«Brutta scrofa omertosa!» il buongiorno di Sharon è questo.
«Ma che ho fatto?» non capisco per quale motivo mi attacchi così duramente, con una faccia al limite del furibondo.
«Che hai fatto? Reed ti mette una rosa nell'armadietto, il che significa soltanto che siete usciti insieme e non mi hai detto nulla!»
Quasi le rido in faccia, ma mantengo una certa compostezza.
«Siamo usciti ieri sera; siamo rientrati tardi e mi sono addormentata subito.
Ti avrei raccontato tutto oggi, non arrabbiarti subito.»
Cerco di blandirla, riuscendo nell'intento.«Uhm, ok. Allora, sputa il rospo», mi prende sottobraccio mentre ci dirigiamo fuori.
«Dunque: siamo usciti e siamo andati alla fiera. Ci siamo molto divertiti. Poi, affamati, ci siamo fermati a prendere da mangiare e abbiamo parlato. Mi ha rivelato alcune cose sul suo passato, compresi gli attriti col fratello.
Mi si è sciolto il cuore, così ho pensato, dato che stava sul punto di piangere, di suggerirgli di spostarci in un altro luogo più consono. Siamo andati alla panoramica.
Si è liberato del peso che gli gravava sul cuore e poi...» lascio un po' di suspense.«E poi, COSA?» mi spintona, quasi urlando.
«Beh, ci siamo baciati. È stato... favoloso! Neppure con Pete avevo mai provato niente di simile. Certo, era coinvolgente, ma c'era sempre quel freno, quell'imbarazzo, che non mi faceva gustare il momento. Con lui è stata tutta un'altra cosa: dolce ma passionale, profondo e armonico.
Mi ha anche rivelato che aspettava da tanto una come me.
Comunque, siamo dovuti rientrare dato che era tardi. Mi ha baciata ancora, sulla porta, e poi mi ha inviato un messaggio.»Mi si para davanti e dice: «E?».
«Ci siamo messi insieme, ma non dare in escandescenze e non dire nulla a nessuno. Voglio prima riferirlo a Peter, non voglio che lo sappia da altre fonti.»
Io e Bastian abbiamo deciso in questo modo, ieri sera al telefono. Alla fine mi ha chiamata, perché, a suo dire, i messaggi non gli bastavano. Voleva sentire la mia voce.
E questo è uno dei motivi per i quali stamattina cammino a mezzo metro da terra, ho sempre il sorriso e gli occhi luminosi.«E vai! Lo speravo così tanto. Devo essere sincera: lui mi è sempre piaciuto, anche se ti davo corda e concordavo con te, sul suo essere strano e appiccicoso. Un po' come ero discordante sul fatto che Pete non dovesse tornare con Grace. Ma alla fine ho capito che ognuno è padrone della propria vita, e che deve gestirla come vuole. Quindi, mia cara, ti faccio le mie più sincere congratulazioni.»
E dal nulla si mette a piangere.Non sono così ottusa da credere che sia per la felicità nei miei confronti. Ho notato che tra lei e Dawson c'è del distacco.
La porto in un angolo meno gremito e affronto il problema.«Shar, cosa sta succedendo?»
«Io e Dawson ci siamo lasciati», si asciuga gli occhi e prosegue, «abbiamo avuto una brutta discussione, per il fatto di Peter e Grace. Non gli è andata giù che l'abbiamo perdonata con tanta sveltezza. Ho provato a fargli capire il mio punto di vista, ma è così cocciuto che non ha sentito ragioni. Mi ha detto delle cose brutte: che sono una stupida, una credulona che si lascia manipolare facilmente. Ci sono rimasta molto male e ho deciso di prendermi una pausa, sperando che la cosa lo scuotesse e lo facesse ragionare. Ma non ho capito proprio niente, perché non si è più fatto vivo. Anzi, se ne va beato con Joko e Lenny, come se tra noi non ci fosse mai stato niente. L'unico punto a favore è che sono stata così furba da non andarci a letto.»
Termina il racconto, che mi fa soffrire non poco.«Avresti dovuto dirmelo! Sei la mia migliore amica.»
«Lo so, Didi, ma le cose ti stavano finalmente andando bene e non volevo scaricarti addosso la mia situazione.»
La capisco, alla fin fine.
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SIAE Volevo Dirti Che Ti Amo [Noah Centineo//Jacob Elordi]SU AMAZON.
Teen FictionPete e Didi sono migliori amici da sempre; vivono in case adiacenti, frequentano la stessa scuola ed escono con lo stesso gruppo di amici. Entrambi hanno caratteri molto simili: solari, sempre pronti allo scherzo, molto generosi e altruisti. Anche s...