199. "You are not alone" [Dot One-Shot]

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Il Natale era la festa preferita di Dot. In quel periodo tornava a casa, riabbracciava suo padre e tutti i compaesani di Nottingham, mangiava gran parte dei suoi piatti preferiti, cantava le carole in piazza, giocava a palle di neve, scartava e incartava pacchetti regalo. Tutti sembravano appianare le divergenze, sotto Natale (a parte le mamme e le zie; quelle litigavano sempre per i cenoni e i pranzi, aveva avuto conferma anche da altri suoi compagni). Persino Tedros aveva messo da parte i rancori (sicuramente sotto c'era lo zampino di Agatha) e aveva invitato alcuni vecchi amici a Camelot.

Se sotto le feste il suo paesino natale assumeva un'aria familiare e accogliente, immaginatevi il castello del regno più importante della Selva. Tutto era stato pulito e lucidato per l'occasione; ghirlande e drappeggi rossi, oro e verdi inondavano porte e pareti; i candelabri emanavano una luce soffusa che faceva sembrare tutto un sogno; cuochi e camerieri facevano avanti e indietro dalla cucina alla sala da pranzo, occupata da un lungo tavolo in mogano coperto da una tovaglia color vermiglio. 

-E' stupendo!- aveva commentato, ma in realtà non riusciva ad esprimere a parole la sua ammirazione per la bellezza che la circondava. In vita sua non aveva mai visto un posto così bello. 

Mentre tutti prendevano posto per il cenone, Dot aveva osservato ad uno ad uno gli invitati: c'era ovviamente Sophie, con uno dei suoi migliori vestiti, gonna enorme di velluto e combinazioni di oro e rosso intenso; Hester e Anadil, che avevano dei sorrisetti di approvazione dipinti in viso; Hort, con tanto di giacca e papillon neri che lo facevano sembrare ancora più carino; Nicola, che lo seguiva a ruota in un abitino bianco latte; William e Bogden, che avanzavano di stanza in stanza con gli occhi fuori dalle orbite; c'erano persino Beatrix, Reena, Kiko e (Dot non ci voleva credere) Ravan, che si trascinava dietro Vex. La vecchia banda e i loro aiutanti erano al completo. 

-Qui c'è stato proprio un miracolo!- aveva confidato ad Agatha. Oh, Agatha... Quando l'aveva vista assieme a Tedros sul portone d'ingresso ad aspettarli le era quasi venuto da piangere: il suo vestito era molto simile a quello che aveva indossato al Torneo dei Talenti al primo anno, sbalordendo tutti; anche in quell'occasione era bellissima, accanto al suo principe diventato re, che aveva il viso incorniciato dai biondi riccioli angelici, e indossava un completo color neve fresca. Il tutto, unito alle corone dorate che scintillavano sulle loro teste, dava loro un aspetto così regale da sembrare irreale.
Ogni volta che Dot vedeva quella coppia, provava un moto d'orgoglio: si ricordava di tutte le volte che lei e le sue amiche erano corse in loro aiuto, volenti o nolenti, e sentiva di aver partecipato attivamente al coronamento del loro sogno d'amore.
Nonostante tutto, però, osservarli le faceva venire un groppo alla gola senza sapere perché.

La cena era stata abbastanza tranquilla, considerando che c'erano parecchi dei Mai più pestiferi e iperattivi della Scuola seduti al tavolo; per fortuna, poi, Hort e Tedros non si erano messi vicini, perché sennò probabilmente la serata si sarebbe conclusa in una lotta di cibo tra due ragazzi scamiciati.

Quando, alla fine, tutti si erano alzati da tavola, a Dot non erano sfuggite Hester e Anadil, che si tenevano furtivamente la mano a vicenda. Tutti, chi prima chi dopo, avevano cominciato a sospettare che le due non fossero solo grandi amiche, ma ancora non era stato confermato niente. Probabilmente, il giorno in cui quelle cocciute avrebbero ammesso di piacersi qualcuno avrebbe appeso al muro uno striscione con su scritto "Siete state ufficialmente le ultime a saperlo".
Era solo questione di tempo, si era detta tra sé e sé.
Ma ancora un volta, più pensava a loro due più sentiva un retrogusto amaro in bocca.

Nel frattempo si era messa a seguire il flusso di suoi compagni fino ad un gigantesco salone da ballo, che per un attimo le aveva ricordato quello improvvisato da Sophie al primo anno quando si era trasformata in una megera calva e brufolosa.
Comunque, se Tedros aveva messo a disposizione quell'intero salone per Sempre e Mai allora c'era definitivamente lo zampino di Agatha.

Adesso, sulle note di una sinfonia suonata dal nulla che riecheggiava nella sala, gran parte dei suoi compagni stava danzando. Sophie si proponeva come dama di tutti ad ogni ballo; Tedros e Agatha cercavano di stare assieme per il maggior tempo possibile ("È dal primo anno che aspettano questo momento" aveva sussurrato ad Anadil); le sue amiche si pestavano i piedi a vicenda e lanciavano sguardi agli altri ballerini; Hort teneva sempre d'occhio Nicole quando questa danzava con qualcun altro, e così via. Era tutto talmente tranquillo che sembrava surreale. Ad un certo punto si era persino messo a nevicare, e i balli si erano interrotti per qualche minuto, in cui una ventina di ragazzi stava con il naso appiccicato alle grandi finestre ("È opera di Jack Frost versione sterminatore, secondo te?" Aveva chiesto Hort a Sophie.)

Anche Dot si era buttata nella mischia, all'inizio, e finalmente aveva potuto ballare con il Furetto, un sogno che al secondo anno le sembrava fosse ormai impossibile; aveva danzato quasi con tutti, ed ora era esausta.
Si spostò dal centro della sala fino ad una delle colonne dorate che circondavano il salone, e vi si appoggiò sospirando.

-Sembra il Ballo delle Nevi che non abbiamo mai avuto, no?- disse una voce, facendola sobbalzare. Era Kiko. Come aveva fatto a non vederla arrivare?

-Per noi è il Non Ballo in versione meno terrificante- scherzò Dot. Notò che l'altra ragazza guardava le coppie con una velata malinconia.

-Hai già ballato con qualcuno?- chiese.

-Sì. Con Tedros, Agatha, Beatrix, Reena...- Sospirò. -Però l'unica persona che avrei voluto fosse qui non c'è-

Aia. Dot sapeva che in qualche modo avrebbe toccato quell'argomento.

-Tristan- disse. Kiko le rivolse un sorriso mesto.

-Continuo a ripetermi che è tutto passato, che sta meglio in Paradiso, ma la verità è che ha fatto appena in tempo ad invitarmi ad un ballo che già se n'era andato nell'altra scuola. E poi è tornato da me vestito da Yara, e non me ne sono nemmeno accorta. Ci avevo fatto amicizia, ma non potevo certo sapere che era lui. E poi è arrivato Aric...- La voce le si spense in gola.

Dot sentì il bisogno di abbracciarla. -Lo so, Kiko. Ma continuerai solo a farti del male se lo ripeti, e non è il momento adatto per essere tristi-

-Oh, no, non sono triste- ribatté l'altra. -Vedere i tuoi sogni realizzati è sicuramente bellissimo, ma vedere gli altri che si rallegrano quando i loro diventano realtà... Aiutare i tuoi amici e vederli sorridere grazie a te è meglio che autocommiserarsi all'infinito, no?-

Dot rimase a bocca aperta.
Quella ragazzina dai codini scuri che aveva rischiato di diventare un'oca era più saggia di quanto si potesse pensare, e le sue parole valevano per i Mai quanto per i Sempre.

In un lampo capì. Capì cosa la faceva stare male. Vedere tutte quelle coppie la rendeva triste perché la sua anima gemella non era ancora arrivata.
Ricordava quando si era innamorata di Hort ma l'aveva dovuto abbandonare, o quando Kei l'aveva baciata solo per poi raggirarla.
Ogni volta ne usciva sempre più scoraggiata, sempre più convinta che non avrebbe mai trovato la felicità.
Ma Kiko le aveva aperto una porta; lei, che aveva sofferto moltissimo, aveva trovato la propria gioia in quella degli altri. Aveva lottato per un lieto fine e l'aveva ottenuto; non come lo immaginava, certo, ma si sa che le favole sono piene di sorprese.
Dot sorrise e sospirò, come per togliersi un peso dallo stomaco.
È vero, forse lei non avrebbe trovato il vero amore. Ma non doveva per questo disperarsi. Doveva essere felice per gli altri e aiutarli, non come un Gregario qualunque in cerca di gloria, ma come amica in cerca di gioia. Poi, chissà, forse un giorno il suo principe azzurro sarebbe davvero arrivato, ma nel frattempo sarebbe stata bene anche da sola. Anzi, non da sola. Con i suoi amici.

-Tristan sarebbe fiero di te- disse a Kiko, con gli occhi lucidi.

*Angolo me*

SÌ, È QUASI FERRAGOSTO MA LA STORIA È AMBIENTATA SOTTO NATALE WHAT DO YOU WANT-

E andiamo con un altro titolo tratto da Dear Evan Hansen.

IAmLali ecco la tua oneshot

È l'ultima di questo libro hhhhhhhh

Ma per il secondo ne ho già in mente due

Get ready per l'ultimo capitolo. And don't get emotional like when you're listening to Hamilton for the 394th time.

-DeanSof


sge - scleri vari: l'accademia del muoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora