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7 Gennaio 1917, San Pietroburgo

La cena di Natale era stata leggermente meno abbondante del solito, aveva notato la granduchessa. Era pur sempre un periodo di guerra e nonostante le ricchezze infinite dello zar, la crisi si faceva sentire lo stesso. In ogni caso, la tavolata era ricca di cibi tradizionali in enormi quantità, la servitù aveva disposto tutto perfettamente per l'occasione, rendendo tutto piacevole.

Lo scambio di regali era una cosa invece molto intima, infatti tutti i Romanov si riunivano nello studio dello zar e per una sola volta all'anno, dimostravano di essere una vera famiglia. Per questo la piccola Anastasija, quando era ora di andare a letto, era felice.

Tutt'altro si poteva dire di Han invece. Dopo quella giornata passata fuori, aveva avuto la sfortuna di beccarsi l'influenza, così era stato costretto a restare a letto per due giorni interi, compreso il giorno di Natale stesso. Quella sera però il suo stomaco più che vuoto decise di reclamare una qualsiasi forma di sostanza nutritiva, così, con sciarpa guanti e vestaglia, Han si alzò dal letto (con molta fatica perché persino le ossa gli facevano male) e si diresse verso la cucina.

Ma la strada verso essa era sempre la stessa, per cui gli toccò passare davanti la porta delle due granduchesse più piccole. Era socchiusa e Han si sorprese un poco di non trovare Minho fuori a far da guardia, così senza esitazione e tirando su con il naso per il fastidioso raffreddore, si avvicinò alla porta della camera sbirciando dentro.

Ad illuminare la stanza c'era solamente un candelabro acceso, che schiariva i volti dei presenti. Marija dormiva già. Il suo letto, proprio accanto a quello di Anastasija, era ricoperto da una grande quantità di coperte e Han immaginò la sua allieva preferita sognare posti lontani.

Nell'altro letto invece, Anya stava poggiata contro la spalliera, già in pigiama e con le coperte addosso, mentre con una mano teneva quella di Minho, seduto accanto a lei. "Ti sei divertita oggi?" chiese il moro, mentre il pianista si appoggiava sempre più alla porta per sentire e guardare meglio.

"Un sacco! Mamma mi ha persino regalato una collana sua." aveva esclamato la piccola Anastasija, non curandosi del sonno di Marija.

"Sono felice per te allora, ma ancora non hai finito di ricevere regali."

Minho tirò fuori dalla tasca della divisa qualcosa, ma Han non riusciva a vedere bene di cosa si trattasse. Ma quando Anastasija lo prese tra le sue mani portandolo alla luce delle candele, vide uno dei più belli carillon che avesse mai visto.

Era piccolino, in oro (o almeno così sembrava) e verde, come i colori del Palazzo.

"E' bellissimo." sussurrò Anya, ispezionando con lo sguardo quell'aggeggio che pareva preziosissimo.

"Gira la chiave."

Non appena la granduchessa obbedì all'ordine di Minho, il carillon si aprì rivelando due piccoli pupazzetti danzanti che rappresentavano lo zar Nikolaij II e la zarina Aleksandra, che ballavano sulle note di una melodia che Han conosceva fin troppo bene. Ma fu Minho, invece, a decidere di cantare sopra quella sinfonia.

Festa e balli, fantasia

è il ricordo di sempre

Chan un canto vola via

quando viene dicembre.

Sembra come un attimo

dei cavalli s'impennano

torna quella melodia

che il tempo portò via?

Ma non fece nemmeno in tempo a iniziare la seconda strofa che già Anastasija dormiva sogni beati. Le tolse dalle mani il carillon, chiudendolo e interrompendo quella bellissima melodia. Lo poggiò nel comodino e prima di uscire dalla stanza, lasciò un leggero bacio sulla fronte della granduchessa.

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