110 TUTTO

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«Juniper!», la voce di Alex raggiunge le mie orecchie con prepotenza e senza chiedere il permesso.
La matita per gli occhi che tengo in mano, nel tentativo di disegnare una linea dritta sulla palpebra superiore, va per la propria strada, formando una linea nera e dritta verso la tempia.
Impreco tra e me e me, mentre il cuore nel petto corre una maratona.
«Eccomi!», grido anche io, affinché Alex possa sentirmi dall'ingresso.

Dobbiamo andare a pranzo dai miei genitori.
È Natale.
Se ripenso al fatto che è il primo anno che passo lontana dai miei, una sensazione strana, quasi di malinconia, mi attanaglia lo stomaco.
Da quando Alex si è trasferito vicino casa dei miei, non è passato un giorno in cui il nostro amore non abbia trovato il modo di rafforzarsi.
Amo Alex più di ogni altra cosa, al pari solo della palestra.
La palestra è la mia vita, ormai.
Lo studio va alla grande, e manca poco più di un anno alla sua conclusione.
Non abbandonerei mai lo sport, la sensazione che sento quando metto tutta me stessa in ciò che faccio.
In palestra sono io e la mia forza di volontà.
Sono io di fronte ad un peso di ghisa, io che devo vincere contro quel peso, contro la vita.
E sì, Alex è stato essenziale, in tutto questo, per darmi la forza di affrontare quel peso.
Alex è importante tanto quanto quel peso.
Perché ho imparato che nella vita, gli ostacoli sono importanti tanto quanto la strategia che adotti per superarli, perché senza l'ostacolo non avresti trovato la strategia, e senza la strategia, saresti per sempre rimasto dietro l'ostacolo, immobile.
Ed invece la vita richiede di correre, di non fermarsi mai.
«Juniper!», di nuovo la voce di Alex mi fa sobbalzare, e questa volta il suo tono è più seccato, ma per fortuna io ho mantenuto la mano ferma, e sto riuscendo finalmente a disegnare la linea.
Poggio la matita e afferro il mascara.
«Due minuti!», rispondo, mentre cerco di non fare un disastro anche con il mascara.
Non sono poi così scarsa nel trucco, ma dover fare tutto di fretta, mi crea difficoltà.
Chissà perché devi fare tutto di fretta...
Sì, lo so, se non mi fossi approfittata dell'eccitazione di Alex, questa mattina, ora saremmo in perfetto orario. Ma il corpo di Alex resterà per sempre la calamita dei miei desideri, la fonte del mio piacere e il mio punto debole. Non potrei mai stancarmi di osservarlo, di toccarlo, di amarlo.
Ed allora è ingiusto, perché lui è un uomo e riesce a prepararsi in trenta minuti, riuscendo a farsi doccia, capelli, barba e vestirsi.
Mentre io dopo trenta minuti sono ancora impegnata ad asciugare i capelli.
Ma Alex ormai mi conosce, i mesi che abbiamo trascorso insieme, a casa sua, ci hanno insegnato ad odiarci e poi ad amarci proprio per ciò che dell'altro non ci andava giù le prime volte.
Non sopporto che Alex lasci il tubetto del dentifricio costantemente aperto, che non riesca a svegliarmi in maniera tranquilla la mattina, che non voglia mai accettare un mio momento no, ma insista fino a quando io non cedo e gli dico tutto.
Okay, forse il fatto che insiste mi piace...
Ma in fondo mi piace tutto di lui, anche che io non riesca mai a svegliarmi pacificamente, perché capisco che è proprio questo che lo rende speciale.
E dopo tutto devo pur ripagarlo in qualche modo per i miei ritardi, per le volte in cui ho sbagliato a fare la lavatrice o per le volte in cui lo obbligo a cucinare, nonostante il lavoro lo tenga molto impegnato, perché io sono un disastro.
Ma lui sa benissimo che gli conviene cucinare, piuttosto che essere costretto a mangiare qualcosa di non commestibile....
Chiudo la mia trousse con i trucchi, mi do un'ultima occhiata allo specchio e poi raggiungo Alex.
«Eccomi», ripeto, correndogli in contro, allungando spropositatamente tanto la lettera i di eccomi.
Alex mi sorride, prima di afferrarmi tra le sue braccia.
«Sono solo quindici minuti di ritardo, in fondo non è poi così tanto...», osserva, quando mi allontano da lui, alzando gli occhi al cielo.
«Ovvio che non è tanto, e poi mio padre e Joanne ormai sono abituati», gli faccio presente, afferrando il mio cappotto dall'appendi abiti, mentre lui apre il portone.
Alex scuote la testa ormai rassegnato e aspetta che lo raggiunga sul pianerottolo, con un sorriso quasi soddisfatto in volto.
Chiude il portone di casa e prima di scendere le scale del palazzo mi lascia un bacio sulle labbra.
«Ho imparato che l'importante è arrivare, che a volte siamo noi incapaci di aspettare, quando invece la vita ci mette tutto il tempo a disposizione», riflette, mentre io non credo di aver capito molto bene.
Dopotutto sono appena le dieci del mattino e io devo ancora fare il punto completo della situazione.
«Ti preferisco quando sei più chiaro...», mormoro, «tipo quando pronunci il mio nome come se fosse la cosa più eccitante di questo mondo», continuo, stringendogli la mano, mentre scendiamo le scale insieme.
Alex si volta verso di me, colto di sorpresa, prima di scoppiare in una risata sonora.
«Juniper, non ho voglia di fare ancora più ritardo, perché molto probabilmente anche mia madre, Sophia e Robert sono già arrivati, ma sappi che quando torneremo a casa stasera sarai tu la cosa più eccitante, non di certo il tuo nome...», ed è questo l'Alex che amo.
L'Alex che sta alle mie provocazioni, l'Alex dal quale sono terribilmente attratta e del quale non potrei mai stancarmi.
«Allora andiamo e facciamo durare tutto questo il meno possibile!», esclamo io, iniziando a correre per le scale, trascinando come me Alex che non smette di ridere.
Raggiungiamo la sua auto e ci dirigiamo a casa dei miei.

Ormai sono passati due anni da quel Natale in cui Alex si è presentato sotto casa mia, e mio padre ha imparato ad accettarlo, anzi, lo accetta fin troppo bene.
Lo stesso hanno fatto Joanne e Micheal, e per quanto riguarda Giuliet, la mia prima sorellina, è Alex ad adorarla. E come potrebbe essere il contrario se distorce tutti i nomi rendendoli buffi e imbarazzanti?
Alex è Alesse, mentre Micheal è Icol e io sono Uper, per non parlare di mio padre e Joanne, e preferisco non farlo.
Quest'anno abbiamo deciso di invitare anche la famiglia di Alex, e loro sono stati più che felici di accettare.
Mi dispiace per mia madre, che è rimasta esclusa da tutto questo, ma come ogni anno, io e Alex andremo a trovarla per il trentuno dicembre.
Ed in fondo, ora, credo di essere la ragazza più fortunata di questo mondo.
E sembra ridicolo, credersi insignificanti e poi attori, ma è proprio così che va.
Ieri non ero nessuno, ora sono ciò che ho sempre voluto essere.
Il percorso da fare?
La soluzione giusta?
Onestamente non la so neanche io, e più ci penso, più mi chiedo come abbia fatto.
Non ho scelto io di incontrare Alex, né di avere una madre come Laura, né di perdere Cayton, almeno all'inizio, eppure mi sento di aver fatto così tanto...
E forse è proprio così, perché non ho scelto il dolore che Cayton e mia madre mi hanno donato, non ho scelto di incontrare Alex, ma ho scelto che io avrei potuto essere più forte del dolore, in grado di cogliere le opportunità.
Alex è stato la mia opportunità.
Ho capito che certi dolori possono trasformarsi in gioia, come con mia madre, ed altri invece andrebbero soltanto dimenticati, perché non autentici, come con Cayton.
La vita ci dona tutto.
E con tutto, intendo tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Proprio per questo, ora, mentre Alex guida verso quella che era casa mia, io avvicino la mia mano alla sua, stringendogliela, trovando in lui il tutto che la vita mi ha donato.

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Eeeee...
Questo è l'ultimo capitolo della nostra avventura insieme dreamers!
Fatemi sapere cosa ne pensate, commentate e stellinate, stellinate e commentate👄👄👄⭐⭐⭐ sopratutto ora che tutto questo sta finendo😭😭😭😭😭😭😭😭

Come avete trovato la storia? Avete apprezzato il cambiamento di Juniper?❤

Manca solo l'epilogo che potete già trovare, quindi ditemi tutto quello che vi passa per la testa ora, perchè a me sta assalendo la malinconia.😭😭😭😭😭

Dopo tutto il tempo passato insieme, con i vostri commenti e le vostre stelline, dire addio, almeno per questa storia, è davvero triste.🙄

Come sempre, però, vi riempio di baci eeeee....😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘
Ci sentiamo all'EPILOGO.

JUNIPER - [Wattys2020]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora