38 VORREI POTESSI PROVARE LO STESSO-non revisionato

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La sveglia automatica delle dieci del mattino mi costringe ad interrompere il sonno, ed io la spengo d'istinto, senza neanche accorgermene.
Riapro gli occhi che sono ormai le undici passate, afferro il telefono e vedo diversi messaggi in arrivo.
Il primo che noto è di Alex.
Un battito di cuore si perde nel vedere il suo nome.

Sono arrivato.

Confusa, osservo l'ora in cui è stato spedito, ed erano le undici e mezza, di ieri sera. Quindi mentre guardava lo schermo del telefono mi stava scrivendo...
Aveva già pensato da solo a non suonare per non svegliare qualcuno.
La delusione nel capire che nulla è cambiato da ieri sera mi accorcia il respiro e mi riempie il petto di angoscia.
Alex se ne è andato senza darmi certezze sul fatto che ci rivedremo, ed io non l'ho fermato, ed ora magari ognuno si dimenticherà dell'altro.
Cercando di ignorare l'ansia che mi stringe il petto, leggo il messaggio di Fleur.

Ci vediamo domani però?

Domani sarebbe oggi...

Vieni tu da me? Quando puoi.

Anche se non vorrei che fosse così, non vorrei ammetterlo, o doverlo ammettere, ho bisogno di lei, anzi, ho bisogno di qualcuno, qualcuno che ci sia, che ci sia e che voglia restare, che mi faccia sentire importante, proprio come ha detto ieri Alex.
Qualcuno che resti davvero, nonostante tutto, nonostante la vita e tutto il male che può contenere al suo interno.
Qualcuno che condivida le sue paure con me perché, anche se si sente debole, ha comunque voglia di farcela, di farcela per me, per noi, per non doverci dire addio, perché la mia presenza è più importante della paura.
Qualcuno che rinunci alla sua felicità pur di rendere felice me, perché sembra facile dire ci sono, ma non lo è, non lo è per niente, cazzo.
E questo qualcuno che cerco io non esiste.
Pensavo lo avessi già capito...
Evidentemente sono più testarda di quello che pensavamo.
Devi smetterla di sognare June...
Già.
Devo smetterla di stare male.
Devo smetterla di farmi del male.
Ed ho capito che sognare fa solo stare male.

«Come stai?», le braccia di Fleur mi stringono da ormai qualche secondo ed il mio cuore batte all'impazzata.
Male, mai stata peggio.
Tutto insieme.
Tutto ora.
Mia madre, Cayton, Pet, Alex, tutto, anche l'innamoramento di Fleur.
Non rispondo e Fleur mi allontana un po' da sé, così da potermi guardare in viso.
Il materasso del mio letto, sotto di noi, emette un piccolo lamento e gli occhi di Fleur indagano su di me.
«Laura come sta?», la sua voce è insicura, incerta di come dovrebbe essere in questo momento, e la capisco, perché non lo so neanche io come dovrei essere in questo momento.
Indifferente, dopo tutta questa vita sprecata? O triste, perché nonostante tutto è mia madre?
«Meglio, credo, Grace mi ha detto di essere riuscita a un po' parlare con lei, questa mattina presto...».
Io e Grace abbiamo pranzato insieme, poi lei è tornata dalla sorella. Mi ha chiesto se volessi andare con lei, ma ho potuto usare la scusa di Fleur per defilarmi dall'invito, fortunatamente.
Sono felice di non essere andata di nuovo da lei, non proprio perché non voglia vederla, ma perché vederla mi darebbe solo più problemi.
Grace non ha più accennato al suo discorso in ospedale, ed io ho finto di non averlo mai ascoltato, nella speranza che fosse soltanto un suo modo per sfogarsi e non un tentativo di riavvicinare me e Laura.
«È pur sempre tua madre, Juni...», Fluer mi afferra una mano, «è normale che tu sia confusa, ma... non ci credo che tu non sia anche preoccupata per lei», mi guarda negli occhi, cerca la conferma alle sue parole.
La fisso, incapace di parlare o di capire.
«Io non lo so», affermo, in un flebile sussurro che spezza il silenzio e rabbrividisce non appena tocca l'aria della stanza.
«Non importa ciò che dovresti o non dovresti, importa ciò che senti», mi guarda negli occhi, seria e profonda come non mai.
«In ogni caso io ci sono», ed un piccolo e dolce sorriso le illumina il volto.
È così bella in questo momento...
Come se la vedessi per la prima volta.
Gli occhioni celesti evidenziati dal mascara, brillanti e profondi, la pelle rosea e i capelli biondissimi e lucenti, ma oltre questo è dolce e sincera, mi vuole bene e lo vedo.
Mi pizzica il naso ed iniziano ad inumidirmisi gli occhi.
«Grazie», è l'unica cosa che riesco a sussurrare, nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime ed inspirare a fondo.
Non voglio piangere di nuovo.
«Andrà tutto bene Juni, un giorno le cose si sistemeranno e sarai felice di tutto ciò che hai imparato», mi rassicura, con le parole che Alex non è stato in grado di dirmi.
«Non eri così prima...», le faccio notare.
Io e Fleur siamo sempre state superficiali, eccetto i rari casi in cui si parlava delle nostre famiglie, ma comunque non facevamo discorsi profondi, si parlava di ragazzi, di sesso, di come fare e di cosa dire, non di come sentirmi meglio quando tutto va male, anche perché nessuna delle due lo sapeva davvero.
«È... Lucas, che mi fa sentire così», mi spiega, titubante, «mi da tanta forza la sua presenza, tanta speranza... tanta felicità», le brillano gli occhi e, non so come, ma per un piccolo istante finisco per perdermi nel sogno della sua voce. Finisco per crederci, di nuovo.
«Vorrei potessi provare lo stesso», accenna ancora ad un sorriso.
La osservo, i suoi occhi così azzurri e quelle piccole lentiggini sulle guance.
È dolce Fleur, tanto dolce da non meritare che questo mondo sia così.
«Ieri ho visto Pet», afferma, dopo qualche attimo di silenzio, come se se ne fosse ricordata solo ora.
«Gli ho detto di tua madre, ha detto che ti avrebbe chiamata, lo hai sentito?».
Scuoto la testa, Pet è scomparso, dopo il suo ultimo messaggio.
«Lo immaginavo, era abbastanza preso da una ragazza...», si lamenta lei, disegnando leggeri ghirigori sul dorso della mia mano.
Pet non mi ha chiamata, non mi ha neanche ricontattata o risposto al messaggio, nonostante sapesse di Laura.
Lui non si è fatto vivo perché era con un'altra ragazza...
Non dovrebbe, ma la cosa mi ferisce e mi fa arrabbiare.

JUNIPER - [Wattys2020]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora