Capitolo 1

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Faccio un passo in avanti.

Sono di nuovo qui, sullo stesso pontile. Ho legato al collo la stessa vecchia ancora che ora tengo tra le mani.

Sento le prime gocce del temporale in arrivo.

Amo l'acqua. Mi piace l'idea che la mia fine avvenga in un giorno di pioggia, e che il mio corpo sarà sepolto soltanto dalle onde.

Sarò come una nave affondata.

Penso a mia madre. Tocco quasi involontariamente la sua collana che ora indosso. Penso che tra poco, da qualche parte, ci riuniremo finalmente.

Resto qualche minuto immobile, crogiolandomi nei ricordi felici che ho di lei. È morta più di due anni fa, quando avevo 17 anni, e mi manca terribilmente.

Faccio un altro passo.

Penso a Jenny, la mia migliore amica. L'unica che mi sia rimasta vicina.
Ci starà male, forse all'inizio; ma sono sicura che si ricostruirà una nuova amicizia.

Sorrido rivivendo tutti i bei momenti passati con lei. Ricordo quando abbiamo giocato con le bambole, quando abbiamo cominciato il primo anno di scuola nella stessa classe e quando siamo andate alla prima festa insieme. Subito aggrotto la fronte pensando a quella sera.

Ancora un passo in avanti, mentre comincia a piovere.

《Amanda.》

È la voce di mio padre che mi chiama.
Non mi volto, ma so che sul suo viso l'espressione è la stessa: stanca, rassegnata, perchè ormai sa che se volessi davvero buttarmi potrei farlo senza che lui possa fermarmi.

Ma non sono più in grado di tuffarmi. Non davanti ai suoi occhi.

La prima volta che lui mi ha vista su questo pontile, due mesi fa, non voleva credere a quello che sarebbe successo. Mi è corso vicino mentre scoppiavo in lacrime e mi ha abbracciata.

Mi ha portata da uno psicologo, ma non mi è servito a nulla. Da lì in poi ho cambiato analista ogni volta che lui mi trovava qui.

Anche questa volta sarà così. Si convincerà che anche l'ultima psicologa che ho incontrato non andava bene e me ne proporrà un'altra.

Ormai questo è un appuntamento fisso. Ogni domenica vengo qui e mi chiedo se abbia senso continuare a vivere. Ed ogni domenica mi ritrovo a sperare che mio padre non arrivi in tempo.

Mi tolgo la corda dal collo e mi chino per posare l'ancora. Lui non si muove e mi aspetta, finché io non lo raggiungo camminando lentamente con le mani nelle tasche della felpa.

Come tutte le volte, a casa è come se non fosse successo nulla.
Vado a cambiarmi i vestiti bagnati dalla pioggia nella mia camera al primo piano e mi faccio una doccia.

Salto la cena e rimango sdraiata sul letto, rimirando la collana di mia madre.

Il ciondolo ha la forma di una goccia. Seguo con un dito i ghirigori disegnati sulla superficie dorata e poi lo apro.

Dentro è custodita una sua foto.
Mia madre era davvero stupenda. I capelli che le incorniciavano perfettamente il viso erano biondi e ricci, totalmente diversi dai miei, bruni e liscissimi.

Ma la cosa che più adoro di mia madre sono i suoi occhi. Erano di un colore a metà tra il verde e l'azzurro e la rendevano incredibilmente bella.

Purtroppo io non li ho ereditati da lei. Mio fratello Michael invece sì.

Lui è identico a com'era mia madre. Gli stessi capelli biondi disordinati, gli stessi tratti del volto, ma, soprattutto, gli stessi occhi.

Michael ha un anno in meno rispetto a me, ma è sempre stato protettivo nei miei confronti. Ricordo quando, da piccoli, aveva rincorso un bambino che mi aveva rubato una bambola e poi lo aveva costretto a chiedermi scusa. Oppure quando aveva quasi tirato un pugno ad un ragazzo che mi stava guardando il didietro, nei corridoi della scuola.

Penso che se mai trovassi un ragazzo, dovrebbe per forza essere accettato anche da mio fratello. Per me è importante. Forse perchè nell'approvazione di Michael mi sembra di trovare anche quella di mia madre.

Si assomigliano così tanto. E non solo per l'aspetto. Mio padre dice che sono uguali anche di carattere.

Richiudo il ciondolo e sposto lo sguardo verso la finestra.
Fuori piove ancora. È uno di quei temporali che amo tanto, uno di quelli in cui i tuoni non sono troppo forti e non superano lo scroscio dell'acqua.

A volte, durante questi temporali, mi piace aprire la finestra e sedermi sulla cassapanca sottostante.
Mi avvolgo in una coperta e ascolto la pioggia.

L'ho fatto per la prima volta una notte di due anni fa che non riuscivo a dormire. Mi sono sempre chiesta se fosse stata una semplice coincidenza, oppure se dentro di me sapessi già quello che sarebbe successo.

Perchè due minuti dopo mio padre è entrato in camera mia. Mi ricordo perfettamente ogni particolare, dagli stivali neri bagnati che indossava, alla sciarpa a scacchi, fino alla mano stretta intorno alla maniglia della porta.

Perchè quella è stata la notte dell'incidente in cui mia madre è morta.

Ciao a tutti😊
Questa è la mia prima storia😄
Penso che aggiornerò una volta alla settimana🤗
Specifico che la trama è totalmente inventata, i nomi sono di fantasia e non esiste nessun collegamento con persone reali.
Lasciate una stellina se siete curiosi di leggere il prossimo capitolo💫
Spero che la storia vi piaccia.
Buona lettura!

Waisle

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