Una svolta inaspettata

797 49 44
                                    

Il bacio é molto dolce, senza fretta o pressioni. Le sue braccia mi avvolgono in una stretta rassicurante.
Ricambio con altrettanta dolcezza, nonostante una parte di me si faccia delle domande.
Non dura molto ma va più che bene così.

«Wow» dice soltanto, senza staccare le mani dai miei fianchi.
«Molto wow» una risposta stupida, ma non riesco a trovare di meglio.
«Bene, e anche questo pensiero ce lo siamo tolto. Almeno non saremo in imbarazzo nel rifarlo anche a scuola.»
Cavolo, mi ero quasi dimenticata della scuola.

«Che ne dici se dormiamo un po'? Sono stanchissima e domani mi aspettano un sacco di spiegazioni da dare.»
Piega appena la testa, prima di rispondere: «Certo. Vengo con te, posso sostenerti e spiegare ai tuoi cosa è successo. Mi prendo io la responsabilità dato che è colpa mia.»
Ed ecco il cavalier Peter nella scintillante armatura.
«Non è colpa tua e non devi fare niente. Inventerò qualcosa, non preoccuparti. Ma grazie del pensiero», simulo uno sbadiglio, anche se non ho affatto sonno.

Pete si mette sotto le lenzuola, seguito subito da me.
Trovo la mia posizione e provo a lasciarmi andare al sonno.
Nel frattempo ha spento luce e televisore, sistemandosi in modo da lasciarmi più spazio.
Sa bene che mi muovo molto durante la notte; non è la prima volta che dormiamo insieme.
Sospira, sussurra buonanotte e poco dopo si addormenta.
Mentre io resto sveglia a pensare alla serata. Alla rissa e a quel ragazzo, che odio in tutti i modi possibili.

***

Alla fine non è stato quel dramma che pensavamo. I miei si sono preoccupati vedendo quel taglio. Ma ho detto loro di essere inciampata e se la sono bevuta.
Non mi piace mentire ai miei, ma ho preferito usare un'innocente bugia, piuttosto che dover stare a spiegare tutto il resto.

Approfitto del silenzio e della pace per ultimare i compiti.
Pete e la sua famiglia sono a casa dei nonni paterni. I miei sono andati a trovare zia Luisa e non torneranno fino a questa sera.
Senza che me ne renda conto è arrivata l'ora di pranzo.
Mi preparo un panino al volo, che mangerò mentre passeggio.
Ho deciso di fare una camminata fino alla baia; il mare, col suo eterno movimento e il suo profumo, mi aiuta sempre a fare pace con me stessa.

Indosso le cuffie, chiudo a chiave e mi incammino.
Scelgo la traccia: Swimming in Stars.
É una delle mie canzoni preferite; così vivace e vibrante.
La ascolto più volte, sempre col sorriso in faccia, canticchiando anche il ritornello.
Arrivo alla baia, mi tolgo le scarpe e mi dirigo al pontile.
Una volta era aperto sul fondo, per dare modo di tuffarsi direttamente in mare. Ma ci fu un piccolo incidente anni fa, e da allora è stato chiuso.
Poco male, mi basta guardare le onde così alte e spumeggianti.

Me la prendo comoda, riuscendo anche a snebbiare la mente.
Nessun pensiero, solo io e l'oceano.
Attraverso il pontile per tutta la sua lunghezza, osservando quel che mi circonda: i gabbiani che si librano sulla superficie cristallina in cerca di qualche succulento pesce. Lo sciabordare delle onde, e il loro infrangersi contro il legno del ponte.
Respiro a pieni polmoni, confortata dall'odore del salmastro.
La lieve brezza che mi scompiglia i capelli; il sole che mi scalda dentro.
Delle piccole nuvole soffici e bianche che si rincorrono. L'orizzonte che sembra fondersi direttamente con la distesa d'acqua, fino a sembrare due amanti a lungo lontani, ma che finalmente si ritrovano.

«Guarda un po' chi si vede.»
Questa voce la riconoscerei tra mille: Grace.
«Ciao, Grace.» Tengo a bada l'istinto con uno sforzo titanico.
«Il tuo fidanzato dove lo hai lasciatonon mi sfugge il sottile tono ironico.
«Dovresti saperlo. È dai nonni, come ogni domenica. Ma è vero, a te non importava cosa faceva. Il necessario era che ti facesse da valletto.»
Si avvicina di un paio di passi.
«Sai una cosa, Lodge? Tralasciando il fatto che non mi sei mai piaciuta, ho sempre pensato che fossi una di quelle ragazze finte.
Così fintamente perfetta! Ed è per questo che non mi sono bevuta la vostra ridicola sceneggiata.
E già che ci sono voglio darti un avvertimento: non appena avrò finito con il tipo nuovo, tornerò da Pete.
Anche se a letto non è capace, è troppo buono e così cavalleresco, mi piace usarlo per i miei comodi.
Ma più di tutto, non hai idea di quanto godrò nel portartelo via.»

SIAE Volevo Dirti Che Ti Amo [Noah Centineo//Jacob Elordi]SU AMAZON.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora