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"A che pensi adesso Han?" aveva richiesto Minho, abbracciandolo dopo l'orgasmo appena avuto. Gli carezzò le guance arrossate, facendolo scendere dal pianoforte senza mai lasciarlo.

"Voglio andare a Mosca. E anche in Francia e in America." rispose il pianista, baciandolo a fior di labbra. "Voglio andare ovunque, con te."

"Ti porterò ovunque." gli sorrise il riccio, staccandosi da lui per cercare i propri abiti, lanciati chissà dove nella foga del momento vissuto poco prima.

Si rivestirono in silenzio, senza mai staccarsi gli occhi di dosso, senza smettere di sorridersi l'un l'altro, senza smettere di appartenersi anche a distanza.

Non appena il soldato infilò l'ultimo bottone nell'ultima asola della camicia, si avvicinò nuovamente a Han, prendendogli la mano e stringendola con forza e delicatezza allo stesso tempo, giocherellando quelle dita di cui il ricordo sul suo corpo era ancora freschissimo.

"Vai a fare la valigia, io vado a salutare Anastasija. Non posso fuggire senza salutarla." gli disse, baciandogli una tempia. Han gli sistemò il colletto della camicia annuendo a quelle parole. Minho e Anya avevano sempre avuto un ottimo rapporto Chan era normale che il riccio avesse il desiderio di dirle addio, prima della loro fuga d'amore. Tremò a quel pensiero perché aveva tantissima paura. Ma finché era con Minho, tutto sarebbe andato bene.

"Dille da parte mia che è stata l'alunna più cocciuta che io abbia mai avuto."

Sospirò, ripensando a tutte le lezioni passate con la granduchessa, a tutti i suoi bronci e ai suoi dispetti e poi sorrise, aggiungendo "E che le voglio bene.".

Minho lo baciò, mordendogli piano le labbra e chiedendo per l'ennesima volta l'accesso alla sua bocca, che però gli fu negato. "Vai a salutarla." gli ordinò, spingendolo lontano, per poi riavvicinarlo a sé, tirando quella camicia logora di ricordi. "Però prima promettimi che tornerai presto da me."

Una frase sincera che suonava di più come una preghiera, proveniente dal cuore di Han senza fermate o ritardi, una richiesta che arrivò ad Minho come la più bella promessa da dover mantenere.

Il soldato gli baciò la fronte, poi le palpebre e il naso, poi le labbra e il mento.

"Ti amo." rispose, promettendo non solo di tornare presto, ma di restargli accanto per sempre, a proteggerlo, come i migliori dei soldati dell'esercito dell'amore.

Si staccarono controvoglia, salutandosi un'ultima volta con uno scontro lieve di labbra per poi separare le loro strade, una verso una valigia da preparare, una verso la piccola Anastasija.

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