davvero, sono stato uno stronzo" mormora piano Jace al mio fianco attirando la mia attenzione "Il mio comportamento è imperdonabile, ma ci tengo a te perché ci sei sempre stato nel periodo in cui i miei genitori sono morti e non posso neanche crederci di aver fatto una cosa così proprio a te e di aver scatenato tutto quel putiferio in casa" continua con tono triste mentre scuote piano la testa passandosi una mano tra i capelli, mi volto verso di lui e nei suoi occhi leggo solo sincerità "Mi dispiace sul serio Alec, sei mio fratello e..." lo blocco non riuscendo a sostenere questo suo lato, gli voglio troppo bene "Smettila, sta tranquillo per me ok? Non ti ho ancora perdonato, ma non sentirti così incolpa ormai non si può tornare indietro" gli dico serio cercando di sollevargli un po' il morale "Io...ti giuro che mi dispiace così tanto! Sono un vero idiota!" continua guardandomi mortificato "Ehi, davvero sta tranquillo ok? Solo...stammi accanto" mormoro abbassando lo sguardo. Noto con la coda dell'occhio che annuisce freneticamente "Ma sì, certo! Non dovevi neanche chiedere" mi assicura appoggiando una mano sulla mia spalla "Ok" mormoro "Ok" sussurra lui con un sorriso un po' più rilassato. "Comunque sono felice per te" continua accompagnando il tutto con un occhiolino "Clary mi ha raccontato tutte le cose che gli hanno detto i tuoi amici" sospiro alzando gli occhi al cielo "Cos'hanno detto esattamente?" chiedo preparandomi al peggio "Poco in realtà, solo che vi siete conosciuti una volta quando ci sei venuto a tirar fuori dal Pandenomium e che vi siete rincontrati da Starbucks, siete usciti varie volte poi vi siete messi insieme" elenca pensieroso "Praticamente tutto" sbuffo io sconsolato, dannati amici impiccioni! "No, non tutto. Come si chiama?" mi chiede subito guardandomi malizioso "Scordatelo" dico freneticamente, se lo può ben scordare! Ho proprio intenzione di tenere le cose così con Magnus e lasciarlo fuori dai miei problemi familiari "Ma...!" viene interrotto dalla prof "Herondale se ha qualcosa da dire perché non viene interrogato?" urla lei stufa del suo continuo bisbigliare "Scusi prof" dice mio fratello che si limita ad alzare gli occhi al cielo, ma fortunatamente non continua. Io ne approfitto per mandare un messaggio a Magnus
A: -Mamma mi vuole a tutti i costi a casa, vuole parlare...
M: -Fai il bravo pasticcino e poi fammi sapere com'è andata
Sorrido rimettendo il cellulare in tasca e tornando a seguire l'interrogazione. La giornata passa relativamente presto se non fosse per mio fratello che ha convinto anche mia sorella a farsi dire il nome del mio ragazzo. Quindi ecco che si ricomincia! Però questa volta sono io a divertirmi lanciando diverse frecciatine che li fanno letteralmente impazzire a forza di spremere le meningi in cerca del nome esatto. Quando suona l'ultima campanella raccolgo le mie cose e mi dirigo velocemente al mio armadietto per prendere ciò che mi serve zizzagando tra la mandria di studenti che non vede l'ora di uscire. Mio fratello, che ha l'armadietto affianco al mio, copia i miei gesti per poi aspettarmi "Quanta roba prendi?" mi chiede sbuffando "I compiti per domani li ho già fatti questi sono quelli di giovedì e venerdì" gli spiego chiudendo lo zaino e quindi la porticina in metallo "Giuro non so come fai!" esclama lui scuotendo la testa. Usciamo, finalmente, da scuola e entriamo sulla sua auto, Izzy ci raggiunge subito salutandoci con un rapido gesto della mano in quanto già impegnata al telefono con Simon. "Come va con Clary?" chiedo a mio fratello mentre si immette nel traffico "Bene, lei ci vuole andare cauta. Per ora ci incontriamo, parliamo, ma niente di più" sbuffa appena mentre io alzo un sopracciglio "E a te va bene così?" chiedo totalmente scettico "Dio no! Nella mia testa l'ho già presa in tutte le posizioni del kamasutra!" esclama rassegnato facendomi scoppiare a ridere "Questa si chiama crisi d'astinenza" lo avviso calmando un po' le risate "Grazie, è confortante da parte tua" borbotta sarcastico arrossendo appena, incredibile! "Sai che tengo a lei, non voglio affrettare le cose e allontanarla" borbotta a bassa voce "Che carino, sei totalmente innamorato!" esclamo io prendendolo in giro "Smettila" esclama lui imbarazzato "Mai" scoppio a ridere alla sua occhiataccia. Quando arriviamo davanti a casa sospiro piano cercando di non farmi sentire dagli altri, ecco ritornare l'ansia e la tensione. Spero che mamma non sia arrabbiata con me per il pugno, so di aver sbagliato e ancora ci sto male. Scendo lentamente dalla macchina e seguo gli altri dentro caso. Subito Max, che stava facendo i compiti in salotto, si alza e mi corre in contro "Alec!" urla buttandosi su di me, lo prendo al volo sorridendo "Ciao pulce" lui mi stringe fortissimo quasi soffocandomi "Sei tornato" esclama felice "Certo, te l'avevo promesso" gli ricordo lasciando cadere lo zaino e spostandomi verso il divano sedendomici sopra "Mamma ieri si è arrabbiata molto e papà si è chiuso in camera come quando mi mettono in punizione" mi racconta con una faccia buffa e io non posso non scoppiare a ridere "Davvero?" chiede divertito volendo che continui a parlare con me, per tranquillizzarlo dopo la scena di ieri sera, lui annuisce "Stamattina era tutto imbronciato e aveva un buffo cerotto sul naso. Sai che ho preso dieci!" esclama e io alzo una mano "Batti il cinque genietto" gli dico orgoglioso e lui ridendo lo fa. "Max perché non fai vedere il disegno che stavi facendo a Isabelle e a Jace?" la voce di mamma mi fa quasi sussultare, il piccoletto sbuffando scende dalle mie gambe e raccoglie i suoi quaderni dal tavolino, Jace lo cattura dai fianchi iniziando a fargli del solletico e lui inizia a correre verso la cucina ridendo forte. Mamma si siede al mio fianco, rimango rigido non sapendo cosa aspettarmi. "Quando l'hai scoperto?" mi chiede cauta dopo lunghi e interminabili attimi di silenzio, la guardo un attimo sorpreso, non era esattamente quello che mi aspettavo "Ha davvero importanza?" chiedo io perplesso "Per me si Alec" mi dice seria cosi sospirando mormoro a bassa voce "A quindici anni". Lei annuisce piano mentre guarda dritta davanti a se persa in chissà quali pensieri, ho paura che possa scoppiare da un momento all'altro "Quasi tre anni" sussurra e all'improvviso sembra molto più vecchia di quello che in realtà è. Alzo un sopracciglio sempre più perplesso "Che madre disastrosa che sono" mormora poi portandosi le mani al viso nascondendolo. Sospiro addolorato, l'ultima cosa che voglio è farla star male "Mamma non dire così, tu sei bravissima con noi, io sono così esattamente come mi hai sempre visto, solo che ora è tutto allo scoperto" le dico imbarazzato appoggiando una mano sulla sua schiena in modo titubante, posso farlo senza che lei reagisca all'improvviso? "Non ti nascondo che ne sono rimasta fortemente sorpresa e scossa, ma sono comunque orgogliosa di te. Questo non cambierà mai. Il problema non è che tu sia gay, ma che non me ne sia mai accorta. Io...mi sento di averti lasciato solo ad affrontare questa enorme cosa e non riesco a perdonarmelo" mi confida voltando lo sguardo verso di me notando gli occhi farsi lucidi "Mamma io sto bene ok? Catarina spesso mi chiede se sono sicuro di esserlo, è perché non mi piace mostrarlo, non che me ne vergogni, è solo che è un cosa mia" cerco in tutti i modi di rassicurarla e farla sentire meglio "Già, insomma fai box, ti vesti di nero, giochi ai videogame...sono cose prettamente maschili no?" mormora lei stringendomi una mano tra le sue, sospiro sconsolato "Mamma io sono un maschio" le ricordo in modo più dolce possibile. "Non è quello che volevo dire, scusa tesoro" dice svelta pendendosi subito delle sue parole "Lo so mamma, ho capito quello che volevi dire e hai ragione" lei annuisce più tranquilla. Mi guarda per lunghi attimi con un gran affetto negli occhi che quasi sento le lacrime spingere per uscire "Posso abbracciarti?" mi chiede con un sorriso materno che mi scalda il cuore "Da quando chiedi il permesso di farlo?" le chiedo con un sorriso per stemperare la tensione, lei ridacchia divertita attirandomi a se "Ti voglio bene Alec e vedrai che anche papà capirà...col tempo" mormora dolcemente accarezzandomi i capelli come quando ero piccolo "Posso dire che non ci credo?" mormoro io nascondendo la testa nell'incavo del suo collo e sussurrandole appena le mie paure "No, non puoi. Abbi fede" mormora lei stringendomi ancora più forte "Mi dispiace così tanto per il pugno" sussurro "Avete sbagliato entrambi ieri sera, ma so cha non hai reagito così per cattiveria. Anche tuo padre ti conosce, è stato troppo duro con te" mi tranquillizza lasciandomi un bacio tra i capelli prima di lasciarmi andare, mi dà un buffetto tenero sulla guancia e mi sorride dolcemente. Dopo lunghi attimi, dove il suo sguardo mi ha messo in soggezione, le chiedo "Ora posso andare a studiare?" lei scoppia a ridere "Certo tesoro" mi concede lasciandomi un bacio veloce sulla guancia, mi alzo e recuperando lo zaino prima di salire le scale. Mi chiudo in fretta in camera e sospiro. È andata bene, molto bene. Mamma è orgogliosa di me! Sento le lacrime premere per uscire e finalmente non sono di dolore, ma di gioia. Forse non ho rovinato tutto. Dopo un respiro profondo mi ricompongo e prendo i libri, mi levo le scarpe e mi siedo alla scrivania, ma prima di iniziare decido di chiamare Magnus e raccontargli tutto, anche perché mi manca la sua voce. Risponde al secondo squillo "Ciao pasticcino" sorrido sentendo come effetto istantaneo che la tensione si allenta e sospiro "Ciao, ho appena finito di parlare con mamma" lo metto al corrente "E com'è andata?" chiede subito in modo curioso interrompendomi quasi "Bene, poi ti racconto quando ci vediamo" gli assicuro volendo raccontargli bene tutta la chiacchierata "Ok, rimani a mangiare a casa stasera?" mi chiede poi cambiando discorso "Penso di sì perché?" chiedo perplesso "Per tuo padre. Se hai bisogno di uscire ti lascio la chiave nel vaso vicino al portone così eviti di venire al locale se non ti va" mi spiega dolcemente e io sorrido intenerito, è sempre così attento in tutto quello che fa per me! "Grazie, spero di non averne bisogno" lui ride malizioso "Io spero di sì, non per tuo padre, ma perché la mattina tutto assonnato sei sexy da morire e fa sempre bene iniziare così la giornata" rido contagiato mentre arrossisco imbarazzato "Sempre il solito" mormoro in modo impacciato, penso che questo lato del mio carattere non cambierà mai! "Cosa ci posso fare? Da l'altra sera non penso ad altro, vorrei che fossi qui" mormora suadente con la voce bassa "Sai che dovrei studiare, così non aiuti" mi lamento socchiudendo gli occhi mentre i ricordi della nostra prima volta mi scorrono limpidi nella mente "Il tuo bel faccino sui libri è uno spreco, perché non passi da me per un saluto?" continua malizioso con un tono basso che mi provoca la pelle d'oca, sento il mio corpo fremere in risposta. Cazzo, mi manca così tanto! Vorrei poter essere suo ancora una volta. Ma devo anche studiare e poi magari mamma non vuole che esco. Oh al diavolo, ci provo! "A tra poco" dico in fretta prima di chiudere, mi alzo velocemente dalla sedia rimettendomi le scarpe mentre cerco di calmarmi per non far insospettire nessuno, prendo anche lo zaino e poi scendo "Vado in biblioteca" urlo mentre scendo le scale sperando che nessuno si voglia unire a me "Oh Alec allora mi prendi il libro che avevo prenotato?" mi chiede Izzy uscendo dalla cucina con una tazza fumante tra le mani "Va bene a dopo" acconsento e saluto in fretta uscendo. Mi trattengo dal correre visto la frenesia che mi scorre nel corpo non vedendo l'ora di vederlo, di sentirlo ovunque. Attraverso la via fino alla principale e prendo un taxi, rimango irrequieto muovendomi a disagio sul sedile posteriore per tutto il tragitto fino al loft dove scendo e pago. Questa volta corro verso il portone e suono il citofono, appena sento lo scatto della serratura mi precipito sulle scale percorrendole a perdifiato. Magnus mi aspetta già a petto nudo e con un sorriso smagliante sul viso, lascio cadere lo zaino al lato della porta mentre mi chiudo la porta alle spalle. Mi avvicino a lui senza neanche salutarlo e subito iniziamo a baciarci con frenesia, mi leva in fretta il giacchetto di jeans e la maglietta bianca accarezzandomi con le mani calde sentendo i miei muscoli rilassarsi e guizzare ad ogni suo sfioramento. Raggiungiamo a tentoni la sua camera mentre gli apro la lampo dei jeans, mi lascio cadere sul letto mentre glieli sfilo. I suoi boxer sono già tesi alla pari dei miei "Vai di fretta?" mi chiede ed io annuisco "Ne ho bisogno" mormoro guardandolo dritto negli occhi "Aiutami a non dimenticarmi per un po' di tutti i miei casini" lo supplico ottenendo un sorriso dolce "sono qui piccolo" sussurra con estrema dolcezza abbassandosi per baciarmi il collo e il petto. Mi tolgo le scarpe e lui mi leva i jeans così che entrambi rimaniamo con solo l'intimo a dosso, le mie mani gli accarezzano con trasporto la schiena mentre le nostre labbra prendono a succhiarsi, mordersi e sfiorarsi fino allo sfinimento. Mi toglie anche i boxer, ma prima di poter ricambiare e liberarlo, si sposta da me "Mettiti in ginocchio" ordina con voce roca e fiato corto, eseguo totalmente in suo comando fidandomi ciecamente di lui "Ora voltati e tieniti alla testata" mormora ancora appoggiando poi una mano calda sul mio collo. Lo faccio e lo sento spostarsi vicino a me, il suo fiato caldo sulla pelle che mi porta a fremere impaziente, le sue mani si spostano fino al petto mentre lascia una scia di baci su tutta la schiena scendendo sempre di più. Con le mani compie una pressione sulle mie anche fino a quando non scorro col bacino più indietro, sento la sua lingua proprio lì, sulla mia entrata stretta, e gemo forte di sorpresa sentendo il mio corpo scosso da prepotenti brividi. Mentre consuma questo gesto più e più volte porta una sua mano sul mio membro prendendo a muoverla piano. Stringo più forte la testata del letto muovendo appena il sedere verso le sue labbra peccaminose. Dio dopo me ne vergognerò da morire! Ma mi sta letteralmente mandando fuori di testa! All'improvviso sento un dito farsi strada dentro di me mentre le sua labbra tornano piano su tutta la schiena che bacia dolcemente, giro il viso verso di lui e le catturo in un bacio fatto solo di lingua e passione. Un altro dito entra in me e mi irrigidisco per via del dolore, ma è molto meglio della prima volta e questo mi rincuora. Le fitte fastidiose passano abbastanza rapidamente permettendomi di gemere incontrollato non potendo far altro in quanto il piacere è incontrollato e scorre nelle mie vene. Dopo lunghi attimi di sfregamenti e gemiti, morsi sulle spalle e baci, si alza allontanandosi dal mio corpo e avvicinandosi al cassettone. Io appoggio la fronte sulle mani ancora strette al legno del letto cercando di regolare il respiro affannato. Torna da me velocemente, salendo nuovamente sul materasso mentre sento il rumore di una bustina che si apre, qualche movimento e poi le sue mani si appoggiano sui miei fianchi e sento il suo membro appoggiarsi tra le pieghe del mio sedere "Pronto?" mi chiede dolcemente voltando il mio viso verso il suo "Si" mormoro a fatica con un piccolo sorriso, lo sento farsi piano strada in me. Stringo forte gli occhi e contraggo i muscoli per il dolore, le sue mani continuano ad accarezzarmi per farmi rilassare mentre continua a entrare in me fino in fondo. Lascio andare il fiato quando raggiunge la fine "Dio che male" borbotto a fatica stringendo così forte il legno tra le mie mani da portare le mie nocche a sbiancare. Le sue labbra si posano dietro il mio orecchio dove prende a soffiare e baciare facendomi pervadere il corpo da potenti scosse di piacere che mi distraggono dall'intrusione dolorosa. Mi sposto piano contro di lui per fargli capire che ora può muoversi, il peggio è passato e lui inizia lentamente a spingersi dentro di me e non c'è nulla, assolutamente nulla, che mi faccia sentire meglio. In questo momento sono sicuro, libero dai pensieri complessi, me stesso e mi sento amato ed è una sensazione alla quale, sono sicuro, non farò mai l'abitudine. Le sue spinte aumentano e io inarco la schiena per riuscire a sentirlo meglio, lui geme forte il mio nome mentre una sua mano finisce sotto il mio collo e mi spinge ad alzare il viso verso di lui "Sei fantastico" mormora ansimando sulle mie labbra "Mi fai impazzire" sussurro a occhi chiusi mentre accolgo tutto il piacere che mi sta donando. Aumenta ancora di più i suoi movimenti riportando le sue mani ai miei fianchi e stringendoli forte, gli unici suoni che si sentono sono i nostri gemiti, i nostri ansiti e la nostra pelle che si scontra forte più e più volte senza sosta. Non manca molto e sento anche lui che è teso dallo sforzo, poche altre spinte a stimolare la mia prostata e vengo copiosamente sul mio stomaco, lui mi segue pochi secondi dolo liberandosi dentro di me. Grugnisce stanco lasciandosi cadere contro la mia schiena per riprendere fiato e io faccio lo stesso appoggiando la fronte sulle mani ancora strette alla testata del letto. Appena riesce a recuperare un po' d'aria nei polmoni esce lentamente dal mio corpo e ci accasciamo entrambi su un lato senza più forze, si stringe a me riprendendo fiato. "Non pensavo saresti venuto davvero" ridacchia dopo un po' strofinando il naso sul mio petto "Perché no?" chiedo a fatica con gli occhi chiusi "Perché ti ho detto quelle cose, pensavo fossi scandalizzato" ride e io lo seguo imbarazzato "Mi sono innamorato anche di questo lato di te e, non lo ammetterò mai più, ma mi piace" ammetto a bassa voce, ma ovviamente lui sente benissimo e sorride lasciandomi un bacio a stampo "Me lo ricorderò" mormora malizioso accompagnando il tutto con un occhiolino. Rimaniamo abbracciati per un bel po', io gli racconto di mamma e delle sue parole confortanti, lui si dimostra fin da subito molto felice per me e meno preoccupato. Lo amo così tanto! Io poi gli chiedo della sua mattinata noiosa e lui borbotta qualcosa sul fatto che la nuova generazione gli sta provocando diversi grattacapi al bar. "Devo andare in biblioteca altrimenti mi salta la copertura" sospiro passandomi una mano sugli occhi stanchi, lui ride mentre mi chiede "Perché?" sorrido scrollando le spalle "Izzy mi ha chiesto di ritirarle un libro che è arrivato" spiego mettendomi a sedere sussultando appena, lui sbuffa mettendo il broncio "Ok" borbotta facendomi sorridere, così mi abbasso lasciandogli un ultimo bacio a stampo prima di alzarmi. Mi rivesto mentre lui sta beatamente sdraiato sul letto a fissarmi "Posso fare una foto al tuo sedere?" mi chiede all'improvviso tremendamente serio, lo guardo malissimo e sconvolto, ma lui scrolla semplicemente le spalle "Sai nei momenti di noia può essere utile" scuoto la testa rassegnato al fatto che mi sono scelto un pervertito come ragazzo "Sei pessimo! Ci sentiamo stasera" dico chinandomi verso di lui per lasciargli un ultimissimo bacio "Grazie" sussurro e lui sorride mettendosi a sedere e attirandomi a se "Quando vuoi pasticcino" sussurra dolcemente unendo ancora le nostre labbra. "Ok, ok, devo andare quindi mantieni le distanze" esclamo alzandomi dal letto, lo sento ridere mentre mi volto per uscire dalla stanza "Comunque questa posizione è da rifare! Mi piace troppo" urla facendomi arrossire all'inverosimile "Se lo dici un'altra volta puoi scordartelo" rispondo io nascondendo la faccia rossa incamminandomi per il corridoio. Lo sento ridere ancora più forte mentre raccolgo lo zaino all'entrata e saluto Meow che gironzola per casa con passo lento "Ciao!" saluto aprendo la porta "Ciao pasticcino. La chiave la lascio davvero nel vaso" mi saluta dall'altra stanza ricordandomi la conversazione di poco più di un'ora fa "Grazie amore" rispondo dolcemente prima di chiudermi la porta alle spalle. Velocemente mi dirigo in biblioteca con un sorriso stupido sulle labbra. Lo amo da morire! Possibile che io sia stato così fortunato da aver trovato la mia persona? Beh certo non sarà tutto sempre così facile, ma sento che con lui le cose potrebbero durare davvero per molto tempo. Quando arrivo davanti all'istituto mi affretto ad entrare e a prendere posto nel primo tavolo libero che colgo recuperando i miei libri. Studio solamente un'oretta visto che i compito non sono poi così tanti, a saperlo sarei rimasto un po' di più sul letto in totale pace col mio ragazzo stretto tra le braccia, riesco a finirli in fretta, raccolgo quindi i miei oggetti personali inserendoli nello zaino e mi avvicino al banco dove una ragazza è al computer che digita sulla tastiera. Non mi nota subito "Scusa?" la richiamo a bassa voce per non disturbare gli altri studenti ancora presenti nella grande sala "Si?" dice alzando il viso verso di me e la noto arrossire appena "Mia sorella aveva ordinato un libro" le spiego semplicemente recuperando la mia tessera "Ehm si, il nome?" mi chiede schiarendosi appena la voce "Isabelle Lightwood" lei cerca al computer, confronta i dati con i miei grazie alla schedina in plastica poi si allontana per pochi minuti. Torna poco dopo con un libro tra le mani che passa allo scanner e salva il prestito al nome di mia sorella "Ecco, mi serve una firma qui" dice passandomi un foglio che timbra. Firmo velocemente e metto il libro nello zaino "Grazie. Buona giornata" la saluto sbrigativo visto che la stanchezza della giornata sta iniziando a farsi sentire, faccio per uscire, ma lei mi richiama "Scusami..." mi volto verso di lei che sorride appena sempre più rossa sulle guance "è che ti vedo spesso qui e ti volevo chiedere se, ecco ti andrebbe di uscire qualche volta" mormora raggiungendo una buffa tonalità di viola, arrossisco anch'io impreparato a una domanda del genere. Non me lo aspettavo "Ehm... mi dispiace, ma il mio ragazzo non ne sarebbe felice" dico grattandomi a disagio una guancia guardandola mortificato "Oh, ehm...che figura" sento che sussurra abbassando il viso e portandosi una ciocca di capelli castani chiaro dietro un orecchio "è tutto ok, mi chiamo Alec comunque" mi presento per cercare di togliere entrambi dall'imbarazzo "Terrie" dice lei scuotendo appena la testa "Scusa comunque" continua davvero molto a disagio e mortificata "Non preoccuparti" le sorrido incoraggiante "Ora è meglio se vado, quindi...ciao" la saluto balbettando appena "Certo, ciao" sento che ricambia e mi affretto a uscire. Mamma mia che figura! Ridacchio tra me, non mi era mai capitato! Posso già immaginare una serata tra lei e le sue amiche dove racconta questa strambissima discussione e posso sentirle ridere totalmente divertite. Povera ragazza! Guardo distrattamente l'ora e noto che sono quasi le sette di sera, fermo velocemente un taxi e riferisco il mio indirizzo al guidatore. Quando arrivo a casa pago i pochi dollari e percorro la mia via fino al mio vialetto, recupero le chiavi dalla tasca e apro il cancellino avviandomi verso la porta d'entrata. Tra solamente un'ora arriverà mio padre, non so se posso farcela, ma sono intenzionato a seguire i consigli di Magnus. Ce la devo fare. Apro la porta e lascio lo zaino all'entrata recuperando solo il libro per Izzy "Ciao Alec" mi saluta proprio lei mentre scende le scale col cellulare fermo tra il collo e la spalla, glielo allungo e lei sorride "Grazie" mi lascia un bacio sulla guancia. Mi vado a stendere sul divano perché sono davvero molto stanco. L'incubo di stanotte non mi ha fatto riposare bene e poi l'attività fisica di qualche ora fa si fanno sentire, chiudo gli occhi un attimo per ricaricare le energie.
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Noi e nessun altro || Malec
FanfictionLa FanFiction nasce su EFP, l'autrice originale si chiama Kiki_love, tutti i diritti sono riservati a lei, mi ha permesso di trascrivere questa storia qui su wattpad. No shadowhunters sono tutti umani ** Alexander è sempre stato un ragazzo tremenda...