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Anastasija odiava le guerre, con tutto il cuore. Non voleva che il suo paese perdesse ancora anime come già era successo quando era piccola. Aveva una nobiltà d'animo che pochi possedevano, anche se cercava in tutti i modi di celarlo.

Quando suo padre le disse che gli avrebbe affiancato una guardia del corpo, la piccola Anya simulò una risata, alquanto isterica tuttavia, e gli rispose: "Io so difendermi da sola!", non credendo per nulla alle sue stesse parole.

Alle dodici spaccate del giorno dopo, un ragazzo con un colbacco in testa e avvolto in un cappotto pesante, uno di quelli tipici con il colletto di pelliccia folta, fece il suo ingresso al Palazzo d'Inverno, guardandosi intorno e poggiando per terra la valigia contenente tutto ciò che aveva.

Una serva - la solita serva che sapeva sempre tutto su tutti- lo salutò allegra, andandogli incontro e prendendo il suo bagaglio, prima di accompagnarlo nella stanza della granduchessa.

"Granduchessa, questo è la sua nuova guardia del corpo, Minho."

Anastasija era intenta a guardare il pianoforte come un mostro, mentre Han le spiegava per l'ennesima volta le scale di base. La voce della serva interruppe la loro lezione, facendoli voltare verso l'ospite appena presentato.

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