Capitolo 22

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Ciao☺
Prima che cominciate a leggere, le virgolette usate nei dialoghi da questo capitolo in poi, diverse da quelle utilizzate in precedenza, non sono un errore, ma ho avuto un problema tecnico. Probabilmente, se non riuscirò a correggere queste, cambierò quelle nei capitoli precedenti.
Adesso vi lascio ad uno degli ultimi capitoli di questa storia,
buona lettura!



Sono stesa in camera a fissare il soffitto, ripensando alla conversazione che ho avuto ieri con Melanie.

- Se l'amore fosse sufficiente a sopportare tutto il resto? - mi ha domandato, destando in me mille dubbi.

Ho provato a dirle che sono troppo fragile, che se io e Daniel poi ci lasciassimo non esiterei a buttarmi, ma lei ha insistito.

- Magari, se tra voi due non funzionasse, potrebbe essere un'opportunità, e magari la vostra relazione ti insegnerebbe qualcosa - mi ha detto.

Il campanello interrompe bruscamente i miei pensieri.

《Amy dobbiamo prepararci!》Jenny entra in casa, vulcanica come sempre.

《Per cosa?》chiedo fingendo di non sapere di cosa sta parlando, nella speranza che mi lasci restare qui, ma in fondo so perfettamente ciò che intende.

《Per la festa di fine anno. Forza, ti ho portato un vestito.》

Tira fuori un abito che mi pare esageratamente corto, di un rosa cipria che non mi convince per niente.

Ma lei mi costringe a provarlo e poi, senza lasciarmi dare neanche un'occhiata verso lo specchio, comincia a ricoprirmi il viso di creme e prodotti vari.

Quando un po' di tempo dopo posso finalmente vedermi, il risultato mi stupisce.

Il colore rosa, che prima mi aveva lasciata perplessa, si sposa bene con la mia carnagione chiara e il vestito mi sta davvero bene. Jenny ha disegnato con l'eyeliner due linee perfette sulle mie palpebre, mettendo in evidenza i miei occhi.

《Manca ancora qualcosa》afferma la mia migliore amica.

Si guarda intorno e nota il ciondolo di mia madre. Lo prende per mettermelo al collo e poi si allontana per osservarmi.

《Perfetta!》approva soddisfatta con un sorriso.

Sorrido a mia volta, ringraziandola, e poi aiuto lei a prepararsi.

Ha scelto di indossare un abito verde acqua, che si sposa alla perfezione con i suoi riccioli bruni.

Più tardi usciamo da casa mia insieme a Michael.

Il ballo si tiene ogni anno nell'aula magna della scuola.
Non appena arriviamo, vedo Drew e Daniel, che prima stavano chiacchierando tra loro, avvicinarsi sorridenti.

Sorrido timida a mia volta; Jenny si butta tra le braccia del suo accompagnatore salutandolo con un bacio.

- Ciao - è l'unica cosa che riesco a mormorare imbarazzata mentre Daniel mi prende per mano, facendo agitare le farfalle nel mio stomaco.

Il preside prende in mano il microfono e comincia a chiedere il silenzio. Tra poco ci sarà il ballo lento di rito, durante il quale gli alunni si muovono a casaccio abbracciati a coppie, senza sapere davvero come si balli un lento.

Quando comincia la musica Daniel si mette di fronte a me e mi cinge i fianchi con le mani, mentre io poso le mie sulle sue spalle.

Lui mi sorride cercando di guardarmi negli occhi, ma io sono troppo imbarazzata e lascio vagare il mio sguardo per la stanza o sul pavimento.

Allora lui mi attira a sé e io riesco ad allacciare le braccia attorno al suo collo e a posare la testa sulla sua spalla, lasciandomi cullare dalla musica.

Non saprei dire quanto tempo passiamo in questa posizione; so solo che in questo momento, tra le sue braccia, mi sento al mio posto.

Quando la musica termina ci separiamo e veniamo raggiunti da Jenny, che si trascina dietro Drew.

Ancora immersa nella magia che si era creata prima tra di noi, non ascolto mezza parola della mia migliore amica che continua a blaterare.

I ragazzi incrociano alcuni compagni di squadra e si allontanano per un po' lasciando sole me e Jenny.

- Hai voglia di ballare Amy? - mi chiede lei sorridente.

Annuisco e la seguo mentre ci infiliamo tra gli studenti che hanno cominciato a muoversi.
Con Jenny riesco a distogliermi dalla mia confusione e a divertirmi e scherzare.

È passato un po' di tempo quando ci fermiamo per riposare; Daniel viene verso di me dicendo:

- Vieni con me. -

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