105 TANTO FELICE

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«Shh», il suo respiro caldo mi accarezza l'orecchio, mentre il mio cuore si è ormai incastrato in gola.
«Sono Alex», continua, invitandomi a girarmi, ed io lo assecondo.
È praticamente ad un respiro da me, gli occhi dilatati e le sopracciglia contratte, non riesco a decifrare la sua espressione.
«Ho aspettato che se ne andasse, ho bisogno di parlarti, ora», spiega, cercando la mia mano, che io gli lascio stringere senza opporre resistenza.
«Mi dispiace», inizio a dire, quando riprendo il controllo della mia voce, ma perdo quello delle mie lacrime, che sgorgano timide dalle mie palpebre.
Sono due, ma sono pesanti come macigni.
Non avrei mai voluto che mi vedesse con Fred, ed il fatto che lui sia qui, ora, mi fa sentire terribilmente sbagliata e in colpa.
Non l'ho aspettato... Alex è qui, ed io ero con Fred...
Abbasso lo sguardo, incapace di guardarlo.
«Sapevo che sarebbe potuto accadere...», mormora, cercando i miei occhi, senza trovarli, mentre un brivido di freddo mi fa tremare.
Porta le dita della sua mano libera sulle mie guance, asciugando in silenzio le lacrime.
La sua pelle è fredda, ed io tremo di nuovo, mentre lo guardo senza capire.

«Vuoi entrare?», lo invito infine, indicandogli la porta dietro di noi, con la mano libera, mentre con l'altra mi decido a non lasciarlo, perché ho paura che se lo facessi potrebbe andarsene per sempre, questa volta.
Alex annuisce alla mia richiesta, così rientriamo ed io lo faccio accomodare in camera mia.
L'aria calda della casa mi rilassa i nervi, almeno un po', e attenua il tremolio delle mani.
«È completamente diversa dall'altra...», osserva Alex, mentre lo faccio sedere sul bordo del letto.
Già, questa stanza è molto più elegante, ordinata, e piena di oggetti.
Dal letto con la testata in pelle, alla scrivania con il piano di vetro, fino all'enorme anta scorrevole che porta alla mia cabina armadio.
Al pavimento un parquet scuro e le pareti color crema.
«Ero venuto per farti una sorpresa, speravo lo fosse...», inizia a dire Alex, mentre punta lo sguardo verso un puzzle che ritrae un paesaggio invernale, il tono della voce neutro.
«Io...», sto cercando di dire qualcosa, ma lui mi interrompe, voltandosi verso di me, seduta accanto a lui, portando le sue dita sulle mie labbra.

«Voglio sapere solo una cosa Juniper, solo una», le sue pupille si dilatano mentre il mio cuore riprende a battere disordinatamente.
«È un addio? Ti trovi bene con lui? Perché se è così, ti giuro che proverò ad allontanarmi, a non farmi più vivo, e magari la distanza ci sarà d'aiuto questa volta...», conclude, in attesa di una mia risposta.
Una risposta sulla quale non ho più bisogno di riflettere, perché io ho deciso, forse avevo già deciso, prima ancora che lui si presentasse qui stasera, e quella di stanotte ne è stata soltanto la conferma.
«Io voglio te Alex, più di ogni altra persona», ammetto, afferrando la sua mano, portandomela sulla guancia.
«E vorrei che fossi qui, ogni giorno, vorrei poterti vedere ogni sera, vorrei sapere che se volessi un tuo abbraccio potrei averlo e che tutta la distanza che ci divide un giorno sarà solo un ricordo, vorrei non dovessi mancarmi più così tanto...», e mentre parlo, nuove lacrime spingono contro le mie palpebre, facendomi tremare la voce.

«Allora spiegami stasera...», Alex sembra confuso, sono sicura che non metta in dubbio le mie parole, ma ha ragione, lui merita una spiegazione.
«Te ne avevo già parlato, è da un po' che esco con Fred e... questa sera non ho voluto dirti nulla, perché... speravo di poter prendere una decisione che mi fosse utile per capire definitivamente...», spiego.
«Avresti dovuto dirmelo...».
«Mi dispiace...», abbasso lo sguardo, colpevole.
«Ma alla fine ti è servito?».
«No, l'ho sempre saputo che eri tu quello dentro la mia testa, quello in grado di vedere la mia anima, quello con il quale sentirmi completamente libera...», lentamente mi avvicino a lui, ho bisogno di un abbraccio, ho bisogno di sentirlo vicino.
E Alex mi accoglie tra le sue braccia forti, mi stringe a sé, mentre poggio la testa sul suo petto.
E finalmente mi sento a casa, in un posto in cui non dovermi fingere migliore, in un tempo in cui io sono io, con il mio passato, i miei errori e la mia voglia di cambiare.
Finalmente sono nel mio habitat e non devo nascondermi, perché queste braccia hanno sempre adorato anche i miei vuoti, e i miei sbagli.
E ora capisco quanto tutto questo avrebbe continuato a mancarmi, anche se questa notte avessi permesso a Fred di entrare davvero nella mia vita, commettendo, probabilmente, l'ennesimo errore.
«Pensavo avresti reagito diversamente, che ti saresti arrabbiato... quando ci hai visti, che avresti perso il controllo...», ammetto, ripensando a come sia andata questa serata, al modo in cui ho dovuto rivederlo dopo più di tre mesi.
«Anche io non ti ho detto delle cose, naughty girl...», e le sue parole mi rubano un battito.
«Cosa?».
«Quando sei partita ti avevo fatto delle promesse, e volevo mantenerle, volevo davvero cambiare... ho contattato uno psicologo, ho iniziato le visite, e... ora va meglio e...», ciò che dice mi coglie completamente impreparata, costringendomi ad allontanarmi da lui, per guardarlo in volto.
«Stai dicendo davvero?», lo interrompo, mentre sento gli occhi tremarmi, insieme al cuore.
«Sì», risponde lui, sorridendomi, felice, baciandomi la punta del naso, dolcemente, «ma non è tutto, ho anche iniziato a cercare dei lavori, qui, e una settimana fa ho finalmente trovato quello che speravo. Un'importante azienda pubblicitaria ha accettato il mio curriculum e finite le vacanze di Natale dovrei iniziare a lavorare, ero venuto qui per farti una sorpresa, dirti tutto questo, e sperare in un tuo sì, sperare che tu mi volessi ancora... perché ora mi sento migliore, Juniper, mi sento in grado di darti ciò che meriti, una stabilità vera, ed un futuro insieme. Pensavo che iniziare festeggiando il Natale insieme non sarebbe stato poi così male...», ed io credo di non aver colto tutte le parole, ma il significato di ciò che Alex ha appena detto è più che chiaro, rimbomba nella mia testa, mentre immagini di noi due insieme, che usciamo la sera, o anche restiamo a casa a guardare un film, sapendo di poter passare del tempo insieme, vicini, davvero vicini, dopo aver sperimentato la lontananza, mi riempiono gli occhi.
Mi tremano le labbra, mi trema il mento, mi tremano le mani, e forse sta tremando anche la paura che ho sempre avuto di poter perdere, fidandomi di qualcuno.
«Alex...», pronuncio il suo nome come se fosse la più dolce delle prelibatezze, ed il più soffice dei materiali.
«Era il mio regalo di Natale per te, scusami se non l'ho impacchettarlo...», continua lui, a metà tra l'ironico ed il nervoso, probabilmente aspetta ancora una mia risposta, ma io sono senza parole, e ignoro i suoi terribili tentativi di essere simpatico.
Mi avvicino a lui, stringo il suo viso tra le mie mani deboli e lo bacio come ho sognato di fare in tutti i mesi che ci hanno visti divisi.
Meno di quattro, ma troppi per due corpi che si sono sempre attratti come i nostri, troppi per due menti così bisognose di crescere e migliorare, per due anime che non desideravano altro che amarsi.
E tutto questo è più di quanto io avessi mai potuto sognare, le sue labbra soffici e calde sulle mie, la sua lingua che danza con la mia, sono la cosa più bella di questa Vigilia che è già diventata Natale.
Quando ormai restiamo entrambi senza fiato, Alex si allontana un po', accarezzandomi il collo e i capelli, lentamente, come se il tempo stesse faticando a riprendere il suo ritmo.
«Deduco che tu mi voglia ancora...», mormora, guardandomi sognante, senza distogliere le sue pupille dalle mie.
«Io... non sono mai stata così felice... io... non ho nulla per te», e mi accorgo ora di non aver pensato ad un regalo da fargli, di non aver minimamente considerato l'idea.
Ero accecata dalla prospettiva di andare a trovarlo il trentuno dicembre, che non ho pensato ad altro, e mi sento terribilmente stupida ora.
«Juniper...», Alex mi richiama, portando la sua mano sul mio mento, fino a guardarmi di nuovo negli occhi.
«Poter stare con te è il regalo più bello che potessi ricevere, il fatto che tu mi abbia aspettato, che tu... lo abbia rifiutato, è il regalo che volevo per questo Natale», mi assicura, avvicinandosi a me, come a volermi sussurrare qualcosa.
«E si... l'ho visto che ti ha baciata, grazie per esserti allontanata», mormora, mentre le sue mani corrono lungo la mia schiena, stringendomi a sé, ed io credo di essere in un sogno.

Averlo qui, il giorno di Natale, essere riuscita a mettere ordine dentro di me, avere la certezza che resterà e che potremo passare tutto il tempo che vorremo insieme, tutto contemporaneamente, non può essere vero, ed è così bello che rischio ancora di piangere.
«So che non potremo pretendere molto, soprattutto ora, dopo essere stati lontani mesi e non esserci mai vissuti davvero, ma io sono disposto a cominciare tutto da capo, a vivere con te tutto», Alex continua ad accarezzarmi i capelli, senza sapere che così mi sta accarezzando anche il cuore, l'anima, e la voglia di vivere.
«Alex...», è l'unica cosa che riesco a mormorare, prima che lui mi allontani un po' da sé.
«Stai per piangere, non è vero?», mi prende in giro, nonostante nei suoi occhi io veda solo dolcezza.
Non riesco neanche ad annuire, che una lacrima sfugge alle mie palpebre, attirata dalla sua capacità di capirmi.
«Ormai lo so, è il tuo modo di dirmi che sei felice, ed è assurdo, sono il primo uomo ad essere felice di aver fatto piangere una donna», continua a scherzare, ed a me sfugge un sorriso, mentre lo colpisco ad un braccio in segno di lamentela.
«Grazie...», mormoro soltanto, accarezzandogli il volto, «grazie di essere venuto, oggi, grazie di aver pensato a me anche mentre io non c'ero, di avermi lasciato un posto nella tua vita anche quando non ne facevo più parte, grazie di aver trasformato il tuo futuro perché potesse intrecciarsi al mio, grazie Alex, grazie di avermi voluto sempre così bene», e finalmente riesco a parlare, spinta dai suoi occhi azzurri come il mare e profondi come l'oceano.
«Non voglio la tua gratitudine Juniper, voglio la tua felicità».
«E io sono felice, Alex, tanto felice».

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Bene...
Non ricordo quanti capitoli vi avessi detto che mancassero, ma di sicuro ne mancano almeno altri 5/6😅😅
Pensavo dovessi scrivere meno, ed invece ho ancora alcune cose da dire...
Spero che ciò non vi dispiaccia ahahaha

E oraaa, commentate e stellinate, stellinate e commentate👄👄👄⭐⭐⭐
Ditemi se qualcosa non vi piace, non vi convince, o invece va tutto come vorreste (anche se, non so perchè, ne dubito😈😅😂)

E ora vi saluto dreamers, a presto, con tanti tanti tanti baci per voi!😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘

JUNIPER - [Wattys2020]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora