43. Semidei della Selva pt 2

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-C-campo Mezzosangue?- disse Tedros, quasi strozzandosi.

-È un insulto?!- esclamò Hester, infervorandosi.

-È reale?!- aggiunse Agatha.

-Pronto?! IO STO MORENDO DISSANGUATO!!- gridò Hort, contorcendosi e rotolando sull'erba fino ad una sconvolta Sophie.
- Potresti...?-

-Ew, no, il sangue mi fa schifo!- strillo' la ragazza. Alzò la testa, e solo in quel momento sembrò notare Chirone.
-Salve! Io sono Sophie Dean!- aggiunse, porgendogli la mano.
"Ah! Sono la più educata di questo gruppo di infami!" pensò. Ma il centauro la aiutò solo a rialzarsi.

-Piacere, Sophie... Io sono Chirone, il direttore del Campo. A proposito, scommetto che avete un sacco di domande! Venite alla Casa Grande, e intanto parlate pure.- Sembrava stranamente calmo.

Tedros ed Hester aiutarono Hort a mettersi in piedi, e si avviarono verso una grossa capanna dipinta di azzurro.

-Cos'è il Campo Mezzosangue?- chiese Ted.

-Un posto dove i giovani semidei come voi vengono ospitati ed allenati, almeno in estate. Ma qualcuno rimane anche d'inverno.- rispose fermo Chirone.

-E cosa sono i... semidei?- domandò Sophie.

-Figli di un mortale, ovvero una persona normale, e di un dio greco. Ditemi, avete un parente che non conoscete? Che non avete mai visto? Di cui non vogliono parlare?- disse a sua volta il centauro.

Silenzio. Ognuno di loro sapeva la risposta.

-Come immaginavo. E per caso qualcuno di voi è... dislessico, o iperattivo?- chiese ancora Chirone.

-Io sono dislessico!- disse Hort, rianimatosi.

-Io pensavo fossi solo stupido...- brontolo' Tedros, che si stava stancando di portarlo sulle spalle. LUI era iperattivo. E credeva forse anche Hester. Agatha e Sophie, invece, non avevano problemi.

- Ecco, appunto. Questo, e anche diversi poteri che potreste possedere, fanno di voi dei semidei. Un giorno, si spera presto, i vostri genitori divini vi riconosceranno, e sarete messi in una casa con i vostri fratelli.-

-Che vuol dire "essere riconosciuti"? In che senso?- domandò Agatha. In quel momento, un gufo argentato le comparve sulla testa. Spaventata, la ragazza tentò di mandarlo via, ma non se ne andava.

-Vuol dire QUESTO- disse Chirone, un poco impressionato. Fece un passo indietro.
-Come ti chiami, ragazza?-

-Agatha. Blackwood- rispose lei, titubante.

-Beh, Agatha Blackwood... sei ufficialmente riconosciuta come figlia di Atena dalla tua madre divina!- esclamò in tono ufficiale il centauro, facendo un breve inchino.

-È... è impossibile! Io una madre ce l'ho! Si chiama Callis, e...-

-Ah, Callis! Certo, certo... Agatha, abbiamo qualcosa da dirci, noi due. Ti prego di seguirmi nella Casa Grande. Bob?- aggiunse, rivolgendosi al satiro. -Fai fare a tutti il giro del campo, grazie-

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-... e questa è la parete per l'arrampicata-

-Ma ha la lava!- gemette Sophie.

-È questa la difficoltà- sorrise Bodgen.

-Secondo voi, chi è il mio genitore divino?- chiese Hort, mentre osservava la natura.

-Non lo so, ma credo che non riconoscerà mai un figlio sfigato come te!- gli rispose Tedros. Una del suo gruppo era stata prelevata per una riunione segreta. E se... se l'essere stata riconosciuta per prima facesse di Agatha un capo?! LUI era il capo! Lo era sempre stato, e lo irritava.

sge - scleri vari: l'accademia del muoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora