Da quando aveva accettato quell'anello, Sophie si era sentita male. Aveva quel cerchietto d'oro al dito da meno di ventiquattr'ore quando si era svegliata alle due di notte tutta sudata, con i brividi da capo a piedi. La fronte scottava, la testa girava, non andava per niente bene. Quello di cui si era preoccupata subito era come l'avrebbe presa il suo nuovo fidanzato. Non sapeva che programmi lui avesse in mente per il giorno dopo, ma doveva pensare a qualcosa da dirgli. Era rimasta in uno stato di dormi veglia per il resto del tempo, spremendosi le meningi mentre si rannicchiava sempre più nelle coperte, fino a che la finestra della torre non si era aperta. "Sono già le dieci?" aveva pensato.
Era andata nel panico mentre Rafal le si avvicinava, ma lui non le era sembrato turbato nel vederla così in ansia e pallida; "Stai male" le aveva detto tastandole la fronte. Poi se n'era andato, per ritornare cinque minuti dopo con una trapunta pesante.
Sophie doveva essere sincera, non se lo era aspettato. Ricordando quanto era andato sui nervi il giorno prima, aveva pensato che quella volta si sarebbe infuriato ancora di più. Invece, da cinque giorni a quella parte, il ragazzo le stava sempre vicino, le portava brodaglie calde e grosse camicie da notte scure in cui poteva ibernarsi, le rinfrescava la testa con stracci bagnati, e la ascoltava nei suoi deliri su Agatha e Tedros.
Tutto sommato, si diceva Sophie, poteva andarle peggio, anche se il giovane Gran Maestro non la faceva mai uscire per incontrare Hester, Anadil, Dot o persino Hort ("Vuoi attaccare il morbo anche a loro?" le aveva detto ridendo). A seguito di questa risposta, la ragazza si era chiesta perché allora Rafal non si ammalasse, ed era giunta alla conclusione che lui le aveva fatto venire la febbre appositamente. Quando gli aveva chiesto conferma, però, lui si era limitato a sorridere.
Nonostante tutto, Sophie si stava affezionando. Oramai la voce di quel ragazzo le era diventata familiare, e se prima aveva paura delle sue visite, ora non voleva che la notte la abbandonasse, lasciandola sola in balia dei suoi incubi.
Anche quella sera, la ragazza si stava lamentando di Tedros e Agatha.
-Scommetto che a Gavaldon non fa così freddo. Scommetto che quei due piccioncini ne avranno approfittato per fare un picnic in riva al lago, e lanciare sassi nell'acqua, e abbracciarsi sull'erba, e ingozzarsi di pollo arrosto e biscottini al burro...- brontolava lei.
-Guarda il lato positivo, magari ingrassano e annegano, oppure entrano in acqua e si beccano un malore- replicò Rafal, cambiandole lo straccio bagnato sulla fronte.
-Magari...- rise lei, mentre il giovane le spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Rimasero così per un minuto buono, lei stesa sul letto con un gran mal di testa e lui che le carezzava la testa, prima che il ragazzo si girasse verso la finestra aperta appena un poco e si alzasse di scatto.
-A quanto pare devo andare, si è fatto tardi. Buonanotte- disse, lanciando a Sophie un ultimo sguardo prima di salire sul davanzale della fenditura.
-Devi proprio?- disse allora in un sussurro flebile Sophie.
Rafal si girò, sorpreso, le guance accese di rosa. -Vorresti che restassi?-
L'altra fece timidamente di sì con la testa. Era paralizzata. Non sapeva da dove venissero le parole che aveva appena detto, ma era certa di non star mentendo. Il viso del giovane Gran Maestro si rilassò.
-Hai paura?- le chiese dolcemente.
-Più o meno- La ragazza esitò. -E' che continuo a fare degli incubi, da un po' di giorni a questa parte, e mi terrorizza il fatto che non ci sia nessuno a...-
-Proteggerti?- la interruppe Rafal, gli occhi zaffiro fissi nei suoi, tranquillo. Le si avvicinò a passo lento, non staccando mai lo sguardo da lei, e si chinò al suo capezzale per baciarla.
-Te la caverai. Ne sono sicuro- le disse con un sorriso, quando si staccarono. Aprì la finestra, salì sul davanzale e sparì nel buio della notte color inchiostro.
Sophie, nel frattempo, non si era mossa dal letto, e aveva continuato ad osservarlo in ogni suo movimento con le labbra ancora mezze dischiuse, gli occhi spalancati. Si tastò una guancia in fiamme con la mano e sprofondò nei cuscini con un sospiro, sorridendo.
*Spazio me*
1) Quello "Stay" (o meglio, "STAAAAAAAAAY") del titolo è una frase di Maria Reynolds del musical di Hamilton e non mi pento della mia scelta pt 2
2) Spero che IAmLali e _Anadil_ siano soddisfatte COFFCOFF Almeno più di Angelica Schuyler COFFCOFF
3) Se volete altre one shot su ship o personaggi scrivete qui
4) Ho rischiato un diabete peggio di L scrivendo questa storia, ma d'altronde rischio sempre un qualche malore se penso a psicopatico tinto e Veronica Sawyer schiarita :')
-DeanSof
STAI LEGGENDO
sge - scleri vari: l'accademia del muori
FanficLa paranza del trash edit 2021: mi dispiace sinceramente per tutti contenuti r*phie/r*dros/r*fic/semi zozzi che facevo due anni fa, sono una persona migliore ora