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5 Gennaio 1917, San Pietroburgo.

Vedi Jeongin, se c'era qualcosa che importava ai russi più della guerra, erano certamente le tradizioni. Potevano portare loro via qualsiasi cosa, la bella casa, i vestiti, tutto. Ma non gli usi e la cultura.

Per questo nel Gennaio del 1917, nonostante il popolo iniziasse ad agitarsi e a fermentare, il Natale venne festeggiato lo stesso.

Il Palazzo d'Inverno in particolare era diventato qualcosa di meraviglioso. La piccola Anastasija era così fiera di come la servitù aveva addobbato tutte le stanze. Oro, biondo e verde erano i colori principali che dominavano: vi erano festoni appesi ai muri e intorno ai quadri, ghirlande attaccate alla porte e fiocchi e fiocchetti disposti praticamente ovunque.

Ma la cosa che sorprendeva chiunque, anche chi viveva lì da diversi anni, era sempre e comunque l'albero nella sala da ballo. Era altissimo, enorme, quasi spaventoso. La sua maestosità era il simbolo della potenza dello zar di tutte le Russie che, ahimè, da lì a poche settimane, si sarebbe spenta per sempre.

Anastasija il 5 Gennaio, ben due giorni prima del Natale, aveva già posizionato i regali per la sua famiglia sotto l'albero, sedendosi là davanti per circa un'ora ad ammirare ogni singola decorazione, che fosse un angioletto dorato o una palla rossa lucida che rifletteva il suo dolce visino.

La piccola Anya aveva sempre amato il Natale e non per il lato materiale della tradizione, ma perché era l'unico momento dell'anno in cui la sua famiglia stava veramente insieme. Era forse l'unico giorno in cui la fredda e distaccata Aleksandra sorrideva sinceramente.

La gioia di Anastasija per quella festa era immensa, tanto che da diversi giorni non si preoccupava più di nulla, né della guerra fuori, né della salute cagionevole del piccolo Alekseij, né di Minho e Han. O almeno così pensava fino a quando, proprio il 5 Gennaio, il soldato dagli occhi verdi come l'albero nella sala da ballo non le chiese "Anastasija andiamo fuori a fare un pupazzo di neve? Viene anche Han."

Forse per la prima volta in vita sua, la gelosia superò persino la gioia per il Natale imminente.

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