63 TUTTO COSÌ IN FRETTA

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Rileggo il messaggio più volte, mentre il respiro mi resta bloccato in gola, ed il cuore si incastra nel petto, fermandosi.
Cayton...

Esco dalla chat di Alex e lo chiamo, non senza difficoltà, a causa delle dita che hanno iniziato a tremare.
Cayton non risponde, riprovo almeno una decina di volte, ma alla fine l'unica risposta che ricevo è quella della segreteria telefonica.

Resto a fissare lo schermo del telefono, incapace anche solo di pensare, mentre il naso inizia a pungere e gli occhi a farsi gonfi.

Come lo sai?

Scrivo ad Alex, quando capisco di dover fare qualcosa, qualunque cosa, prima che questa notte assurda mi faccia impazzire.

Robert, il compagno di mia madre... è andato da lei ieri sera, ci ha avvisati. Non lo sapevi?

Provo di nuovo a chiamare Cayton, ma continua a non rispondere, e dentro di me si deposita l'alito freddo della morte.
Catherine...
Non può essere.
Mi è improvvisamente chiaro quanto siano importanti le persone che mi hanno voluto bene e che ancora me ne vogliono, e di nuovo, il senso di colpa si fa strada nel mio stomaco, contraendolo, fino a farmi male.

Mi alzo dal letto e decido che devo andare da Cayton, inizio a vestirmi, ma poi il dubbio che lui non mi voglia con sé mi blocca.
Perché non mi ha avvisata? Perché lo sa persino Alex e non io?
Perché ho dovuto saperlo così? Cayton non fa che escludermi... e lo fa bene, perché è proprio così che mi sento... esclusa dalla sua vita.
Ho ancora la maglietta stretta tra le mani quando sento il telefono squillare.

«Ei», dico, non appena vedo il nome di Cayton sul display.
«June...», sospira, la voce strana, impastata e lontana.
«Perché non me lo hai detto subito?», chiedo d'istinto, ma quando lo sento singhiozzare capisco di essere una cretina. Lui sta male ed io mi metto a fare la permalosa.
«Non importa...», mi affretto ad aggiungere, mentre mi si spacca il cuore a sentirlo piangere.
«Cay...», sussurro, «mi vesto e vengo subito lì», affermo, mentre cerco di infilare la maglia senza lasciare il telefono.
«No... non», inspira a fondo, «non serve Juni, torna a dormire... domani...», si blocca di nuovo, mentre sento un vociare in sottofondo, «domani verrò io da te», conclude.
«Mi sto vestendo», lo avviso io, ignorando completamente le sue parole. Non potrei mai tornare a dormire. Voglio vederlo, voglio abbracciarlo, voglio stringerlo a me ed esserci per lui, come lui c'è stato tutte le volte per me.
Fino a qualche secondo fa desideravi l'abbraccio di Alex...
Alex non potrà mai essere Cayton, Alex è solo un attimo, come tutti gli altri, Cayton c'è sempre stato, nel mio petto c'è posto anche per il suo cuore, ed io voglio proteggerlo.
Finisco di infilare i pantaloncini e non ascolto neanche le sue lamentele dall'altra parte.
«Sto arrivando», concludo, «vengo a stringerti Cay, non... non piangere», chiudo la telefonata e mi fiondo giù per le scale, mentre il cuore ha ripreso a torturarmi il petto e la vista si fa confusa.

Salgo sul mio pick-up e metto in moto, mentre lacrime nuove, leggere e silenziose, mi accompagnano lungo il viaggio.
Tutto questo è così assurdo...
Magari prima o poi mi sveglierò e capirò di aver sognato tutto...

Parcheggio e corro verso quello che è stato il ragazzo più importante della mia vita, e che ora ha perso la donna più importante della sua.
Apro le porte dei lunghi corridoi, incurante della gente che mi osserva confusa, e poi lo vedo.

Le sue spalle che riempiono alla perfezione quella maglietta nera, lasciata penzolare fuori dai pantaloncini di jeans.
Di fronte a lui Robert, suo padre, che non appena mi vede gli fa un cenno con il capo, per avvisarlo della mia presenza.

Cayton si volta verso di me, e ciò che vedo non può essere reale.
Gli occhi rossi, il naso gonfio e le labbra più belle e accese del solito.
In un istante mi ritrovo tra le sue braccia, a respirare l'odore della sua pelle e del suo dolore.
Mi stringe il busto, premendomi contro il suo petto duro. La sua bocca sulla mia testa e tutte le luci del mondo che all'improvviso si spengono, lasciandomi vuota e dolorante, in questo corridoio d'ospedale, con lui, di fronte ad un dolore troppo grande per entrambi.

JUNIPER - [Wattys2020]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora