95. Semidei della Selva pt 7

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Agatha guardava attorno a sé, e tutto era strano.
Lei doveva trovarsi nei pressi di Washington, ma lì sentiva di essere a San Francisco, vicino al fiume.
Dall'acqua emergevano strane creature dalle più varie forme insieme a persone della sua età.
Il paesaggio sembrava congelato nel momento culminante di un temporale, con il sole che sembrava un ghiacciolo quasi sciolto dietro le nuvole.
I mortali sembravano essere scomparsi, o congelati anche loro.
I suoi amici non erano accanto a lei, ma vedeva dietro di sé delle forme stese per terra.

"Fa' che non siano morti" pregava gli dei.

Ad un certo punto, un urlo che conosceva bene.
E dal cielo calava una figura con la maschera d'argento e gli occhi di ghiaccio, che abbracciava Sophie.
L'amica non sembrava molto turbata, e aveva uno strano bagliore più verde del solito negli occhi.
Irruppe in una sonora risata, e mostri e ragazzi nuotarono fino a riva, con a capo un adolescente dalla faccia indistinta.
Stavano circondando Aggie.
Una mano, però, aveva sfiorato quella della ragazza, e Tedros si era alzato stringendola alla sua.
La cosa più strana era che non era imbarazzata, come se fosse la cosa più comune del mondo.
E appena lui si era raddrizzato completamente, quel mondo era scomparso in una potentissima luce dorata.

Aggie si svegliò di colpo. Aveva un rigagnolo di bava secca a lato della bocca, era tutta indolenzita e aveva una coperta sulle spalle. Ma cosa più strana, sentiva che qualcosa di molto grosso ed estremamente vicino si muoveva.

Aprì completamente gli occhi, sicura che un mostro mutante le si fosse arrampicato sul braccio, ma quando girò la testa vide solo una massa di scompigliati capelli biondi.

Ah, era solo Tedros.

Aspetta.

TEDROS?!

Fece una mossa brusca cercando di scansare il ragazzo, che si era addormentato con la testa sulla sua spalla, col solo effetto di svegliarlo.
Lui si girò mugugnando e quando la vide strillo'.

In lontananza, uno stormo di uccelli volò via, e anche i loro amici, diversi metri più in là, si svegliarono di botto.
La prima che videro fu Hester, con la spada parata davanti.

Altro strillo.

-Tutto bene?- disse la figlia di Ares, rifoderando l'arma.

-PERCHÉ SONO QUI?! MI AVETE LASCIATO DORMIRE CON AGATHA?!- gridava Tedros.

-Zitto, o vuoi essere di nuovo pappa per mostri?- lo rimprovero' Anadil, accorsa in quel momento con lo stiletto di ossidiana pronto.

-Vi abbiamo lasciato qui perché non ci sembrava giusto svegliarvi. Non avreste dormito, fidatevi. E poi, vi abbiamo dato una coperta, e venivamo a controllare ogni mezz'ora- spiegò Hes.

-I turni... Come sono andati? Nessun intoppo?- chiese Agatha allarmata.

-Calma, stratega, non abbiamo avuto attacchi. Solo Hort ha avuto un attacco... di vomito... postumi del viaggetto infernale- confermò tranquilla l'altra.

-Che... che ore sono?-

-A guidicare dal cielo, molto presto. Le cinque, credo. Vuoi ripartire ora?-  chiese Ani a sua volta.

-Eh, no! Prima mangiamo, mie signore!- Tedros era scattato in piedi, verso gli zaini.
Dopo lo scherzetto di farlo dormire insieme a quella streghetta, anche il considerarla un capo, eh?

Si strofino' gli occhi.
Che aveva fatto la sera prima?
Guardato le stelle. E pianto.
E abbracciato Aggie.

E da quanto la chiamava Aggie?
E da quanto anche solo faceva il poppante davanti a lei?

sge - scleri vari: l'accademia del muoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora