14 NON RIESCO DA SEMPRE-non revisionato

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Mi sveglio con la testa ovattata e gli occhi stanchi, come quasi tutte le volte dopo una serata fuori, negli ultimi anni.
L'ora di pranzo è passata da un po' ed io non voglio altro che farmi una doccia, togliermi di dosso l'odore di Carlos prima e quello di Cayton poi.
Non ricordo bene cosa sia successo ieri notte, ma il fastidio provato stando con lui è ancora chiaro e presente.
Dopo la doccia scendo in cucina, bisognosa di bere.
«Ti sei alzata», mia zia è seduta al bancone, che sta asciugando le posate.
Mi dirigo verso lo scolapiatti e prendo un bicchiere.
«Ho fatto tardi ieri sera», mi giustifico, riempiendo il bicchiere con l'acqua dal rubinetto del lavandino.
«Ho notato», risponde atona, ormai abituata alle mie uscite serali. Sono anni che esco e nessuno sa quando tornerò, l'unica cosa certa è che tornerò. Inizialmente gli zii si preoccupavano e mi facevano la classica ramanzina, ma alla fine si sono rassegnati, capendo che, in fondo, so badare a me stessa, non metto in pericolo la vita di nessuno e nella mi superficialità un po' di responsabilità mi è rimasta.
«Ti ho lasciato un po' di insalata di pasta nel frigorifero», mi sorride poi, e nei suoi occhi vedo tutto l'amore di mio padre verso di me.
«Grazie», le dico sincera, sorridendole di rimando.
«Questa mattina ho sistemato un po' il giardino, ma sul retro non sono riuscita, potresti dare tu una regolata alla siepe lungo la recinzione?», mi domanda gentilmente, riponendo le posate nel cassetto dell'isola.
«Io ho un impegno con Rose, sono mesi che insiste per rivedermi, e ora che è tornata a trovare sua figlia mi sta pedinando», dice, come se mi dovesse una giustificazione, ma oggi non mi pesa darle una mano, non avendo altri impegni.
«Non ti preoccupare», le sorrido, prima di prendere l'ultimo sorso di acqua.

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Allora? Come è andata con quel Carlos?

Mentre esco in giardino vedo il messaggio di Fleur. Le rispondo subito, prima di iniziare il lavoro.

Uno dei migliori Fle, non mi dispiacerebbe rivederlo... Anche se mi sembra il tipo che rischia di affezionarsi.

Invio e poi infilo il telefono nella tasca posteriore dei pantaloncini, pronta per la siepe che mi aspetta, inerme e disordinata.
Mentre lavoro lascio liberi i pensieri di vagare dove vogliono, di toccare qualsiasi argomento, di immischiarsi in qualsiasi questione, ma è un tentativo vano il mio.
Tutti i miei pensieri, e tutta la mia attenzione, sono rivolti a quel ragazzo che mi abita a meno di venti metri di distanza.
Chissà cosa starà facendo... Chissà cosa avrà fatto in questi cinque anni...
Chissà quante storie ha avuto e con quante avrà scopato senza mostrare il minimo interesse...
In fondo tutti i ragazzi sono così, nonostante la timidezza, nonostante il rispetto che possono mostrare all'inizio, ed una ragazza interessata all'amore romantico non fa che ferirsi ed illudersi, cercando qualcosa che ormai non esiste più.
Io non sono fatta per stare con qualcuno, me lo sento nel sangue.
Non ho mai visto mia madre, e l'ho odiata per i primi diciassette anni della mia vita, ma poi, con il tempo, mi sono resa conto di somigliarle più di quanto non somigli a mio padre, più di quanto non somigli a mia zia o a mio zio. Somiglio a mia madre come se avessimo condiviso tutti i giorni delle nostre vite e conoscessimo anche il più piccolo segreto e peccato di ognuna.
E forse è proprio così che è.
Non ho passato neanche un giorno con lei, ma non è servito. C'è stata la sua assenza a sostituirla, la sua assenza mi è stata vicina per tutti i giorni della mia vita, e proprio da quella ho imparato ad essere come lei. Ho capito cosa significa non essere in grado di amare qualcuno, ho capito il male che si prova nel vedersi privati di tale capacità, e allo stesso tempo l'impossibilità, al di sopra di qualsiasi tipo di impegno che qualcuno possa metterci, di poter essere per qualcuno casa.
Non riesco a mettere una persona prima di me.
Metterla prima dei miei stessi bisogni.
Non riesco a fidarmi.
Non riesco.
Non riesco da sempre.
E con il tempo, la situazione è peggiorata, ed ora eccomi qui, a ventuno anni, che non so ancora cosa fare, finita l'estate, di nuovo a casa.
Non ricordo neanche il numero, o il nome, dei ragazzi ai quali ho concesso il mio corpo.
Non ricordo le volte in cui mi sono ubriacata.
Non ricordo le volte in cui mi sono fatta una canna.
Non ricordo le volte in cui ho tirato i capelli ad altre ragazze.
Non ricordo nulla.
Tutto, nella mia vita, passa come se fosse insignificante.
Non so più dare un valore alle cose, non vedo più nulla, o forse non l'ho mai visto davvero.
Me ne rendo conto, lo so benissimo che è così, ma questo non cambia le cose.
Ne sono consapevole, ma mi ritrovo incapace di cambiare.
E allora, probabilmente, è perché non voglio cambiare.
Mi sta bene così, prendo le cose come vengono e non ho la presunzione, né il desiderio forte, di cambiarle.
Oddio, qui stai esagerando, tu vorresti cambiarle eccome le cose!
Sì, sì che vorrei, ma so che non posso fare nulla, allora tanto vale non volerlo.
Devo convincermi che stia bene così, senza avere nulla e senza volere nulla in più.
In fondo la vita è questo.
Accettare ciò che si ha e non desiderare nulla al di fuori di ciò che ci sarà dato.
«Ei», la sua voce mi fa sobbalzare, distogliendomi improvvisamente dai miei pensieri, finendo quasi con il farmi tagliare un dito.
Ed io maledico il giorno in cui la vita ci ha fatti incontrare.

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Ed eccomi con un nuovo capitolo, di nuovo piuttosto breve purtroppo, ma non ho moltissimo tempo per aggiornare🙄

Sto tentando, anche se avevo detto che probabilmente non ce l'avrei fatta, di aggiornare tutti i giorni, quindi se non volete vedere tasti del mio pc volare fino a voi😅 per la velocità con la quale devo scrivere, dovrete accontentarvi, ma spero almeno di non deludervi😅😊
Se sarete in tanti a commentare e votare magari questa sera riesco a pubblicarne un altro😏💪

Domandina semplice semplice... chi sarà la persona che ha parlato per ultima?😌😌😌

Eeee non dico altro per ora.
I pensieri di Juni come vi sono sembrati? Non ci saranno moltissimi momenti di riflessione, e se ci saranno saranno piuttosto brevi, considerato comunque il carattere del personaggio, sarebbe improbabile che una persona del genere passasse le sue giornate a rimuginare sulla sua vita e sul suo dolore.

Detto questo vi ringrazio tantissimo delle letture che sto ricevendo, anche se siamo a 550 più o meno, per me sono già molte, e come sempre vi ricordo il mantra... stellinare o commentare, commentare o stellinare, ma nel dubbio meglio entrambi!👄👄👄⭐⭐⭐

Baci e a presto!😘😘😘😘😘😘😘

JUNIPER - [Wattys2020]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora