Capitolo 13

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La risposta più istintiva al dolore consiste nell'allontanarsi dalla fonte della sofferenza.
È questo che sto facendo.

Appena sono uscita dal grande cancello della scuola comincio a correre.

Non so dove sto andando, basta che sia lontano da lì.

Le lacrime cominciano a sgorgare, inizio anche a singhiozzare.

Le gambe incominciano a farmi male, ma non si fermano.

Solo quando mi ritrovo davanti al pontile mi blocco senza rendermene conto.

Oggi è venerdì.

Oggi non è domenica.

Oggi mio padre non mi verrà a cercare.

Oggi non ci sarà nessuno a fermarmi.

Stringo febbrilmente nel pugno la collana di mia madre, come a volermici aggrappare.

Seguo con un dito i ghirigori sulla superficie del ciondolo a forma di goccia d'acqua.

Raccolgo la vecchia ancora e me la lego al collo.

Ho trovato questa ancora sulla sabbia quando ero piccola; era diventata la mia ancora. La tenevo nascosta in questo anfratto quasi inaccessibile e ci giocavo spesso, immaginando storie di pirati e sirene.

È possibile che delle semplici parole mi spingano fino a qui?

Fino a ieri avevo passato una settimana quasi perfetta, serena.

Ma forse questi giorni sono stati solo un'illusione.

Non si può cancellare tutto il dolore con una piccola gioia.

Fino a ieri avevo quasi pensato che questa domenica mio padre non mi avrebbe trovata sul pontile, perchè non ci sarei andata.

Avevo ragione solo in parte: mio padre non mi troverà più sul pontile.

Domenica sarà troppo tardi.

Cammino in avanti, calpestando le prime assi di legno.

Sto continuando a piangere e singhiozzare.

Forse in fondo, ogni domenica, ho sempre sperato che qualcuno mi fermasse.

Forse venivo sul pontile solo perchè sapevo che ci sarebbe stato mio padre, solo per verificare che tenesse ancora a me.

Forse lo spero anche questa volta.
Ma questa volta non mi fermerà nessuno.

Oggi è venerdì, e oggi io morirò.

Cammino in avanti.

Mi rendo conto che la maggior parte delle volte non ho mai superato la metà del pontile.

Neanche una volta ho raggiunto l'ultimo asse.

Ma continuo a camminare in avanti, perchè questa volta è diversa dalle altre.

Questa volta andrò fino in fondo.

Sono alla fine del pontile.

Un altro passo e cadrò.

Affonderò come una vecchia nave troppo lacerata per galleggiare.

Mi chiedo cosa ci sarà dopo. Se sarà doloroso morire. Forse ho paura.

Ma poi mi rendo conto che ho più paura di continuare a vivere.

Oggi è venerdì, non domenica.

《Amy?!》

La voce che mi chiama non è di mio padre.

Questa è la voce di Daniel.

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