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Maggio 1917, San Pietroburgo.

Maggio passò relativamente in modo tranquillo. Con l'arrivo di Lenin e l'esposizione delle sue Tesi D'Aprile, il potere dello zar era ormai praticamente pari a zero, ma al Palazzo tutti cercavano di continuare la propria vita come se nulla fosse.

Anastasija era preoccupata per la salute di suo padre. Non lo vedeva uscire da giorni interi dal suo studio, né mangiava più con il resto della famiglia a pranzo o a cena. La zarina invece manteneva la sua maschera di impassibilità, anche se forse era quella che soffriva più di tutti, troppo preoccupata per i suoi figli nonostante non lo desse a vedere.

La piccola granduchessa avrebbe voluto confidarsi con qualcuno, ma quel qualcuno era di nuovo lontano, troppo impegnato a passare il suo tempo libero con il suo pianista. La gelosia iniziò a farsi sentire con la primavera arrivata. Nonostante cercasse di separarli il più possibile per poter anche solo parlare un po' con Minho, erano proprio rare le volte in cui ci riusciva.

Avrebbe preferito che il mese prima Han se ne fosse andato. Ma non sapeva cosa era successo di così eclatante da farli cambiare idea, e il sospetto che c'entrasse Minho in quella decisione la faceva stare male. Almeno però, il soldato era tornato a sorridere.

La guerra fuori e la primavera dentro. Così avrebbero definito Han e Minho quel periodo. Si vedevano poco perché Minho era costantemente impegnato, ma quei pochi attimi che passavano insieme valevano più di tutte le ricchezze dello zar.

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