197. "If I could tell her" [One shot - Rafic]

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Aric aveva sentito diverse storie sul Gran Maestro. C'è chi diceva che era un'ombra senza corpo con gli occhi luminosi; chi invece credeva che fosse un centenario dalla barba lunga; chi pensava che entrambe le teorie fossero vere.
Lui avrebbe voluto dire a tutti quanti che si sbagliavano di grosso.

Era giovane. E aveva gli occhi del suo migliore amico.

La prima volta che lo aveva visto dal vero, lui fluttuava sopra Ragazzi e Ragazze in guerra sul Ponte di mezzo.

"Quindi queste erano le mie scuole. Vi dovete essere impegnati molto per ridurle un questo stato" erano state le sue parole d'esordio.
Tutti si erano fermati a osservare il sedicenne dai capelli bianchi che stava sospeso a dieci metri da terra e li rimproverava con un sorrisetto arrogante in faccia.

"Chi è questo idiota?" sentiva dire. "Che vuole? Perché non combatte con noi?"
Ma a poco a poco ognuno aveva iniziato a mettere insieme le informazioni: quei vestiti, quel tono, quelle parole... Possibile che il Gran Maestro fosse tornato? Tutti se lo ricordavano diverso, non così giovane, non così bello.

Che dovevano fare? Continuare la battaglia? Parlargli? Lanciargli addosso qualcosa?

"Tu" disse ad un certo punto il giovane. Puntava il dito verso Aric. Scese a terra, cominciò ad avanzare verso di lui, le persone si spostavano intimidite. "Vieni con me"

Nel giro di pochissimi giorni il lavoro di nove mesi era stato fatto a pezzi. Il castello del Bene era stato riconvertito in una scuola dove stipare tutti i giovani studenti ed educarli al Male, mentre dall'altra parte della baia il Gran Maestro teneva le sue "armi segrete".
Aric era stato promosso preside, ma con una nota spiacevole: avrebbe dovuto condividere la cattedra con sua madre.

La donna che lo aveva abbandonato in una caverna quando aveva sei anni.

E per colpa di chi, poi?

Proprio di quel ragazzo per cui adesso lavorava.

Aric ce l'aveva con lui, nei primi tempi. Il suo rancore maggiore lo covava per Lady Pocus, certo, ma questo non gli impediva di odiarlo almeno un poco.
Anche lui si era ripresentato nella sua vita senza preavviso, senza scuse, e lo aveva incaricato di sorvegliare una marmaglia di suoi coetanei.

Non gli faceva nemmeno uccidere sua madre. Diceva che doveva aspettare la fine della guerra.
Quale guerra? C'era un guerra? Ci sarebbe stata? E perché quel pluriomicida diceva a lui che non poteva ammazzare chi voleva? (Aric ci provava lo stesso, ma Lady Pocus era vigile, ed ogni giorno i suoi tentativi fallivano.)

Per questo quando il Gran Maestro gli chiese di mettere a punto delle divise, lui fu riluttante.
O meglio.
Prima rise.
Poi disse "Non sono una femminuccia".

Ma dopo qualche giorno dovette cedere.
Si ritrovò a disegnare vestiti in una stanza con uno dei più potenti stregoni di tutti i tempi, e tutto gli sembrò oltremodo ridicolo, surreale.

Ancor più surreale però trovò se stesso.

A mano a mano che le settimane passavano, lui e il ragazzo senza nome si incrociavano sempre più spesso.
Aric notò che non portava mai lo stesso vestito, che spesso aveva i capelli acconciati in modo diverso, che si presentava sempre dopo le dieci del mattino, che solerte sembrava abbattuto, stanco.
Ma una cosa non cambiava.

I suoi occhi.

Gli facevano sempre più sentire la mancanza di Japeth, che era rimasto nel loro vecchio istituto. Quel ragazzo era stato molto più di un amico per lui, e sperava di rivederlo al più presto.

Un giorno era stato talmente colto dalla nostalgia da chiedere al giovane Gran Maestro se lo conosceva.
Lui aveva incaricato un sopracciglio.

"Japeth di Bosco della Volpe? Mai sentito... È un tuo amico?"

Aric era arrossito. "Più o meno. Hai i suoi stessi occhi"

Il ragazzo senza nome era parso allora sorpreso. "Oh... È un complimento?"

Davvero quello psicopatico stava cercando di fare il simpatico?, si era detto Aric.

Per quanto avesse cercato di continuare ad odiarlo, da quella mattina avevano continuato a parlarsi, per lo più quando non erano sotto lo sguardo di tutti.

Scoprì che lo stregone senza nome si chiamava in realtà Rafal (un nome stranamente familiare, in qualche modo), e che ogni giorno provava a chiedere ad una ragazza di sposarlo.
Quando l'aveva saputo, Aric aveva sputato il caffè che stava bevendo.

-E chi sarebbe questa qua?- aveva chiesto. Possibile che qualcuno si ostinasse tanto per conquistare una donna?

-Credo che tu la conosca- gli aveva risposto, facendo un sorrisetto -col nome di Filip di Monte Honora-

Quel tizio gli avrebbe fatto prendere un infarto.

-Filip era una donna?!-

L'altro aveva annuito. -Sophie di Oltre Foresta-

Aric lo aveva afferrato per un braccio. -E tu ti saresti innamorato di... LEI?!-
Stava per dire "di quella megera della peggior specie", ma temeva che Rafal gli avrebbe tolto il posto di lavoro e la vita.

Così era venuto a sapere che quel tizio dall'età indefinita e una somiglianza non indifferente a Japeth era cotto di una delle femmine a cui avrebbe tagliato la gola più volentieri. E non solo, che l'avrebbe fatta regina; piuttosto che farsi comandare a bacchetta da Miss Anche-Da-Uomo-Faccio-Stragi-Di-Cuori si sarebbe impiccato.

Col passare dei giorni, tuttavia, si abituò al giovane Gran Maestro che in sua presenza smaniava su di lei, e lo lasciò fare; il ragazzo confessò ad Aric le sue frustrazioni, e i due cominciarono anche a ridere insieme.

Così non fu sorpreso quando un mattino presto trovò Rafal seduto sui gradini delle scale. Guardava il nulla davanti a sé, sconsolato.

-Sophie?- chiese.

-Sophie-

-Ancora?-

-Ancora-

Rimasero in silenzio per una manciata di secondi.

-Secondo me quella non sa che vuole- sbottò allora Aric, sedendosi vicino al giovane. -Non fare il principino depresso come Tedros-

All'altro scappò una risatina senza entusiasmo. -Quello mai. Ma almeno lui ha Agatha-

-Che stai cercando di dire? Che tu sei solo? E io che sarei, scusa?-

Rafal alzò gli occhi dal pavimento e lo fissò sorpreso.

Aric arrossì. -Non guardarmi così! Non hai mai avuto un amico?-

Il Gran Maestro abbozzò un sorriso e inarcò un sopracciglio. -Tu saresti mio amico?-

-Diciamo di sì, dato che sopporto continuamente i tuoi piagnistei sulla tua cara reginetta di qualunque cosa. Ma non in questo momento. Quindi alzati e andiamo a prenderci un caffè, che mi sono stufato di vederti così- Si mise in piedi e allungò la mano a Rafal.

-Va bene, quasi amico- disse il diretto interessato, afferrandola.

*Spazio me*

1) Dear Evan Hansen alla riscossa. Anche se il titolo c'entra poco.

Volevo solo mettere una canzone dei musical, okay?!

2) In alternativa volevo mettere come titolo All we see is Sky o Boyf Riends ma nahhhh non si adattavano al contesto platonico

3) Sono riuscita a mettere in una Rafic contenuti ad alto tasso Jaric e Raphie e a mettere una sottotrama romantica quando volevo soltanto scrivere una brotp, che anima prava :')

4) "Diciamo di sì" is the new "Ti amo" COFFCOFF Hestadil COFFCOFF

5) questa era per _Anadil_, spero che l'attesa di UNA SETTIMANA PORCA MICETTA sia valsa la pena

-DeanSof

sge - scleri vari: l'accademia del muoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora