Dedicato a GiovannaVirgi riprenditi presto, befana❤️.
Per l'ora di pranzo mi do alla macchia. Non ho voglia di stare col gruppo, né di entrare in mensa. Non tanto per Peter, ma per mister scompiglio.
Mi nascondo in uno degli angoli meno frequentati del giardino, sedendo dietro ad un piccolo muretto.
Mi garantisce un'invisibilità che non avrei in un altro posto. Addento la mela che mi sono portata, cercando disperatamente di radunare i caotici pensieri che occupano la mia testa.
Le prossime due settimane si stendono davanti ai miei occhi con le sembianze di uragani. Mi aspetto di tutto, soprattutto da lui.
Sono così abbattuta che ignoro perfino lo squillare del cellulare. So bene che è Sharon, preoccupata di non vedermi. Ma ora come ora... a quanto pare è più insistente che mai; mi chiama in continuazione, fregandosene del mio voler stare in disparte, una volta tanto.
«Dimmi» le rispondo, senza neppure guardare lo schermo.
«Ciao» mi si stringe il cuore.
«Peter?» non me l'aspettavo.
«Sì, sono io. Senti, D, possiamo parlare? Non ti ho vista a mensa e mi sono immaginato... lascia stare, dove sei, ti raggiungo.»
«Dipende dalle tue intenzioni. Se vuoi parlare per sfogarti di nuovo su di me, lascia perdere» non voglio intavolare l'ennesima discussione dolorosa con lui.
«No, non è per quello. Mi sono reso conto di aver esagerato. Ho reagito male a quello che mi hai riferito, perché ero ferito e addolorato. Me la sono presa con te, anche se hai la sola colpa di aver detto la verità. Mi manchi, Didi, da morire.»
«La fortezza della solitudine. A tra poco» lo saluto così, tanto sa bene a che cosa mi riferisco. Questo angolo lo abbiamo battezzato noi con questo nome.
Finisco la mela, attacco anche la pesca che avevo portato per rinforzo e, al termine, me lo vedo sedere accanto.«Frutta?» indica il torsolo della mela messo sopra un sacchetto di carta.
«Già.» Mi sento in imbarazzo più che mai.
Sospira e... allunga un braccio attirandomi al suo corpo.Mi stringe come se fossimo in mare aperto e stessimo per annegare. Ci sono disperazione e dolore in questo abbraccio.
«Scusami» mi guarda dritta negli occhi.
«Anche tu. Avrei dovuto scegliere modo e tempistica diversi, prima di gettarti addosso tutto quel fiume di parole. Ma ero così arrabbiata.»
«Non fa niente, davvero. Parlare con Sharon mi ha dato la necessaria motivazione al perdono. Non avrei dovuto rivoltarmi contro di te; alla fine ti sei messa in gioco per darmi una grande mano, e io ti ripago in questo modo.
Ti voglio bene, come e più di sempre. Pace?» allunga la mano, che non esito a stringere.«Bene, adesso che abbiamo appianato le divergenze e siamo tornati amici più di prima, come ci regoliamo con Barbie fior di pesco marcio?»
Scoppia a ridere scuotendo la testa.«Direi di proseguire come nei piani. Ma questa volta dobbiamo andarci giù pesante. L'altra sera mi ha chiamato; ho ricordato le tue parole e ho pensato che sia arrivato il momento di far scendere l'idolo dal piedistallo.
Ritorniamo insieme, più innamorati e affiatati di prima. Ci stai?»È una domanda inutile; ovvio che sia d'accordo. Dopo tutto il male che ci ha fatto si merita una lezione in piena regola.
«Direi proprio di sì! Sai quel detto che gira sui social: è la convinzione che fotte la gente? Beh, direi che è arrivato il momento di farle capire che non è la padrona del mondo, né l'unica ad avercela e soprattutto non dorata.» Si piega in due arrivando alle lacrime.
STAI LEGGENDO
SIAE Volevo Dirti Che Ti Amo [Noah Centineo//Jacob Elordi]SU AMAZON.
Teen FictionPete e Didi sono migliori amici da sempre; vivono in case adiacenti, frequentano la stessa scuola ed escono con lo stesso gruppo di amici. Entrambi hanno caratteri molto simili: solari, sempre pronti allo scherzo, molto generosi e altruisti. Anche s...