101. Semidei della Selva pt 9

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-Che peccato che non ci sia la Nutella... la cioccolata aiuta un sacco, ed è buonissima- diceva Rhian, sedendosi tra Tedros e Agatha quella mattina.
Il cielo era solcato da nuvole, e nel peggiore dei casi sarebbe piovuto.

-Dove siamo, con esattezza?- domandò Sophie.

-Dal cartello che ho visto, vicino a Santa Fe, in New Mexico. Certo che questi pegasi vanno proprio veloce!- aggiunse Hort.

-Già... ma se non ci diamo una mossa le correnti di pioggia ci rallenteranno, e chiunque stia facendo del male ai semidei deve essere aiutato SUBITO. In più, non è bene stare esposti ai mostri per tanto tempo- spiegò Hester, bevendo caffè.

-Dovremmo anche comprare altro cibo... credo che non basterà per tutti- consigliò Ani.

Intanto, Agatha rimugugnava sulla profezia.

Stare attenti ai falsi amici, temere il figlio scarlatto della saetta... salvare i semidei... il vero amore... e poi il sogno, che la spaventava ancora... Sophie, che le sembrava così reale, sembrava al sicuro con quello sconosciuto mascherato... e il ragazzo della visione delle arpie...

Magari, in realtà, SOPHIE li avrebbe salvati... magari LEI era con il suo vero amore... e il figlio della saetta? Che intendeva l'oracolo per "scarlatto"? Era forse Tedros?
Magari nel sogno le stava facendo del male?

No, non aveva senso.
Niente aveva senso.

Una mano sfiorò la sua.

-Aggie? Tutto bene?- Era Soph. -Non hai quasi toccato cibo, e dobbiamo rimontare sui pegasi. Ci sei?-

La ragazza fece di sì con la testa, e si alzò, dando un ultimo morso ad un pezzo di pane.

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Hester aveva ragione: il tempo stava diventando burrascoso.
Appena salirono in quota, le soffici nuvole cominciarono ad oscurarsi, e poco dopo cominciò a piovere.
Spostandosi sopra i cirri non correvano pericoli, ma era difficile individuare la strada.
Così, a turno, un pegaso scendeva per controllare.
Alla fine non rimase nessuno senza abiti zuppi (con grande disappunto di Sophie).

Stavano volando ad andatura regolare da almeno un'ora, mentre sotto di loro imperversava un temporale, quando la ruota della fortuna cominciò a girare... e li becco' in pieno.

Rhian e Tedros erano in testa al gruppo, e uno scuro cavallo alato sfreccio' loro vicino, fino a sorpassarli.

-Hester, noi siamo i primi della fila!- gridò il biondo, ma invece che dal davanti, la risposta gli venne da dietro.

-Noi SIAMO al nostro posto, babbeo!-

-E allora di chi è il secondo cavallo nero, qui?- chiese Rhian allarmato, più al nulla che a sé stesso.
Decisero di guardarlo più da vicino.

No, non era un pegaso normale.
Sembrava fatto di... nuvole.
Nuvole di tempesta.

Lo strano equino girò la testa.
E si trasformò in un ragazzo.
Un ragazzo in carne ed ossa, almeno apparentemente, con un paio di ali nere, e gli occhi che lanciavano scintille.

-Il mio maestro ha sentito che avete con voi un altro piccolo semidio indifeso! Bene, ci sarà posta anche per lui, nell'Ade!- tuonò, lanciando una scarica elettrica dal dito, diretta verso Rhian.

Tedros la paro' con Excalibur.

-Chi diamine sei, e cosa vuoi da noi?!- gli gridò.

-È uno... uno spirito dei venti!- preciso' Anadil.

-Uhhh, qualcuno ha studiato! Vediamo se oltre alla teoria sai anche la pratica!- gracchio' lo spirito, scagliando una scarica elettrostatica verso il pegaso di Hester, Ani e Hort.
Il cavallo si impenno', e il ragazzo finì a penzoloni sulla tempesta, mentre la sorella faceva il possibile per reggerlo ed Hes si teneva al collo dell'equino.

sge - scleri vari: l'accademia del muoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora